I numeri cambiano insieme alla mentalità
Comesempre, idatiaiutano enonaiutanoacapire. Talvoltaintristiscono, specieinquestitempigramidella lungacrisi. Dueelementi, però, risultanoindubbi: irischidi deflazioneinItaliasonoincalo; e preoccupalapermanenzadella disoccupazionesulivelliviciniai massimistorici, adifferenzadegli altriPaesidelVecchio Continente. Nell’Eurozona l’indicedeiprezzialconsumoè rimastosostanzialmente invariato, prossimoallozero. In buonasostanzailpuntodi minimosembradavveroalle spalleenel2015, secondogli analisti, l’inflazioneitaliana dovrebbemantenersimolto simileaquelladell’annoscorso. Atuttoquestosiaccompagna l’indaginerapidasulla produzioneindustriale, diffusa ieridalCentrostudidi Confindustria: vienerilevatoun incrementogenerale, seppur debole(+0,5%), ancherispetto agliordiniinvolume, esiricorda ilmiglioramentodellafiducianel manifatturieroinaprile, con l’indicecomplessivoIstatin crescitaperl’ottavomesedifila (+0,4punti, a104,1), aimassimida giugno2011. Servonoprudenza, pensarepositivoeunoscattodi reni. Proprioieriilministro dell’EconomiaPadoanha sottolineatocomela «finestradi opportunitàmacroeconomiche nondureràineterno» eche dunquenonpossiamo permetterciillussodinon sfruttarla. Isegnalidicrescita, che cisono, vannotrasformatiinuna ripresapiùforte, basatasu «misurestrutturali». Riforme, quindi, maancheeserciziodi responsabilitàatuttiilivelli. Idati cambianoanchequandocambia lamentalità: nelBelpaese coesistonounadebolecultura delleregole– daparteditutti– e unaingombrantepresenza burocratica, aqualsiasilivello. Chesonopoigliostacolipeggiori perunosviluppomodernodiuna economia“madeinItaly” intelligente, nonspietata, socialmentecondivisa, velocee capacesuimercati. Inumerili abbiamo. Nonsprechiamoli, riducendoliadatigrigie inconsistenti.