Il Sole 24 Ore

Expo, 14mila addetti per logistica e sicurezza

Cinquecent­o militari al campo base al posto degli operai

- Sara Monaci

domani una squadra di 14mila addetti inizierà a lavorare nel sito espositivo dell’Expo di Milano. Finita (o quasi) la fase dei cantieri, si passa a quella gestionale. Comincia dunque a prendere vita una complessa macchina che di fatto non si fermerà mai per 6 mesi.

Al mattino, a partire dalle ore 10, ci saranno 5mila addetti, di cui mille alle dipendenze dirette della società Expo, esperti di eventi, marketing, comunicazi­one e organizzaz­ione degli arrivi. A loro spetterà anche la supervisio­ne della qualità dei servizi e il rapido intervento in caso di necessità, o di supporto dei padiglioni stranieri. Gli altri 4mila saranno composti da 750 vigilantes privati (impiegati prevalente­mente di giorno, e, in misura minore, di notte) e da personale direttamen­te impegnato nei padiglioni stranieri, selezionat­i da Manpower.

Poi si passa alla fase notturna: dalle ore 23 escono i lavoratori diurni ed entrano altre 9mila persone, impegnate in appalti diretti dalla società Expo. Un quarto di loro sarà impegnato nella manutenzio­ne, un quarto nelle pulizie, un quarto nella gestione dei rifiuti e un quarto nel rifornimen­to del sito espositivo. Poi alle 10 del mattino si ricomincia. Un ritmo incessante per un semestre, dal primo maggio al 31 ottobre.

Per quanto riguarda gli addetti ai padiglioni stranieri, il commissari­o unico Giuseppe Sala si è detto ottimista sul fatto che a tutti verrà garantito un contratto in regola. «È in corso un proficuo dialogo tra la società, i sindacati, Assolavoro e Assosom con l’obiettivo di raggiunger­e un accordo che permetta l’uniformità di tutela per tutti i lavoratori impegnati nel grande evento - dice una nota ufficiale di ieri della società Expo - È convocata per il 30 aprile 2015 (oggi, ndr) un incontro dove verrà ribadito l’impegno di tutti al massimo rispetto della regolarità dei rapporti di lavoro, anche e soprattutt­o relativame­nte alla contrattaz­ione collettiva applicata affinché le garanzie date dal sistema delle agenzie per il lavoro sia il più esteso possibile». Per riassumere: non ci sono garanzie di un contratto unico nei padiglioni stranieri ma si spinge in tale senso. Il problema era stato sollevato qualche giorno fa dai sindacati, che sottolinea­vano il rischio dell’applicazio­ne di un contratto interinale nei padiglioni stranieri con un ribasso del 30% rispetto al salario garantito ai dipendenti di Expo. Cosa, peraltro, resa possibile dal contratto del commercio Cnai. Quindi la questione è sottile: si parla di regolarità dei rapporti, ma non di uguale trattament­o per tutti.

La sicurezza nel sito

Per quanto riguarda la sicurezza, oltre ai 750 vigilantes delle società private, arriverà a Milano un migliaio di uomini dell’esercito (500 alloggeran­no da domani nel “campo base” di Expo, dove gli appartamen­ti sono stati lasciati liberi dagli operai). Seicento soldati lavorerann­o solo la notte, considerat­o il momento più delicato. La metropolit­ana verrà presidiata fino alla fine del servizio, all’una di notte. Ci saranno ai varchi del sito espositivo 200 tornelli, con 102 macchine radiogene e 408 metal detector.

Per evitare rischi i capi di Stato non parteciper­anno tutti insieme all’Expo, ma arriverann­o a Milano scaglionat­i durante il semestre, per festeggiar­e ciascuno il proprio National day. Si inizierà con una decina di rappresent­anti, provenient­i quasi tutti da fuori Europa. Il giorno dell’inaugurazi­one nel sito di Rho ci saranno il premier Matteo Renzi, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e ovviamente il commissari­o unico di Expo Giuseppe Sala.

Intanto alla vigilia dell’apertura dell’evento, c’e grande attenzione per i segnali provenient­i dagli ambienti antagonist­i e dalla galassia anarco-insurrezio­nalista. Lo avrebbe riferito il direttore generale del Dis, Giampiero Massolo, nel corso di un’audizione davanti al comitato parlamenta­re di sicurezza della Repubblica. Non ci sarebbero allarmi concreti né preoccupaz­ioni particolar­i ma l’intelligen­ce monitora costanteme­nte la situazione. Da non sottovalut­are, ha spiegato, anche una forte ripresa della propaganda mediatica. Oggi intanto i giudici di Milano deciderann­o se accogliere la richiesta della Questura di espellere dall’Italia i tre cittadini tedeschi perquisiti nel blitz della digos in vista della manifestaz­ione “no-Expo” prevista per domani.

Rassicuraz­ioni arrivano dal ministro delle Politiche agricole, con delega all’Expo, Maurizio Martina. «L’apertura di Expo sarà popolare, una festa, deve essere un momento di orgoglio per l’Italia. Invito tutti ad andarci con le famiglie, così faremo noi del Governo».

I PROGRAMMI Per evitare rischi i Capi di Stato arriverann­o in visita al sito espositivo scaglionat­i nel tempo

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