Una competizione trasparente: così sceglieremo chi ci governa
Molto buona. Rappresenta un punto di equilibrio tra governabilità e rappresentatività Mette nelle mani degli elettori la possibilità di scegliere chi li governa e non solo chi li rappresenta. Favorisce la governabilità, grazie a premio di maggioranza e ballottaggio, senza sacrificare eccessivamente la rappresentanza di forze minori. Favorisce la presenza di donne in parlamento Il meccanismo delle candidature plurime avrebbe potuto essere congegnato in modo da eliminare la possibilità per il candidato eletto in più collegi di scegliere il collegio da rappresentare. Inoltre il potersi candidare in dieci collegi è eccessivo Assolutamente d’accordo. Le elezioni produrranno sempre e comunque un vincitore con una maggioranza certa di seggi, il 54% almeno. Chi vince governa, senza alibi. Nella maggior parte dei casi ciò avverrà con il ballottaggio. E questo rende tutto molto trasparente. Saranno gli elettori a decidere il governo del paese Nessun rischio. Chi vince avrà 340 seggi . I perdenti si divideranno 277 seggi. La soglia bassa al 3% garantisce la rappresentanza anche di forze minori. I detrattori da una parte si lamentano per un inesistente difetto di rappresentatività, dall’altra gridano al fatto che una soglia bassa condanni l’opposizione a rimanere divisa e frammentata Certamente. La soglia per far scattare il premio c’è. Inoltre, come già detto, la modalità di funzionamento normale del sistema sarà il ballottaggio. Questo meccanismo semplifica la competizione e “legittima” la disproporzionalità. Guardando all’estero, Tony Blair nel 2005 ha preso il 55% dei seggi con il 35% dei voti. Nelle ultime elezioni in Giappone il partito liberal democratico ha ottenuto il 61% dei seggi con il 33% dei voti proporzionali e il 48% dei voti maggioritari. E così via. No. Tanto per cominciare il sistema non è proporzionale ma maggioritario. Il premio è un meccanismo trasparente. Nei sistemi con collegi uninominali c’è ma è parcellizzato collegio per collegio e può essere complessivamente molto più alto di quello previsto dall'Italicum. Nel nostro caso il premio è predeterminato e chiaro. Chi vince avrà il 54% dei seggi e non il 60% o più, come per esempio è accaduto in Francia Con un sistema come questo che determina sempre e comunque un vincitore non c’è bisogno di una soglia più alta. Chi vince governa senza bisogno di piccoli partiti. Questi perdono il loro potere di coalizione e quindi il loro potere di ricatto. Non fanno danni e garantiscono maggiore rappresentatività Col tempo, il premio e soprattutto il ballottaggio porteranno ad un sistema imperniato su due partiti che si contenderanno la vittoria e un numero imprecisato di piccoli partiti che si accontenteranno di una rappresentanza. Una soglia al 5% non risolverebbe il problema dell’attuale frammentazione dell’opposizione e della sua non competitività. Questa dipende dalla mancanza di leadership nel centro-destra e dalla forza del M5s.
nome del capolista apparirà sulla scheda accanto al simbolo del partito. Se l’elettore non gradirà il candidato non voterà il partito. Né più né meno di come succedeva con i collegi uninominali della legge Mattarella. Gli altri candidati sono compresi in liste con pochi nomi perché i collegi sono piccoli e in più c’è il voto di preferenza. La Consulta può essere contenta
candidature plurime non sono una bella cosa. Potevano essere meno e meglio congegnate. Sono tecnicamente necessarie per rendere meno casuale l’assegnazione dei seggi spettanti ai piccoli partiti. Esistevano anche ai tempi della Prima Repubblica quando ci si poteva candidare sia alla Camera che al Senato. Ed erano previste anche dalla legge Mattarella
un margine sufficiente. Un premio maggiore avrebbe fatto gridare ancora di più all’eccesso di disproporzionalità. Inoltre il margine può aumentare, e aumenterà, grazie ai 13 seggi della Valle d’Aosta e della circoscrizione estero, che si divideranno tra vincente e perdenti. In ogni caso la stabilità dei governi non può essere garantita solo dal sistema elettorale
degli obiettivi dell’Italicum è proprio quello di favorire la creazione di un sistema imperniato su due grandi partiti. I piccoli partiti resteranno ma senza poter influenzare la formazione dei governi. L'apparentamento avrebbe fatto rientrare dalla finestra quello che si è cacciato dalla porta con il premio assegnato solo alla lista e non alla coalizione. Darebbe di nuovo ai piccoli il potere di ricattare i grandi
un’anomalia, ma l’Italicum non sarebbe un efficiente sistema elettorale senza il superamento del bicameralismo attuale e quindi senza la riforma del Senato
è. Per questo è essenziale che venga approvata la riforma costituzionale
no. Questa accusa è una sciocchezza. Il presidenzialismo è del tutto una altra cosa. La nostra forma di governo resta parlamentare, ma l’Italicum darà agli elettori un grande potere e una grande responsabilità, quella di scegliere “direttamente” il governo del paese. Ma il governo potrà essere sfiduciato dal parlamento in qualunque momento