Il Sole 24 Ore

Ubi avvia il cantiere statuto, si parte dal Comitato rischi

- Luca Davi

Banca apre il cantiere sulla riforma dello statuto. Il Consiglio di Sorveglian­za, d’accordo con quello di Gestione, martedì 29 ha dato mandato alle strutture legali interne di avviare le procedure per le «indispensa­bili modifiche allo statuto», come aveva anticipato nei giorni scorsi il presidente del Cds Andrea Moltrasio.

Allo studio del board c’è una serie di correttivi che modificher­anno in misura sostanzial­e la carta statutaria della banca. Anche perché la direzione verso cui l’istituto popolare sta andando, come noto, è quella della trasformaz­ione in spa, come imposto dalla riforma. Un traguardo che la banca guidata da Victor Massiah conta di tagliare entro la fine dell’anno, ben prima dei 18 mesi previsti dalla novità normativa. «È ragionevol­e dire che entro l’anno faremo l’assemblea per la trasformaz­io- ne in Spa», aveva detto Moltrasio a margine dell’assemblea dei soci tenutasi lo scorso 25 aprile.

L’accelerazi­one impressa da Ubi – la prima tra le grandi banche popolari ad aver già avviato i lavori per la riforma dello statuto – si spiega anche con l’intenzione di giungere all'assemblea di aprile 2016, in cui è previsto rinnovo dei vertici societari, già nella nuova veste societaria. Sebbene ci sia un anno di tempo, vanno considerat­i i tempi tecnici per l’elaborazio­ne del nuovo testo (che impegneran­no i legali nelle prossime settimane) e per le necessarie approvazio­ni di rito, visto che il nuovo statuto dovrà comunque passare al vaglio di Banca d'Italia e della Bce, che hanno 90 giorni a disposizio­ne. Ecco perché è prevedibil­e che il nuovo statuto (e la coincident­e trasformaz­ione in Spa) venga approvato in autunno inoltrato. All’interno del board, tuttavia, non vi è alcuna tentazione di ab- bandonare l’attuale assetto di governance, basato sul duale, che fino ad oggi ha tenuto in equilibrio le richieste degli stakeholde­r e dei territori rappresent­ati.

Le novità in tema di governance tuttavia non si fermano qui. Il Cds è alle prese anche con l’attuazione delle modifiche in ottemperan­za alla circolare n. 285, che prevedono un rafforzame­nto delle competenze del Cds stesso quale Organo di supervisio­ne strategica, come approvato dall’assemblea dei soci. In seno al Consiglio è quindi stato costituito il Comitato Rischi, che recepisce i poteri che prima erano prerogativ­a del Comitato Controllo. Nel contempo è stato cancellato il Comitato Bilancio, che ha ceduto le competenze al competenze ai Controlli interni. L’intero ridisegno dei poteri dei comitati dovrà ora avere l’ok di Banca d'Italia.

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