Le «super-dilazioni» trainano la crescita delle rate (+30,4%)
rateazioni fiscali concesse da Equitalia crescono nel numero e nella durata. L’anno scorso l’agente nazionale della riscossione ha concesso 920mila dilazioni, con un aumento del 30,4% rispetto alle rateazioni accese l’anno precedente, per un importo che si ferma poco sotto i 14 miliardi di euro. A spingere il motore di questo meccanismo sono in particolare le super-rate messe in campo dal “decreto del fare”, il Dl 68/2013, che ha permessodidilazionareildebitoin 10 anni e ha ampliato a 8 il numero di rate non pagate che portano alla decadenza. E la tendenza dovrebbe proseguire quest’anno, grazie alla seconda chance concessa dal Milleproroghe a chi non era riuscito a onorare il proprio vecchio piano di rateazione (c’è tempo fino a fine luglio). Il bilancio è stato diffuso ieri al convegno sulla riscossione che Equitalia ha organizzato insieme al Consiglio nazionale e alla Fondazione nazionale dei commercialisti. Proprio il meccanismo delle dilazioni può essere preso a modello di una strategia comune, basata sul confronto, che agente della riscossione e professionisti hanno dichiarato di voler percorrere. Unastrategiache, intempinei quali i segnali di ripresa faticano ancora a riflettersi sulle condizioni concrete dei contribuenti, si rivela cruciale anche per garantire alle casse pubbliche un gettito che altrimenti sarebbe a rischio.
La controprova arriva ancora una volta dai numeri. Le istanze di rateazione «straordinarie», cioè quelle rese possibili dal decreto 69 abbracciano 4,4 miliardi, cioè il 32% degli importi dilazionati nel corso del 2014: in questo quadro più di 3,4 miliardi, cioè tre euro ogni quattro coinvolti nel meccanismo «straordinario», sono imbarcati in piani che prevedono tra 109 e 120 rate, raggiungendo il calendario più lungo. Morale della favola: i piani straordinari si concentrano inevitabilmente sulle cartelle più “pesanti”, cioè proprio quelle che negli ultimi anni sono al centro dell’attenzione dell’amministrazione finanziaria.
«Il nostro impegno - ha sottolineato il presidente di Equitalia Vincenzo Busa, in prima fila anche nella corsa al rinnovo dei vertici aziendali che scatta con l’assem- blea in programma oggi, con la possibilità di un “raddoppio” con l’incarico di ad - è di innovare i metodi che in passato hanno contribuito ad appannare l’immagine della riscossione», in uno sforzo giocato anche in alleanza con i professionisti. Un’alleanza che si traduce nel progetto, portato avanti con la fondazione dei commercialisti, di “riforma” della cartella per renderla più leggera, e che porta anche a qualche apertura sull’aggio: «Potrebbe essere riversato al bilancio dello Stato senza rimanere a Equitalia - riflette Busa - per esprimere meglio la nostra funzione pubblica». I professionisti rilanciano: «L’aggio all’8% è difficilmente comprensibile - spiega Gerardo Longobardi, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti - perché questo meccanismo non può trasformarsi in una sanzione mascherata». L’agenda delle priorità,è ricca, e si apre anche alle compensazioni fra debiti erariali e crediti nei confronti della Pa, che per i professionisti andrebbe estesa alla riscossione spontanea. «Le nostre sono proposte operative - sottolinea il presidente della Fondazione dei commercialisti, Giorgio Sganga - e per la prima volta un comitato scientifico assume un ruolo dinamico sui problemi professionali ».
IL QUADRO Le istanze «straordinarie» a quota 4,4 miliardi Oggi l’assemblea che prenderà in esame il tema-governance