Il Sole 24 Ore

Mutui, lo spread giù del 28% in un anno

-

a Grazie al Qe di Maro Draghi, non solo le banche hanno allargato le maglie del credito per l'acquisto della casa, ma sono anche scesi molto i “prezzi” dei mutui. Secondo l'ultima Bussola elaborata da Crif e MutuiSuper­market – relativa al primo trimestre dell'anno e che sarà diffusa oggi – gli spread applicati dalle banche sui mutui a tasso variabile sono scesi del 28%, mentre sul fisso il calo si attesta al 22 per cento.

Secondo l a rilevazion­e, i migliori spread per variabile e fisso sottoscrit­ti a gennaio 2014 (importo 140mila euro e durata 20 anni) si attestavan­o rispettiva­mente al 2,6 e 2,4%. A inizio aprile, gli stessi spread risultano all'1,8% e 1,9% e «appaiono praticamen­te certi nuovi ulteriori tagli ai prezzi dei mutui nell'immediato futuro». Per una corretta lettura del dato occorre anche considerar­e che gli spread oggi non scontano l'inflazione, che seppur bassa, andava considerat­a nella valutazion­e del prezzo reale fino all'anno scorso.

Ma, da un lato, nel medio-lungo periodo l’inflazione – si spera per il benessere di tutta l’economia – dovrebbe tornare moderatame­nte a crescere. Dall'altro, comunque, la discesa degli spread non era un dato così scontato: va ricordato, infatti, che nonostante i tassi di riferiment­o si- ano da lungo tempo ai minimi, durante il periodo della crisi dei debiti sovrani il differenzi­ale applicato dalle banche tra Euribor, Irs e il tasso finito (lo spread, appunto) è restato alto. E i mutui venivano concessi con il contagocce.

I prezzi delle case, intanto – sempre secondo la Bussola che fa riferiment­o alle stime delle perizie effettuate per la concession­e dei finanziame­nti – diminuisco­no di un altro 2% su base annua rispetto al primo trimestre 2014, avvicinand­o il mercato a un nuovo equilibrio che ancora deve essere raggiunto.

«La parola d’ordine – nota però la Bussola – risulta ancora “cautela”: se a inizio 2010 l’importo medio richiesto era di poco superiore ai 140mila euro, nel primo trimestre 2015, questo è infatti risultato pari a 124.291 euro, in ulteriore contrazion­e dello 0,5% rispetto all’importo del quarto trimestre 2014. Come dire: ritorna l’interesse sul mercato, con la domanda di nuovi mutui che segna un +38% nel primo trimestre 2015, ma i consumator­i rimangono ancora prudenti».

Da non dimenticar­e, infine, la componente di surroga e sostituzio­ne, che spiega «circa il 30% delle richieste di mutuo raccolte sul canale online. Nella realtà, però, a livello di intero 2014 solo il 10,9% delle istruttori­e formalment­e presentate agli istituti si riferisce alla rottamazio­ne di vecchi mutui». Con il tasso fisso che viene scelto nel 58% dei casi.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy