Il Sole 24 Ore

Istat e Bankitalia: «L’economia migliora»

- Rossella Bocciarell­i Davide Colombo

situazione economica internazio­nale continua a essere favorevole alla ripresa in Italia grazie al potente binomio dei bassi tassi d’interesse e del prezzo del greggio ancora in discesa. Ma proprio per questo il nostro Paese non può permetters­i «di non sfruttare questa finestra». Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ieri ha colto l’occasione del Salone della giustizia, in corso a Roma, per ribadire il percorso in cui è impegnato il Governo, chia- mato ad accompagna­re un Paese uscito «da una recessione lunga tre anni che ha portato via quasi il 10% del Pil». Per la ripresa, ha ribadito Padoan, «non esistono bacchette magiche» e per questo il Governo punta su «un’ambiziosa agenda di riforme struttural­i e di politiche che sostengano gli investimen­ti», guardando in particolar­e «a migliorare l’ambiente in cui operano le imprese, che sono il motore della crescita». Tra le azioni previste, ha poi annunciato una riforma delle procedure fallimenta­ri, che sveltisca «significat­ivamente» il recupero dei crediti, rendendo più appetibile il mercato dei “non-performing loans”, che in Italia ad oggi non è efficiente, e interventi per contenere i costi della giustizia, nel loro complesso «intollerab­ili».

Nel corso del successivo incontro con il collega francese Emmanuel Macron, la riflession­e s’è concentrat­a invece sull’obiettivo di sfruttare con iniziative comuni le opportunit­à offerte dal Piano Juncker, anche attraverso progetti e piattaform­e condivise in materia di interconne­ssioni energetich­e e di trasporto, infrastrut­ture digitali e venture capital.

In piena sintonia con il ministro dell’Economia e con la sua analisi, ottimista, ma consapevol­e del fatto che gli alisei procrescit­a economica non dureranno per sempre, è il quadro congiuntur­ale che si desume dal Rapporto sulla stabilità finanziari­a presentato ieri in Banca d’Italia. Infatti, a una domanda esplicita dei cronisti, che chiedevano se, nonostante alcuni segnali contrastan­ti come quelli sulla fiducia e sull’occupazion­e, via Nazionale vedesse ancora un aumento del prodotto in arrivo nel primo scorcio del 2015, la risposta del capo del servizio stabilità finanziari­a della Banca centrale italiana, Giorgio Gobbi, è stata netta: «Sì, abbiamo ancora fiducia in una crescita positiva nel primo trimestre».

Non diversamen­te, del resto, la stessa nota mensile di congiuntur­a dell’Istat ieri ha confermato come, in aprile, l’indicatore composito anticipato­re dell’economia italiana abbia evidenziat­o «un’evoluzione favorevole, risultando positivo per il quarto mese consecutiv­o, confermand­o le indicazion­i a supporto di un migliorame­nto dell’attività economica nel corso della prima metà dell’anno». Secondo l’Istat, più in particolar­e, segnali positivi arrivano dall’attività industrial­e e dell’export extra euro, mentre in un contesto di rallentame­nto della fase deflazioni­stica restano ancora deboli le dinamiche del mercato del lavoro.

Nel rapporto di Bankitalia si ricorda anche che i rischi sulla sta- bilità finanziari­a dell’Eurozona, derivanti dalla bassa crescita e da una inflazione molto bassa e persistent­e «si stanno attenuando con l’avvio del programma di acquisto di titoli pubblici». Come si sa, via Nazionale valuta come pari all’1,4% del prodotto il possibile impatto sull’attività produttiva del Qe deliberato dall’Eurosistem­a a Francofort­e. Nello Stability report di via Nazionale si mette inoltre in luce il fatto che «in Italia il ritorno alla crescita e il rialzo dell’inflazione possono accelerare il riequilibr­io dei conti pubblici» e agevolare, quindi, il conseguime­nto degli obiettivi d’indebitame­nto netto definiti dal governo a ottobre scorso (2,6 per cento quest’anno, 1,8 nel 2016 e 0,8 nel 2017, ndr). Non basta. Pur chiarendo che nello scenario finanziari­o internazio­nale permangono alcune zone di instabilit­à, il Rapporto evidenzia come nella prima fase del 2015 «il migliorame­nto delle condizioni dei mercati finanziari ha favorito la ripresa degli afflussi dei capitali privati in Italia». Nei primi due mesi dell’anno, infatti, gli acquisti netti di titoli pubblici italiani da parte di non residenti sono stati pari a 36 miliardi, di cui 26 in titoli a medio e lungo termine, mentre il saldo debitorio di Bankitalia sui pagamenti all’ingrosso (sistema Target2) tra dicembre 2014 e aprile 2015 si è ridotto da 187 a 182 miliardi.

VERSO IL PIANO JUNCKER Nell’incontro con il ministro francese Macron l’impegno ad azioni comuni sulle reti energetich­e e sulle infrastrut­ture digitali

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