Il Sole 24 Ore

Perché ogni governo è diverso da quello che l’ha preceduto

- Aldo Caggiani

La politica economica del Governo Renzi sta assumendo il suo volto definitivo. Niente aumento delle tasseaveva detto il premier e in effetti a parte qualche probabile ritocco dell’Iva e delle accise paventate in caso di mancati risparmi derivanti dalla spending review, non ci saranno aumenti. Tuttavia si stanno prospettan­do manovre sul lato della spesa che in effetti sono aumenti delle tasse a tutti gli effetti, come la revisione delle deduzioni e detrazioni o quella sulle pensioni d’oro. Pensavamo di aver toccato il fondo con il Governo Monti che aveva tassato il patrimonio degli italiani in modo drammatico, ma Renzi è più bravo non solo a fare annunci di risultati non ancora raggiunti, ma soprattutt­o a fare dichiarazi­oni sulla tassazione che sulla base di quanto si sta prospettan­do non saranno mantenute. Basta pensare alle tasse introdotte finora dal suo Governo, vedi tassazione dei titoli e fondi o altre decine formalment­e non annunciate, per ricredersi. La popolarità del Governo è in calo soprattutt­o in termini di credibilit­à per quanto attiene la riduzione della spesa della Pa, che invece aumenta sempre. Da un governo a un altro, nulla cambia su spesa pubblica e tasse, entrambe in aumento. Questa la sua sconsolata conclusion­e. Non faccio il difensore d’uffi- cio del governo Renzi e dunque continuo a rilevare anch’io il gap che c’è tra annunci e fatti proprio in materia di riduzione della spesa (spending review in grave ritardo, peraltro) e riduzione delle tasse. Inoltre, reputo assai nebulose le prospettiv­e disegnate dal Def e mi aspetto una “difficile” confezione della prossima Legge di stabilità. Tuttavia non mi convince la tesi per cui un governo vale l’altro. L’ultimo di Berlusconi è stato uguale a quello successivo di Monti? L’esecutivo Letta è stato uguale a quello di Monti e quello di Renzi è uguale a quello di Letta o a quello di Berlusconi? Non credo, considerat­i pregi e difetti dei vari governi. Ciascuno può formulare il giudizio che crede. Io mi limito qui alla traiettori­a generale dei progetti ri- formisti. Dalla paralisi dell’ultima fase del governo Berlusconi, allo choc dell’esecutivo d’emergenza Monti, dal primo (timido) cambio di passo anti-austerity del governo Letta all’accelerazi­one di Renzi (troppo veloce e “solitario”, per molti critici) le differenze ci sono. Possono piacere o non piacere (magari a metà o in quote parti), ma ci sono.

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