Tensione nella filiera della plastica
Allarme per il fermo impianti e la cancellazione di consegne già confermate
di materie prime plastiche e prezzi che schizzano alle stelle - fino a triplicare - stanno mettendo in ginocchio i trasformatori di materie prime plastiche che lavorano soprattutto per il settore del packaging e per quello dell’auto. Proprio quando le imprese sono impegnate nella rincorsa del rilancio della produzione. In tutta Europa, come spiega Alexandre Dangis, managing director della European plastics converter. Italia compresa, come ribadiscono da Unionplast, l’associazione italiana dei trasformatori di materie plastiche che fa parte della Federazione della gomma plastica. Germania pure, come dicono dalla Industrievereinigung Kunststoffverpackungen che denuncia la ormai frequente cancellazione di consegne già confermate come anche la sorpresa, al momento della consegna, di un prezzo più alto di quello concordato.
Secondo i produttori tedeschi, in particolare, le cause di questa situazione che interessa soprattutto la componentistica auto e il packaging vanno ricondotte all’uso della Forza maggiore, ossia al fermo di alcuni impianti che producono materie prime plastiche per ragioni di diverso tipo. Possono coincidere con il verificarsi di un evento eccezionale, al di fuori del controllo del contraente, che determina il decadimento dell’obbligazione a fornire una prestazione contrattualmente prevista.
Dalla Federazione della gomma plastica hanno calcolato che da gennaio 2015 in avanti, in Europa (l’Italia non è interessata dal fenomeno) il ricorso allo stato di forza mag- giore è stato registrato ben 10 volte e ha coinvolto almeno 5 impianti di polipropilene, 2 di polietilene a bassa densità e 3 di polietilene ad alta densità. Questo ha portato ad un aumento straordinario dei prezzi di polietilene e polipropilene, con importanti contaminazioni anche nei mercati di altre plastiche come il polistirolo. I trasformatori esprimono il sospetto che dietro le chiusure ci sia in realtà un intento speculativo.
Dalla Federazione gommaplastica spiegano che «la 7 La “Forza Maggiore” non ha molto spazio nell’ordinamento giuridico italiano. Può considerarsi come situazione appartenente a questa categoria quell’evento che impedisca la regolare esecuzione del contratto e renda, inefficace qualsiasi azione dell’obbligato diretta ad eliminarlo. Secondo orientamenti giurisprudenziali è caratterizzata da due elementi: straordinarietà e imprevedibilità. Il requisito di straordinarietà ha carattere obiettivo. L'imprevedibilità, invece, ha natura soggettiva. scarsità di informazioni contenute in numerose dichiarazioni di forza maggiore rende difficile accertare se sussistano i criteri per la validità di tale stato. Queste dichiarazioni, nel migliore dei casi, costringono l’industria della trasformazione ad approvvigionarsi altrove con mille difficoltà, alle quali si aggiunge l’euro debole».
Le conseguenze sono molto dannose per i trasformatori perché lo shortage di materie prime crea difficoltà nell’adempiere agli obblighi contrattuali verso i clienti, proprio in un momento in cui il mercato si sta riprendendo. Senza materie prime possono infatti verificarisi delle isolate sospensioni temporanee della produzione che non aiutano il settore nel momento in cui sta cercando di rincorrere il rilancio della produttività e dell’occupazione.
Secondo quanto sostengono i trasformatori di Unionplast, «i produttori di materie prime sanno bene che solo l’esportazione diretta e indiretta dei trasformatori salva una bilancia commerciale di filiera che viceversa sarebbe disastrosa. E proprio per questo dovrebbero essere loro a dimostrare lo spirito di collaborazione che hanno sempre richiesto». E questo è quanto viene lamentato sulla disponibilità delle materie.
Quanto invece ai prezzi, Unionplast spiega che «nel settore dell’imballaggio, il costo delle materie prime incide per oltre il 60% sul totale: se i maggiori oneri non possono essere trasferiti a valle, è a serio rischio la sopravvivenza stessa delle aziende di trasformazione».
DENUNCIA DI UNIONPLAST «La scarsità di informazioni rende difficile accertare se sussistono i criteri per le dichiarazioni di forza maggiore»