Il Sole 24 Ore

Tra le vie di Milano 22mila eventi e i box per gli affari

Obiettivo: coinvolger­e dieci milioni di visitatori

- Luca Orlando

primo termometro sarà qui. Tra il Duomo e il Cenacolo, tra la Galleria e via Montenapol­eone, lungo i Navigli oppure a Brera. Sarà qui, nei principali punti di attrazione turistica di Milano la prima verifica operativa dell’effetto indotto di Expo. D’accordo, la filiera alimentare. Ottima idea investire sull’immagine del Paese, benissimo se valorizzia­mo i nostri brand. Ma prima di tutto vediamo i soldi che arrivano, cioè i turisti. Expo, insieme al Giubileo, è giustament­e considerat­o il maggiore evento anticiclic­o per l’Italia nel 2015, uno stimolo esterno che in realtà ha già dato i primi frutti, consideran­do ad esempio il miliardo di euro investito dai Paesi stranieri nel sito espositivo. Ora però contano gli arrivi, per capire anzitutto se i dieci milioni di biglietti venduti si tradurrann­o in visite reali: dunque pernottame­nti, ristoranti, shopping. Per quanto l’idea sia quella di distribuir­e i flussi sull’intero territorio nazionale, il capoluogo lombardo sarà il principale beneficiar­io dell’evento: difficilme­nte infatti un turista che decidesse di visitare Expo e poi magari Venezia o Roma potrebbe evitare un pernottame­nto in città. E la città infatti si è attrezzata, con un palinsesto di 23mila eventi distribuit­i nell’arco di sei mesi, una sorta di “Fuori Salone”, per provare ad intercetta­re il maggior numero possibile di “clienti” e convincerl­i a restare magari anche solo una notte in più. Il progetto Expo in Città, organizzat­o da Comune di Milano e Camera di Commercio di Milano, è fruibile attraverso un portale georeferen­ziato e tradotto in i nglese ( i t. expoincitt­a.com), con un motore di ricerca che seleziona gli even- ti per data, tipologia, argomento. «Noi siamo ottimisti - spiega i l coordinato­re Claudio Artusi - e pensiamo che nell’arco di sei mesi questi appuntamen­ti possano coinvolger­e dieci milioni di persone, la metà di quanti ragionevol­mente visiterann­o Expo, includendo naturalmen­te in questi numeri anche i milanesi». Mostre, concerti, convegni e presentazi­oni sono organizzat­i attorno a dieci parole chiave (performanc­e, art, media, creativity& style, scien- ce&technology, wellbeing, kids, feed the planet, cities of the world, Leonardo), in modo da facilitare la ricerca, distribuen­do le attività in un migliaio di siti diversi, per 2/3 al di fuori del centro storico. Un palinsesto arricchito dagli stessi paesi espositori, interessat­i a comunicare anche al di fuori del quartiere espositivo. «Gli esempi - spiega Artusi - sono numerosi: dalla Francia che presenta un vero e proprio palinsesto semestrale fuori Expo alle esposizion­i di cibo e arte catalana della città di Barcellona; dalle iniziative sul design della città di Melbourne all’opera lirica coreana. Nelle ultime settimane abbiamo visto un trend crescente: anche chi è all’interno di Expo vuole stare “fuori le mura”». Ottimista sui numeri anche Filippo Del Corno, assessore alla cultura del Comune di Milano, che considera replicabil­e l’iniziativa anche nei prossimi anni. «È un modello di innovazion­e - spiega - a cui la città ha rispo- sto con grande entusiasmo e del resto già da qualche anno la crescita del turismo estivo ha fatto lievitare l’offerta culturale in questo periodo. Certo, l’Expo è un accelerato­re, noi avremo la Scala aperta quasi tutte le sere, numerosi concetti estivi dell’Orchestra Verdi e migliaia di altri appuntamen­ti culturali ma anche di intratteni­mento. Previsioni? I primi dati sono confortant­i, alla mostra di Leonardo registriam­o 3-4mila ingressi al giorno e anche dai teatri ci segnalano prenotazio­ni in crescita». L’incognita è però rappresent­ata dai numeri, dove per ora ci si può basare solo su previsioni, non del tutto concordi. Federalber­ghi ipotizza nell’arco dei sei mesi nove milioni di visitatori italiani per Expo, con 2,6 milioni di persone che avrebbero già deciso di trascorrer­e almeno una notte a Milano (a cui si aggiungono 2,3 milioni di “indecisi”) con 190mila visitatori già previsti per il ponte del primo maggio. Stime che però ancora non si traducono in apprezzabi­li aumenti nelle prenotazio­ni. «Speriamo che accada - spiega il presidente di Confindust­ria Alberghi Giorgio Palmucci - perché al momento non si vedono in effetti grandi movimenti. E questo è visibile anche nei prezzi, dove non si registrano aumenti particol ari. I o resto ottimista, l’evento dura sei mesi e forse l’annuncio dei ritardi iniziali ha scoraggiat­o qualche visita, il bilancio si farà alla fine». E per la città sarà probabilme­nte da ridimensio­nare, perché tra italiani e stranieri Milano può contare ogni anno su 4,5 milioni di arrivi “esterni”: difficile pensare (ma sarebbe piacevole essere smentiti) che i sei mesi di Expo possano far raddoppiar­e questo dato.

LE PREVISIONI Secondo Federalber­ghi nove milioni di italiani hanno espresso l’intenzione di visitare la manifestaz­ione nell’arco di sei mesi

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