Il dollaro frena l’utile di Cnh Industrial
I conti del 1° trimestre 2015 di Fiat Chrysler e l’appello di Sergio Marchionne al consolidamento del settore auto non sono piaciuti al mercato. Le azioni Fca hanno perso ieri il 5,65% a 13,35 euro, portando al 12,8% lo scivolone nelle ultime tre sedute e segnando il minimo da oltre 2 mesi.
Gli analisti finanziari, che mercoledì avevano ingaggiato una battaglia dialettica anche aspra con il manager, hanno contribuito al ribasso esprimendo scetticismo nei report pubblicati ieri. Secondo Max Warburton, di Alliance Bernstein, «la delicata situazione finanziaria di Fca e il bilancio indebitato sono tra i più deboli del settore»; ciò «spiega il desiderio di Marchionne di cercare un deal», anche se «secondo noi l’attrattiva per un partner è limitata».
Arndt Ellinghorst, di Evercore Isi, mantiene un rating sell con obiettivo 7,5 euro e sottolinea che il problema del settore evidenziato da Marchionne, ovvero un insufficiente ritorno sul capitale, «è più pronunciato per Fca che per molti concorrenti»; il report esprime dubbi sul fatto che il consolidamento tra i big possa cambiare in maniera decisiva la situazione: «Primo, non è detto che le fusioni migliorino il rendimento del capitale - come il caso DaimlerChry- sler dimostra. Secondo, per raccogliere i benefici ci vuole molto tempo, fino a dieci anni». Segue una “provocazione” ribaltata su Marchionne: «Che il più forte sopravviva - dice Ellinghorst -. In tale scenario, anche il futuro di Fca potrebbe essere precario».
Gabriele Gambarova, di Banca Akros, è più ottimista: mantiene la raccomandazione buy sul titolo ma taglia il prezzo obiettivo da 20,50 a 18,65 euro perché «sembra chiaro che la prospettiva di una fusione con un altro costruttore è ancora lontana». Secondo Adam Jonas di Morgan Stanley, che ha una raccomandazione overweight (sovrapesare), «non ci sono potenzia- li partner disposti a discutere apertamente una fusione con Fca... ma ciò non vuol dire che qualcuno non possa essere incoraggiato quantomeno a sedersi al tavolo». Secondo Jonas entrambe le rivali di Fca di Detroit, Gm e Ford, «guadagnerebbero immensamente da un ulteriore consolidamento delle piattaforme».
Marchionne ha ipotizzato ieri che una fusione di Fiat Chrysler con un altro costruttore potrebbe portare risparmi fra i 2,5 e i 4,5 miliardi di euro annui, grazie a sinergie che potrebbero andare a regime in quattro anni. «Credo che, in base alla storia di accordi di questo tipo, le previsioni formulate da Marchionne sono nella fascia alta dei risparmi ottenibili e i tempi di realizzazione dipendono molto dalle uscite dei nuovi veicoli su base comune che possono richiedere molti anni» dice Stefano Aversa, Presidente per l'area Emea della società di consulenza AlixPartners» dice Stefano Aversa, presidente Emea della società di consulenza AlixPartners.
Ieri intanto sono stati pubblicati i conti di Cnh Industrial, l’azienda di trattori e camion controllata da Exor, che ha chiuso il primo trimestre 2015 con un netto calo di fatturato e utili: i ricavi sono scesi del 21% a 5,96 miliardi di dollari e l’utile netto è diminuito da 101 a 23 milioni; quasi dimezzato l’utile operativodelleattivitàindustriali, sceso da 412 a 223 milioni. Sui risultati ha pesato negativamente la rivalu- tazione del dollaro: a cambi costanti il fatturato è sceso dell’11 per cento. Il titolo CnhI, che in mattinata era stato fra i peggiori del listino, è tornato in territorio positivo dopo l’annuncio dei risultati.
Tra i segnali positivi il ritorno in nero della divisione camion Iveco, che ha guadagnato 1 milione di dollari contro il passivo di 70 milioni nello stesso periodo del 2014 nonostante una riduzione dell’11% del giro d’affari. Per l’intero 2015 il gruppo olandese prevede ricavi industriali fra i 26 e i 27 miliardi di dollari (in calo rispetto ai precedenti 28 miliardi a causa dell’effetto valute), con un margine operativo fra il 6,1% e il 6,4% e un indebitamento netto industriale che dovrebbe assestarsi a 2,1-2,3 miliardi (2,2-2,4 la forchetta precedente).