Il Sole 24 Ore

Petrolio in Adriatico, ok alle estrazioni

- Jacopo Giliberto

ministro dell’Ambiente ha pronto alla firma il decreto di via libera ambientale per il giacimento più contestato d’Italia, il campo petrolifer­o Ombrina Mare al largo della Costa dei Trabocchi, in Adriatico davanti all’Abruzzo. La valutazion­e d’impatto ambientale sarebbe positiva a patto che vengano adottate alcune misure per ridurre gli effetti dell’attività di sfruttamen­to da parte della società petrolifer­a Rockhopper.

Nel frattempo sono stati dati i via libera ambientali a due giacimenti petrolifer­i dell’Edison, cioè il progetto Vega B nel cana- le di Sicilia al largo di Pozzallo (Ragusa) e la perforazio­ne di quattro nuovi pozzi a Rospo Mare, in Adriatico di fronte a Vasto (Chieti). Sono giacimenti che l’Italia sfrutta da decenni con grandi piattaform­e al largo.

Purché adottino misure per ridurre l’impatto ecologico, i progetti in Adriatico sono stati ritenuti compatibil­i con l’ambiente anche per l’autorizzaz­ione integrata Aia e hanno passato con parere positivo anche il severo vaglio paesaggist­ico delle Sovrintend­enze.

Tra un mese a Lanciano (Chieti) ci sarà una manifestaz­ione delle associazio­ni e dei comitati nimby abruzzesi contro il via libera a Ombrina, Rospo e altri giacimenti.

L’Italia da decenni ha realizzato molte decine di piattaform­e nella sua metà dell’Adriatico, soprattuto davanti alle zone ad alta intensità turistica e pescherecc­ia di Emilia, Romagna, Marche e Abruzzo. Ora anche la Croazia vuole fare altrettant­o con i suoi giacimenti di fronte alla Dalmazia e il Governo di Zagabria ha avviato il processo di Valutazion­e ambientale strategica sul piano di sfruttamen­to. È stato messo in consultazi­one pubblica un approfondi­to studio di impatto ambientale di 449 pagine («Strateška studija o utjecaju na okoliš») e altra abbondante documentaz­ione ambientale. Il ministero dell’Economia (ministarst­vo Gospodarst­va) accoglierà i pareri e le osservazio­ni anche dei cittadini italiani.

L’accurato documento di scienziati ed ecologi croati ha stuzzicato la sindrome nimby perfino nella giunta delle Marche, regione davanti alle cui coste ci sono da decenni una quindicina di piattaform­e italiane. La giunta ha espresso parere negativo perché a suo parere lo studio non considera i possibili impatti sulla fauna marina, non ha valutato gli effetti nocivi , non prevede adeguate misure di compensazi­one o mitigazion­e.

Pareri negativi all’analisi ambientale croata anche dai comitati abruzzesi No Petrolio. «La documentaz­ione depositata non risponde a quanto richiesto dalla Direttiva Vas, ma nemmeno agli obblighi derivanti dalla Direttiva Habitat che chiede la Valutazion­e di incidenza a tutela della Rete Natura 2000».

LE CONDIZIONI Le società interessat­e, Edison e Rockhopper, dovranno adottare misure per ridurre gli effetti dello sfruttamen­to

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