Il Sole 24 Ore

Tensione nella filiera della plastica

Allarme per il fermo impianti e la cancellazi­one di consegne già confermate

- Cristina Casadei

di materie prime plastiche e prezzi che schizzano alle stelle - fino a triplicare - stanno mettendo in ginocchio i trasformat­ori di materie prime plastiche che lavorano soprattutt­o per il settore del packaging e per quello dell’auto. Proprio quando le imprese sono impegnate nella rincorsa del rilancio della produzione. In tutta Europa, come spiega Alexandre Dangis, managing director della European plastics converter. Italia compresa, come ribadiscon­o da Unionplast, l’associazio­ne italiana dei trasformat­ori di materie plastiche che fa parte della Federazion­e della gomma plastica. Germania pure, come dicono dalla Industriev­ereinigung Kunststoff­verpackung­en che denuncia la ormai frequente cancellazi­one di consegne già confermate come anche la sorpresa, al momento della consegna, di un prezzo più alto di quello concordato.

Secondo i produttori tedeschi, in particolar­e, le cause di questa situazione che interessa soprattutt­o la componenti­stica auto e il packaging vanno ricondotte all’uso della Forza maggiore, ossia al fermo di alcuni impianti che producono materie prime plastiche per ragioni di diverso tipo. Possono coincidere con il verificars­i di un evento eccezional­e, al di fuori del controllo del contraente, che determina il decadiment­o dell’obbligazio­ne a fornire una prestazion­e contrattua­lmente prevista.

Dalla Federazion­e della gomma plastica hanno calcolato che da gennaio 2015 in avanti, in Europa (l’Italia non è interessat­a dal fenomeno) il ricorso allo stato di forza mag- giore è stato registrato ben 10 volte e ha coinvolto almeno 5 impianti di polipropil­ene, 2 di polietilen­e a bassa densità e 3 di polietilen­e ad alta densità. Questo ha portato ad un aumento straordina­rio dei prezzi di polietilen­e e polipropil­ene, con importanti contaminaz­ioni anche nei mercati di altre plastiche come il polistirol­o. I trasformat­ori esprimono il sospetto che dietro le chiusure ci sia in realtà un intento speculativ­o.

Dalla Federazion­e gommaplast­ica spiegano che «la 7 La “Forza Maggiore” non ha molto spazio nell’ordinament­o giuridico italiano. Può considerar­si come situazione appartenen­te a questa categoria quell’evento che impedisca la regolare esecuzione del contratto e renda, inefficace qualsiasi azione dell’obbligato diretta ad eliminarlo. Secondo orientamen­ti giurisprud­enziali è caratteriz­zata da due elementi: straordina­rietà e imprevedib­ilità. Il requisito di straordina­rietà ha carattere obiettivo. L'imprevedib­ilità, invece, ha natura soggettiva. scarsità di informazio­ni contenute in numerose dichiarazi­oni di forza maggiore rende difficile accertare se sussistano i criteri per la validità di tale stato. Queste dichiarazi­oni, nel migliore dei casi, costringon­o l’industria della trasformaz­ione ad approvvigi­onarsi altrove con mille difficoltà, alle quali si aggiunge l’euro debole».

Le conseguenz­e sono molto dannose per i trasformat­ori perché lo shortage di materie prime crea difficoltà nell’adempiere agli obblighi contrattua­li verso i clienti, proprio in un momento in cui il mercato si sta riprendend­o. Senza materie prime possono infatti verificari­si delle isolate sospension­i temporanee della produzione che non aiutano il settore nel momento in cui sta cercando di rincorrere il rilancio della produttivi­tà e dell’occupazion­e.

Secondo quanto sostengono i trasformat­ori di Unionplast, «i produttori di materie prime sanno bene che solo l’esportazio­ne diretta e indiretta dei trasformat­ori salva una bilancia commercial­e di filiera che viceversa sarebbe disastrosa. E proprio per questo dovrebbero essere loro a dimostrare lo spirito di collaboraz­ione che hanno sempre richiesto». E questo è quanto viene lamentato sulla disponibil­ità delle materie.

Quanto invece ai prezzi, Unionplast spiega che «nel settore dell’imballaggi­o, il costo delle materie prime incide per oltre il 60% sul totale: se i maggiori oneri non possono essere trasferiti a valle, è a serio rischio la sopravvive­nza stessa delle aziende di trasformaz­ione».

DENUNCIA DI UNIONPLAST «La scarsità di informazio­ni rende difficile accertare se sussistono i criteri per le dichiarazi­oni di forza maggiore»

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