Whirlpool conferma gli esuberi
Il Governo: abbiamo una settimana per cercare soluzioni alternative
sostanziale novità nella vertenza Whirlpool, non è nemmeno iniziata una vera trattativa. Si ritornerà a Roma il 5 maggio. Nell’incontro di ieri, il primo di tre programmati, che si è tenuto al ministero dello Sviluppo Economico, azienda e sindacati hanno confermato le proprie posizioni: la prima confermando il piano industriale presentato il 16 e già ribadito il 27 aprile, i secondi chiedendo di cancellare dal piano la chiusura degli stabilimenti di Carinaro in Campania e di Albacina nelle Marche e i conseguenti licenziamenti.
Il direttore generale del ministero dello Sviluppo Economico, Giampietro Castano, che partecipava al tavolo in assenza del ministro Federica Guidi, ha detto: «È il primo di una serie di incontri per provare a trovare una soluzione». Per Whirlpool Italia, hanno preso parte all’incontro l’ad Davide Castiglioni e il direttore delle risorse umane, Francesca Morichini, la quale ha ribadito di fatto la posizione dell’azienda. La Morichini ha illustrato le difficoltà di produzione e di mercato che hanno portato al nuovo piano che tra l’altro prevede anche investimenti per 500milioni. «Siamo soddisfatti del primo incontro –dichiara Whirlpool Italia – è stato aperto e costruttivo. I partecipanti hanno mostrato senso di responsabilità. Sono stati chiesti chiarimenti che l’azienda fornirà nel prossimo incontro».
I sindacati, da parte loro, hanno da subito avanzato la richiesta di ritirare le chiusure dei siti e i li- cenziamenti, senza però ottenere risposta. Se non la definizione di un preciso ordine del giorno per il prossimo incontro del 5 maggio. Questo verterà su tre argomenti: sostenibilità degli stabilimenti Indesit di Carinaro e None, andamento del mercato degli elettrodomestici globale e possibilità di riportare in Italia le produzioni estere.
Eppure, dall’appuntamento di ieri si ci aspettava qualcosa di più. Dopo che il 27 scorso il ministro Guidi si era apertamente spesa per avviare un confronto senza pregiudiziali e per scongiurare il pericolo chiusure ed esuberi.
I lavoratori proprio ieri avevano dato un importante segnale di distensione con la ripresa della produzione a Carinaro dopo le manifestazioni dei giorni scorsi.
«Contestiamo la decisione dell’azienda di chiudere Carinaro, Albacina e None determinando in totale 1.350 esuberi (in realtà i nuovi esuberi sono 400 i restanti 950 sono «vecchi» esuberi Whirlpool e Indesit, ndr) – dice Giuseppe Terracciano, segretario generale della Fim Cisl in Campania – Facciamo osservare che nel 2013 la Whirlpool ha rilevato l’Indesit con l’impegno di rilanciare i siti industriali : oggi è inaccettabile parlare di chiusure. Carinaro, a esempio, ha tutte le potenzialità per ritornare ad essere produttivo e competitivo. L’azienda deve solo dire cosa serve per mantenere i siti aperti».
«Rientrare in fabbrica e riprendere la produzione – precisa il responsabile della Uilm Campania, Giovanni Sgambati - é un messaggio importante da parte dei lavoratori». «Abbiamo chiesto – dice la Fiom – un confronto subito anche sulla questione impiegati, respingendo la logica dei due tempi». Intanto, oggi il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, sarà a Carinaro per illustrare gli strumenti che intende adottare per difendere il sito industriale.
IL NODO La multinazionale ribadisce: «Il nostro piano resta il migliore possibile ma siamo pronti a trattare senza pregiudiziali»