Il governo sblocca il prestito Ilva
Il polo di Taranto attende anche la pronuncia del Gip sui fondi sequestrati ai Riva
milioni per l’Ilva garantito dallo Stato. Dopo il via libera politico di ieri a Palazzo Chigi, probabilmente già oggi il ministero dell’Economia potrebbe chiudere la partita della garanzia pubblica prevista dall’ultima legge sull’Ilva, la numero 20 del 4 marzo scorso.
Cassa Depositi e Prestiti si accollerà la maggior parte del prestito: 300dei400milioni. Irestanti100saranno invece frazionati in parte uguali tra due banche. È quanto emerso ieri nel vertice a Palazzo Chigi sull’Ilva presieduto dal premier Matteo Renzi. Un incontro servito a fare il punto della situazione a circa un mese e mezzo dal varo della legge successiva all’ingresso dell’azienda in amministrazione straordinaria. Con Renzi, anche i ministri Pier Carlo Padoan (Economia),FedericaGuidi(Sviluppoeconomico), Gian Luca Galletti (Ambiente),conisottosegretariallapresidenza, Claudio De Vincenti, agli Affari europei, Sandro Gozi, e al Lavoro, Teresa Bellanova, e il consigliere Andrea Guerra. Presenti anche i vertici di Cdp, col presidente Franco Bassanini e l’ad Giovanni GornoTempini, eicommissaridell’Ilva: Piero Gnudi, Corrado Carrubba ed Enrico Laghi.
Dopo i 156 milioni svincolati nelle settimane scorse da Fintecna – anche questa è una misura prevista dalla legge –, sta dunque per arrivare il via libera al prestito da 400 milioni che, dice ancora la legge, l’Ilva dovrà utilizzare per gli investimenti industriali.
Capitolo impegnativo se si considera che c’è da affrontare il rifacimento dell’altoforno 5, il più grande d’Eurppa, fermo da metà marzo per essere adeguato alle prescrizioni ambientali dell’Aia. Al prestito i commissari stanno lavorando già da diverse settimane e tra fine marzo e inizio aprile si colloca la scelta di dividere l’erogazione tra più istituti, scegliendoli attraverso la procedura del «beauty contest» che permette di individuare il sog- getto che meglio risponde alle caratteristiche desiderate dal promotoredell’operazione.Neigiorni scorsi Gorno Tempini aveva anticipato il sì di Cdp e auspicato la partecipazione di altre banche.
Sebbene i 400 milioni siano un contributo importante, è però evidente che ciò che alla fine farà la differenza è l’ottenimento del miliardo e 200 milioni sequestrato nel 2013 ai Riva. In tal senso si attende che il gip di Milano, Fabrizio D’Arcangelo, si pronunci sull’istanza presentata dall’Ilva in base alla nuova legge, istanza discussa nell’udienza del 9 aprile. Sono queste risorse, infatti, che, più delle altre, dovranno consentire i lavori ambientali di cui il siderurgico ha bisogno. Tra l’altro, a differenza dei precedenti provvedimenti, la legge approvata a marzo li finalizza a quest’obiettivo specifico.
Nelfrattempoicommissaridell’Ilva stanno definendo con gli avvocati il testo relativo al patteggiamento da concordare con la Procura di Taranto per il processo «Ambiente Svenduto». In base alla legge 231 del 2011 sulla responsabilità amministrativa delle imprese, la Procura ha infatti chiesto il rinvio a giudizio dell’Ilva come soggetto giuridico. Trattandosi di azienda in amministrazione straordinaria, la richiesta di patteggiamento ha però bisogno dell’ok del Mise atteso per la fine della prossima settimana.