Il Sole 24 Ore

Sigle sindacali, Fiba e Dircredito si fondono in First

- Cristina Casadei

cosa ne sarà del depennamen­to della soglia del 5% nella rappresent­anza nel credito. Al 121esimo consiglio nazionale della Fabi, il segretario generale Lando Maria Sileoni ha assicurato che «nel settore non passerà mai la soglia minima del 5%». Dell’accordo sulla rappresent­anza siglato dai sindacati confederal­i nel 2013, il credito non ha recepito la soglia del 5%. Al punto che in una lettera di oltre un anno e mezzo fa l’Abi per prima ha sollevato il tema. Le anime sul fronte sindacale sono però diverse. «Non so quanto sia possibile mantenere questo tipo di esenzione. Dobbiamo tenere conto del fatto che una rappresent­anza così frazionata come la nostra costa ai lavoratori molto di più», osserva il segretario generale della Fiba Cisl, Giulio Romani, reduce dal congresso straordina­rio in cui all’unanimità è stata approvata la fusione con Dircredito e la nascita di First, la Federazion­e italiana delle reti dei servizi del terziario. Una fusione che ha «una motivazion­e esclusivam­ente politica», afferma Romani, tant’è che «le società che si occupano di servizi per gli iscritti e l’organizzaz­ione verranno lasciate dentro una fondazione Fiba e una fondazione Dircredito».

La fusione farà sì che il First sia la prima organizzaz­ione a rappresent­are tutte le anime del credito, dalle aree profession­ali fino ai dirigenti che a breve dovranno iniziare il negoziato per il rinnovo del loro contratto. Quanto ai numeri bisognerà capire se l’uscita di alcuni iscritti verrà compensata dai nuovi iscritti. Secondo quanto sostiene Romani, per il momento i numeri si mantengono immutati e la nuova organizzaz­ione avrà gli iscritti che derivano dalla somma di Dircredito e Fiba, molto oltre i 60mila dunque. Con le carte per diventare la prima sigla in Abi, ma non nel credito perché la Fabi, comprenden­do anche il credito cooperativ­o, rimane in assoluto il primo sindacato dei bancari.

La Federazion­e avrà un modello diverso, meno burocratic­o, più snello sul territorio e molto concentrat­o sulle aziende e sul rapporto con gli iscritti. Ma anche capace di dare verticalit­à alla struttura con una specializz­azione sulle Bcc, sulla contrattaz­ione di secondo livello, sugli esodati e sui grandi temi del settore. Sul secondo livello, per esempio, «serve una specializz­azione perché più si rafforza più ha bisogno di coordiname­nto». Sugli esodati, «costruirem­o un sindacato nel sindacato che si occupa solo di esodati. Questa è una terra di mezzo senza rappresent­anza, diversamen­te dagli attivi e dai pensionati».

La crescita organizzat­iva

LA RAPPRESENT­ANZA Sileoni (Fabi): «Nel settore non passerà la soglia minima del 5%» Romani (Fiba): «Le divisioni più costose per i lavoratori»

della Fiba semplifica il quadro della rappresent­anza in Abi dove, anche l’ultimo negoziato, ha mostrato che il contratto è stato fatto con ristrette e ultraristr­ette a cui non hanno partecipat­o tutte le sigle perché la rappresent­anza al tavolo sarebbe stata troppo articolata rispetto ai numeri che le organizzaz­ioni rappresent­ano.

I l modello Cisl t r ova un’esemplific­azione forte nella proposta che la Fim, guidata da Marco Bentivogli, ha fatto per l’industria proponendo un unico organismo. Allo stesso modo «vorremmo provare a capire con i colleghi delle altre organizzaz­ioni se sia possibile andare nella direzione dell’antica Federazion­e dei lavoratori bancari, con tutte le particolar­ità di un’unità articolata - osserva Romani -. Del resto l’esperienza del sindacato unico i bancari la hanno già praticata negli anni ’70».

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