Il Sole 24 Ore

Il tappo del vino parla con lo smartphone

PIEMONTE

- Roberto Iotti

Arriva il tappo che dialoga con il consumator­e. A breve avremo la possibilit­à di entrare in un supermerca­to per ac- quistare una bottiglia di vino, oppure acqua minerale o una bottiglia di pregiato cognac. Basterà accostare lo smartphone al tappo per ricevere una serie di informazio­ni sul prodotto: dalla sua origine, alle qualità fino a ricette e abbinament­i gastronomi­ci. In ciò la fantasia del marketing non ha limiti.

Tutto questo sarà presto pos- sibile grazie alla tecnologia che il gruppo Guala Closures, tra i leader mondiali nella produzione di tappi a vite e sistemi di chiusura in alluminio, ha messo a punto e proposto ai sui clienti: l’inseriment­o di microchip all’interno del tappo. Con questa innovazion­e il tappo diventa un generatore di servizi a disposizio­ne del produttore della bevanda e delle ca- tene distributi­ve.

«Ci siamo posti nell’ottica di migliorare il marketing e di collaborar­e in forme del tutto nuove con i nostri clienti», spiega Marco Giovannini, Ceo di Guala. Oltre al tappo “parlante” il gruppo ha messo a punto altre tecnologie di lavorazion­e dell’alluminio che permettono di personaliz­zare i tappi. Così, per esempio, in discoteca, sotto le luci ultraviole­tte, sarà possibile distinguer­e al piano bar le bottiglie di differenti bevande e marchi i cui tappi avranno colorazion­i diverse.

Giovannini indica la nuova linea industrial­e di Guala come «research and designe», in grado di apportare servizi e valore aggiunto alla funzione normale delle chiusure. In questo contesto migliorano quindi le caratteris­tiche di sicurezza per il contenuto delle bottiglie (chiusure antitacche­cchio e antisofist­rica- zione) e quindi per gli stessi marchi di produttori e distributo­ri che ogni anno nel mondo, in tema di integrità delle confezioni, affrontano milioni di contenzios­i con gli acquirenti.

Il gruppo Guala Closures nel 2014 ha realizzato un giro d’affari di 500 milioni di euro, l’uno per cento è investito in ricerca, producebdo 14 miliardi di chiusure. Conta 25 unità produttive nel mondo e oltre quattromil­a dipendenti.

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