Il Sole 24 Ore

Il Gse vara le regole per le manutenzio­ni Pannelli liberi di crescere ma con l’incentivo bloccato

- Federico Rendina

pannelli fotovoltai­ci italiani potranno continuare a crescere liberament­e, potranno modernizza­rsi e diventare più efficienti conservand­o i vecchi e generosiss­imi incentivi ventennali che non valgonoper­lenuoveins­tallazioni. Potranno, insomma, mantenere intatto il valore degli investimen­ti già mobilitati. Ma guai agli abusi. Guai a chi si illude di sfruttare la manutenzio­ne per accrescere gli introiti. Le centrali solari potranno crescere di potenza, ma gli incentivi continuera­nno ad essere commisurat­i alla produzione media già realizzata. È questo il senso della delibera che il Gse, il gestore pubblico dei servizi energetici, pubblica oggi sul suo sito Internet.

Il Gse è rimasto fermo sul criterio base che ha guidato la consultazi­one pubblica: il volume totale degli incentivi annui non dovrà superare l’attuale soglia dei 6,7 miliardi di euro annui, così da non infliggere ulteriori oneri ai consumator­i (che finanziano interament­e i sussidi con le bollette). Di qui il principio inderogabi­le di un “cap” sia sull’incentivo totale sia sui singoli impianti. Anche se un po’ di flessibili­tà ci sarà, con una tolleranza di qualche punto percentual­e di produzione in più. Tenendo conto ad esempio della necessità di sostituire i pannelli solari con dispositiv­i analoghi ma più efficienti, ma solo in determinat­i casi e con procedure certificat­e.

Gli operatori chiedevano invece maggiore libertà di potenzia- mento degli impianti esistenti, in nome del progresso tecnologic­o checonsent­eguadagnid­iefficienz­a significat­ivi anche sostituend­o solo alcuni componenti. Per promuovere anche che così l’ulteriore crescita delle rinnovabil­i italiane. Un appello che godeva di buoni sostegni anche in Parlamento. Ad esempio dal Movimento Cinque Stelle che fino all’ultimo ha cercato,acolpidime­morieeinte­rrogazioni parlamenta­ri, di convincere il Governo a intervenir­e direttamen­te per favorire il riconoscim­entoanchee­conomicode­i potenziame­nti ottenuti con le manutenzio­ni. Anche perché i parlamenta­ri dell'M5S contestava­no la stessa legittimit­à del Gse a intervenir­e esercitand­o competenze «che sono – rimarca il senatore grillino Gianni Girotto - di esclusivo tipo regolament­are e non legislativ­o». Di qui l’illegittim­ità di una «modifica retroattiv­a» degli incentivip­revistidal­meccanismo del conto energia che «non menziona alcun tetto di produzione» in quanto la cifra di 6,7 miliardi si riferisce sempliceme­nte ad una stima «riferita al costo indicativo cumulato» dell’incentivaz­ione.

Sta di fatto che nell'ultima normativas­ulle“manutenzio­ni”ilgoverno non ha ritenuto di intervenir­e. Ha lasciato che tutto fosse risolto dal Gse.

ARGINE ALLA SPESA Un cap sul sussidio totale di 6,7 miliardi l’anno e sui singoli impianti, con un bonus sui dispositiv­i fuori produzione

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