Il Sole 24 Ore

Armani fa da apripista al sistema moda in Italy

- Giulia Crivelli

dice sempre – perché è vero – che alla moda è riconducib­ile un terzo del Pil di Milano. A livello nazionale, il sistema del tessile-abbigliame­nto fornisce un contributo altrettant­o importante: le stime per il 2015, aggiornate proprie ieri dalla Camera della moda, parlano di un fatturato di 64,6 miliardi, in crescita del 5,5% sul 2014, un export di 50,3 miliardi (+7,3%) e con un saldo positivo con l’estero di 19,6 miliardi. Eppure da quando Milano si aggiudicò Expo, nel 2008, e fino a tutto il 2014, la moda è sembrata esclusa dai giochi, forse un po’ incurante o magari offuscata dal grande tema del nutrire il pianeta.

Qualcosa si è sbloccato con la nomina di Giorgio Armani come ”Special ambassador di Expo”, arrivata nel dicembre scorso, alla quale ha fatto subito seguito l'annuncio delle celebrazio­ni per i 40 anni di attività di «Re Giorgio», forse uno degli italiani, in assoluto, più conosciuti all’estero, una sorta di ambasciato­re globale, fin dagli anni 80, dello stile di vita e della creatività del nostro Paese.

Negli ultimi quattro mesi – va detto – è stata poi una corsa, da parte di molti marchi della moda (e di quelli stranieri delle vie del lusso) ad annunciare altre iniziative ad hoc. Come se a un tratto tutti aves- sero cominciato a crederci, nella possibilit­à che Expo, con i suoi 10, forse 20 milioni di visitatori, potesse rilanciare l'immagine della città, del Paese e, perché no, l’economia locale. Non è un caso che domani – anche in questo caso con un’accelerazi­one dal tempismo perfetto – si inauguri anche la nuova Fondazione Prada. Lo spazio per l’arte voluto da Patrizio Bertel- li e Miuccia Prada verrà svelato per la prima volta (e sarà poi aperto al pubblico dal 9 maggio), con la sua superficie espositiva record di 19mila metri. E se Giorgio Armani aveva paragonato il suo Silos – dove ieri sera si è tenuta la sfilata ma che da oggi diventerà la “casa” dei suoi archivi – alla Tate Gallery di Londra, la Fondazione Prada potrà, secondo molti, competere con il Whitney di Renzo Piano appena aperto a New York.

Più dell’arte, comunque, finora poté la moda e il fascino di Armani, inaspettat­o e forse insperato “antipasto di successo” di Expo.

Per la sua festa è riuscito a portare in città mezza Hollywood e buona parte dello star system europeo. Attori e attrici, da DiCaprio a Sophia Loren, che da sempre vestono Armani in scena e fuori, ai quali si sono aggiunti clienti dello stilista e fan forse meno noti ma altrettant­o o persino più facoltosi delle star, come i tanti emiri e plurime consorti che non hanno voluto mancare i festeggiam­enti. Grazie a loro i riflettori su Expo si sono accesi con almeno due giorni di anticipo e forse – complice il concerto in Duomo di ieri con altre due celeb globali Andrea Bocelli e il pianista cinese Lang Lang – nei prossimi giorni al passaggio da Armani si aggiungerà una visita a Rho. Dove, certo, i Paesi in vetrina sono 157, ma gli spazi dedicati alle aziende italiane sono ricchi di nomi della moda e del design. Come sempre abbiamo corso, però un primo traguardo sembra raggiunto e potremmo azzardarci ad affermare, incredibil­e dictu, che Milano è riuscita a fare sistema.

AL RUSH FINALE Prima della nomina, a dicembre 2014, come «ambassador», il settore era sembrato defilato e trascurato

 ?? ANSA ?? Per Milano. Una delle sale del Silos, inaugurato ieri, con 600 abiti e 200 accessori delle collezioni Armani
ANSA Per Milano. Una delle sale del Silos, inaugurato ieri, con 600 abiti e 200 accessori delle collezioni Armani

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