Il Gse vara le regole per le manutenzioni Pannelli liberi di crescere ma con l’incentivo bloccato
pannelli fotovoltaici italiani potranno continuare a crescere liberamente, potranno modernizzarsi e diventare più efficienti conservando i vecchi e generosissimi incentivi ventennali che non valgonoperlenuoveinstallazioni. Potranno, insomma, mantenere intatto il valore degli investimenti già mobilitati. Ma guai agli abusi. Guai a chi si illude di sfruttare la manutenzione per accrescere gli introiti. Le centrali solari potranno crescere di potenza, ma gli incentivi continueranno ad essere commisurati alla produzione media già realizzata. È questo il senso della delibera che il Gse, il gestore pubblico dei servizi energetici, pubblica oggi sul suo sito Internet.
Il Gse è rimasto fermo sul criterio base che ha guidato la consultazione pubblica: il volume totale degli incentivi annui non dovrà superare l’attuale soglia dei 6,7 miliardi di euro annui, così da non infliggere ulteriori oneri ai consumatori (che finanziano interamente i sussidi con le bollette). Di qui il principio inderogabile di un “cap” sia sull’incentivo totale sia sui singoli impianti. Anche se un po’ di flessibilità ci sarà, con una tolleranza di qualche punto percentuale di produzione in più. Tenendo conto ad esempio della necessità di sostituire i pannelli solari con dispositivi analoghi ma più efficienti, ma solo in determinati casi e con procedure certificate.
Gli operatori chiedevano invece maggiore libertà di potenzia- mento degli impianti esistenti, in nome del progresso tecnologico checonsenteguadagnidiefficienza significativi anche sostituendo solo alcuni componenti. Per promuovere anche che così l’ulteriore crescita delle rinnovabili italiane. Un appello che godeva di buoni sostegni anche in Parlamento. Ad esempio dal Movimento Cinque Stelle che fino all’ultimo ha cercato,acolpidimemorieeinterrogazioni parlamentari, di convincere il Governo a intervenire direttamente per favorire il riconoscimentoancheeconomicodei potenziamenti ottenuti con le manutenzioni. Anche perché i parlamentari dell'M5S contestavano la stessa legittimità del Gse a intervenire esercitando competenze «che sono – rimarca il senatore grillino Gianni Girotto - di esclusivo tipo regolamentare e non legislativo». Di qui l’illegittimità di una «modifica retroattiva» degli incentiviprevistidalmeccanismo del conto energia che «non menziona alcun tetto di produzione» in quanto la cifra di 6,7 miliardi si riferisce semplicemente ad una stima «riferita al costo indicativo cumulato» dell’incentivazione.
Sta di fatto che nell'ultima normativasulle“manutenzioni”ilgoverno non ha ritenuto di intervenire. Ha lasciato che tutto fosse risolto dal Gse.
ARGINE ALLA SPESA Un cap sul sussidio totale di 6,7 miliardi l’anno e sui singoli impianti, con un bonus sui dispositivi fuori produzione