Sigle sindacali, Fiba e Dircredito si fondono in First
cosa ne sarà del depennamento della soglia del 5% nella rappresentanza nel credito. Al 121esimo consiglio nazionale della Fabi, il segretario generale Lando Maria Sileoni ha assicurato che «nel settore non passerà mai la soglia minima del 5%». Dell’accordo sulla rappresentanza siglato dai sindacati confederali nel 2013, il credito non ha recepito la soglia del 5%. Al punto che in una lettera di oltre un anno e mezzo fa l’Abi per prima ha sollevato il tema. Le anime sul fronte sindacale sono però diverse. «Non so quanto sia possibile mantenere questo tipo di esenzione. Dobbiamo tenere conto del fatto che una rappresentanza così frazionata come la nostra costa ai lavoratori molto di più», osserva il segretario generale della Fiba Cisl, Giulio Romani, reduce dal congresso straordinario in cui all’unanimità è stata approvata la fusione con Dircredito e la nascita di First, la Federazione italiana delle reti dei servizi del terziario. Una fusione che ha «una motivazione esclusivamente politica», afferma Romani, tant’è che «le società che si occupano di servizi per gli iscritti e l’organizzazione verranno lasciate dentro una fondazione Fiba e una fondazione Dircredito».
La fusione farà sì che il First sia la prima organizzazione a rappresentare tutte le anime del credito, dalle aree professionali fino ai dirigenti che a breve dovranno iniziare il negoziato per il rinnovo del loro contratto. Quanto ai numeri bisognerà capire se l’uscita di alcuni iscritti verrà compensata dai nuovi iscritti. Secondo quanto sostiene Romani, per il momento i numeri si mantengono immutati e la nuova organizzazione avrà gli iscritti che derivano dalla somma di Dircredito e Fiba, molto oltre i 60mila dunque. Con le carte per diventare la prima sigla in Abi, ma non nel credito perché la Fabi, comprendendo anche il credito cooperativo, rimane in assoluto il primo sindacato dei bancari.
La Federazione avrà un modello diverso, meno burocratico, più snello sul territorio e molto concentrato sulle aziende e sul rapporto con gli iscritti. Ma anche capace di dare verticalità alla struttura con una specializzazione sulle Bcc, sulla contrattazione di secondo livello, sugli esodati e sui grandi temi del settore. Sul secondo livello, per esempio, «serve una specializzazione perché più si rafforza più ha bisogno di coordinamento». Sugli esodati, «costruiremo un sindacato nel sindacato che si occupa solo di esodati. Questa è una terra di mezzo senza rappresentanza, diversamente dagli attivi e dai pensionati».
La crescita organizzativa
LA RAPPRESENTANZA Sileoni (Fabi): «Nel settore non passerà la soglia minima del 5%» Romani (Fiba): «Le divisioni più costose per i lavoratori»
della Fiba semplifica il quadro della rappresentanza in Abi dove, anche l’ultimo negoziato, ha mostrato che il contratto è stato fatto con ristrette e ultraristrette a cui non hanno partecipato tutte le sigle perché la rappresentanza al tavolo sarebbe stata troppo articolata rispetto ai numeri che le organizzazioni rappresentano.
I l modello Cisl t r ova un’esemplificazione forte nella proposta che la Fim, guidata da Marco Bentivogli, ha fatto per l’industria proponendo un unico organismo. Allo stesso modo «vorremmo provare a capire con i colleghi delle altre organizzazioni se sia possibile andare nella direzione dell’antica Federazione dei lavoratori bancari, con tutte le particolarità di un’unità articolata - osserva Romani -. Del resto l’esperienza del sindacato unico i bancari la hanno già praticata negli anni ’70».