Perché ogni governo è diverso da quello che l’ha preceduto
La politica economica del Governo Renzi sta assumendo il suo volto definitivo. Niente aumento delle tasseaveva detto il premier e in effetti a parte qualche probabile ritocco dell’Iva e delle accise paventate in caso di mancati risparmi derivanti dalla spending review, non ci saranno aumenti. Tuttavia si stanno prospettando manovre sul lato della spesa che in effetti sono aumenti delle tasse a tutti gli effetti, come la revisione delle deduzioni e detrazioni o quella sulle pensioni d’oro. Pensavamo di aver toccato il fondo con il Governo Monti che aveva tassato il patrimonio degli italiani in modo drammatico, ma Renzi è più bravo non solo a fare annunci di risultati non ancora raggiunti, ma soprattutto a fare dichiarazioni sulla tassazione che sulla base di quanto si sta prospettando non saranno mantenute. Basta pensare alle tasse introdotte finora dal suo Governo, vedi tassazione dei titoli e fondi o altre decine formalmente non annunciate, per ricredersi. La popolarità del Governo è in calo soprattutto in termini di credibilità per quanto attiene la riduzione della spesa della Pa, che invece aumenta sempre. Da un governo a un altro, nulla cambia su spesa pubblica e tasse, entrambe in aumento. Questa la sua sconsolata conclusione. Non faccio il difensore d’uffi- cio del governo Renzi e dunque continuo a rilevare anch’io il gap che c’è tra annunci e fatti proprio in materia di riduzione della spesa (spending review in grave ritardo, peraltro) e riduzione delle tasse. Inoltre, reputo assai nebulose le prospettive disegnate dal Def e mi aspetto una “difficile” confezione della prossima Legge di stabilità. Tuttavia non mi convince la tesi per cui un governo vale l’altro. L’ultimo di Berlusconi è stato uguale a quello successivo di Monti? L’esecutivo Letta è stato uguale a quello di Monti e quello di Renzi è uguale a quello di Letta o a quello di Berlusconi? Non credo, considerati pregi e difetti dei vari governi. Ciascuno può formulare il giudizio che crede. Io mi limito qui alla traiettoria generale dei progetti ri- formisti. Dalla paralisi dell’ultima fase del governo Berlusconi, allo choc dell’esecutivo d’emergenza Monti, dal primo (timido) cambio di passo anti-austerity del governo Letta all’accelerazione di Renzi (troppo veloce e “solitario”, per molti critici) le differenze ci sono. Possono piacere o non piacere (magari a metà o in quote parti), ma ci sono.