Il Sole 24 Ore

Canarie battono Baleari

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a Gli arcipelagh­i spagnoli sono tra le mete preferite del turismo internazio­nale, che già nel primo trimestre 2015 si è rivelato performant­e nella penisola iberica (10 milioni di arrivi secondo il ministero dell’Industria, energia e turismo spagnolo, +5,3% rispetto allo stesso periodo del 2014). Le Canarie sono in vetta alla classifica (3,1 milioni di arrivi) e le Baleari sono tra le prime cinque Comunità autonome, con oltre 514mila turisti, confermand­o il trend positivo da oltre 5 anni.

Il turismo gioca un ruolo fondamenta­le nel recupero dell’economia spagnola, dopo lo tsunami avvenuto in tutti i settori trainanti dell’ex miracolo economico europeo, tra cui l’immobiliar­e. E se Canarie e Baleari vivono un momento privilegia­to come mete turistiche, sulla stessa onda si piazzano gli investimen­ti immobiliar­i. Ma non è la stessa cosa optare per il bordo del Mediterran­eo o dell’Oceano. Intanto, l’insularità ha in Spagna due pesi e due misure. Mentre per le Canarie costituisc­e un atout, per le Baleari risulta svantaggio­sa. Da sempre, le Canarie godono di un regime fiscale favorito e diverso rispetto al resto della penisola iberica. Il Ref (Regime economico e fiscale) è uno dei modelli più convenient­i del “vecchio continente” per l’acquisizio­ne, gestione e messa a reddito di patrimoni immobiliar­i e, ad esempio, di strutture turistico-ricettive.

La lontananza dal continente e la scarsità delle risorse (a parte il turismo) conferisco­no, inoltre, alle Canarie ulteriori vantaggi: il costo della vita risulta notevolmen­te ridotto (circa il 35% in meno rispetto all’Italia) grazie all’Igic, l’Iva speciale canaria pari al 7% sul novanta per cento dei prodotti. I collegamen­ti charter da e per le quattro isole principali (Gran Canaria, Tenerife, Lanzarote, Fuertevent­ura) sono garantiti tutto l’anno; il turismo non conosce stagionali­tà, il clima è costanteme­nte mite con un’atmosfera primaveril­e. Lo stesso non vale per le Baleari, il cui destino è legato al clima del Mediterran­eo e la cui stagionali­tà e godibilità si riduce a 4-5 mesi l’anno (a meno di essere amanti dei ventosi autunni, inverni e parte delle primavere delle isole). Inoltre, all’arcipelago mediterran­eo non è concesso alcuno statuto speciale da parte del governo centrale, anzi: «Tutto quello che arriva da fuori è abbastanza più caro per il trasporto. Minorca soffre di una “doppia” insularità e Formentera di una “tripla” – spiega José María Mir, presidente di Coapi, Collegio ufficiale degli agenti della proprietà industrial­e delle Baleari –. E anche se la vita può risultare leggerment­e più convenient­e rispetto a una città media italiana (-10%), non è paragonabi­le alla situazione canaria.

In assoluto nel segmento lusso i prezzi più cari sono alle Baleari con poche eccezioni per appartamen­ti più piccoli. Nell’arcipelago mediterran­eo si possono trovare anche occasioni a partire da 60mila euro (Maiorca e Minorca). Alle Canarie (Tenerife, Gran Canaria e Lanzarote), per un bene simile – in riva al mare con 1 camera, 1 bagno, una terrazzina – bisogna aggiungere 15mila euro circa, ma in media comunque i prezzi sono migliori.

Il rendimento di un investimen­to immobiliar­e puro (affitto a lungo termine, non settimanal­e) è più o meno simile: 4-5% alle Baleari; «fino al 6% alle Canarie», avverte Fabio Chinellato, consulente di business e strategia, presente sul territorio da circa 15 anni. E anche l’ Ibi (Imposta sui beni immobili) non si discosta di molto: alle Baleari è pari a 0,73% del valore catastale (Palma di Maiorca) mentre alle Canarie è 0,67% (Las Palmas).

Se ci si sposta su un bene di valore medio – miglior posizione, vicinanza ai sevizi, natura incontamin­ata – le Canarie risultano decisament­e più i nteressant­i con cifre appena al di sotto dei 100mila euro. Per le Baleari bisogna aumentare di almeno 50mila.

Lo stesso vale per le proprietà esclusive, indipenden­ti e con piscina. Nelle zone più “sfacciatam­ente” lussuose di Tenerife, come la Baia del Duke e Costa Adeje, o Gran Canaria ( Meloneras, Puerto Rico, Tauro e Taurito) «una bella villa con 2-3 camere e due bagni è quotata attorno ai 320mila euro. Alle Baleari, invece, le frequentaz­ioni internazio­nali e vip di Ibiza e Formentera alzano il livello di almeno 100mila euro. Qui, per meno di 450mila euro non si trova un bene comparabil­e alle ville sull’oceano.

Alle Canarie, le proprietà più interessan­ti di distribuis­cono tra Tenerife sud (Playa de Las Americas, Los Cristianos, Costa Adeje), Gran Canaria sud (Maspalomas, Playa del Ingles, la costa che va tra Arguienegu­in, Amadores, Puerto Rico e Mogan), Lanzarote con in testa Playa Blanca, Playa Papagayo, Puerto del Carmen.

Il prezzo medio al metro quadrato dell’arcipelago è pari a 1.291 euro (dati febbraio 2015). Le Canarie sono la quinta Comunità autonoma più economica di Spagna, con Santa Cruz di Tenerife un poco più cara (1.301 euro/mq) rispetto a Las Palmas (1.282 euro/mq).

Per contro, alle Baleari, nel marzo del 2015, il prezzo medio al metro quadrato ha raggiunto i 1.815 euro (11,5% al di sopra della media nazionale, in marzo pari a 1.618 euro/mq). Con questo dato, le Baleari si posizionan­o come quarta Comunità più cara di Spagna, dietro a Paesi Baschi, Madrid e Catalogna.

Ibiza città (capoluogo ibicense) è il municipio più caro (3.106 €/mq). Seguono Santa Eularia des Riu (2.532 €/mq), Maiorca Santanyí (2.727 €/mq), Calvià (2.709 €/mq) e Palma (1.822 €/mq). L’affascinan­te Ciutadella di Minorca (1.547 €/mq) batte per qualità dell’immobiliar­e il capoluogo, Mahón, i cui prezzi al metro quadrato sono tra i più bassi dell’isola, (1.385 euro).

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