Pininfarina, ancora nessun accordo con Mahindra
cessione di Pininfarina a Mahindra & Mahindra è un’ipotesi, ma l’accordo ancora non c’è. I soci dell’azienda di design torinese e il mercato avevano creduto di poter vedere l’annuncio dell’intesa prima dell’assemblea di ieri, ma così non è stato. E il titolo, che a Piazza Affari ha corso molto in attesa della cessione mettendo a segno un +76,8% in sei mesi, ieri si è sgonfiato perdendo il 3,46% a 5,58 euro per azione.
Sono bastate poche parole dell’amministratore delegato, Pietro Angori, per chiarire la situazione: «Il gruppo indiano Mahindra & Mahindra ha mostrato interesse per Pininfarina, tuttavia nessun accordo è stato ancora raggiunto» ha dichiarato, precisando poi: «La conclusione di un accordo implica il consenso di Pincar, della società e delle istituzioni finanziarie. Pincar e Pininfarina informeranno immediatamente il mercato qualora un accordo vincolante dovesse essere concluso.
Sono anni che Pininfarina attende un investitore che possa ri- lanciare lo sviluppo dell’azienda e il mercato crede che questa possa essere la volta buona. «Abbiamo notato grande interesse per Pininfarina e per quello che la società è, per la sua storia, il suo stile, la sua ingegneria, di fuori dall’Italia. In Italia non abbiamo riscontrato alcun interesse concreto» ha osservato il presidente della società, Paolo Pininfarina rispondendo a un socio in assemblea e ha continuato: «Pininfarina è unica al mondo ma il mondo oggi è globalizzato e se riesco ad attrarre un investitore che mi dà più sicurezza per il futuro faccio il bene del territorio».
L’ad di Pininfarina ha ricordato in assemblea che «il consiglio d’amministrazione, di concerto con Pincar e le banche creditrici, sta lavorando a diverse ipotesi volte alla definitiva stabilità patrimoniale ed economica del gruppo attraverso il reperimento delle risorse necessarie allo sviluppo e la stabilizzazione dei flussi finanziari con nuove opportunità economiche e commerciali nei settori strategici in cui opera». Sul rapporto con le banche creditrici, poi, il presidente ha aggiunto che è «di grande credibilità. Abbiamo restituito oltre 220 milioni di euro alle banche, mantenendo tutti gli impegni presi,piano dopo piano».
Guardando al futuro, poi, Angori ha anche detto che «la Ferrari Sergio, così importante per l’esercizio 2014, non sarà un esempio unico, ma diverrà una linea di attività rilevante per la Pininfarina del futuro».
L’assemblea dei soci ha approvato, ieri, il bilancio 2014, chiuso con un valore della produzione in crescita dell’8,5% rispetto al 2013 mentre la perdita di esercizio è scesa a 1,3 milioni di euro dai 10,4 milioni di euro dell’esercizio precedente. Il patrimonio netto al 31 dicembre è sceso a 27,9 milioni da 29,4 mentre il debito in linea capitale verso gli enti creditizi è sceso a 104,8 milioni dai 119,3 di un anno fa. È stato, infine, nominato il nuovo cda, che vede la conferma dei 7 membri uscente, cui si aggiungono altri due consiglieri: l’avvocata Romina Guglielmetti e la presidente degli industriali di Torino, Licia Mattioli.
IN BORSA Il titolo in sei mesi ha guadagnato il 76,8%, ier invece ha perso il 3,46% Per perfezionare la cessione serve anche l’ok delle banche