Il Sole 24 Ore

Bilanci locali, il Viminale «vigila»

- Gianni Trovati

termine per chiudere i consuntivi degli enti locali è scaduto ieri, senza che siano state accolte le richieste di slittament­o piovute nelle ultime settimane da parte degli amministra­tori, e intanto si profila la prossima scadenza, fissata al 31 maggio, per l’approvazio­ne dei preventivi 2015 con le decisioni su aliquote e tariffe di quest’anno.

Anche su questo prossimo appuntamen­to cominciano a infittirsi le voci di rinvio, finora respinte dal Governo, e intanto il Viminale ha avviato con tutte le Prefetture un monitoragg­io “in tempo reale” sulla situazione dei bilanci nelle varie Province. Entro il 5 di ogni mese, le Prefetture dovranno inviare al centro i dati su quanti Comuni, Province, Città metropolit­ane, Comunità montane e Unioni di Comuni hanno approvato i rendiconti del 2014 e i preventivi di quest’anno. Tutto ovviamente dovrà viaggiare online, e per questa ragione il ministero ha allegato alla circolare una tabella excel standard che gli uffici territoria­li dovranno compilare: entro il 5 maggio, insomma, si dovrebbe sapere quante sono le amministra­zioni che hanno sfo- rato i termini per i consuntivi.

L’obiettivo del ministero dell’Interno, è bene dirlo subito, è conoscitiv­o e non sanzionato­rio. Se diventerà struttural­e, infatti, il monitoragg­io permetterà di avere un quadro continuo e dettagliat­o sulla maturazion­e dei conti locali, e di conoscere quindi la diffusione delle difficoltà effettive che sostengono le consuete richieste di rinvio dei termini.

Per quel che riguarda i rendiconti 2014, i problemi sono nati soprattutt­o dal debutto dell’armonizzaz­ione contabile, che chiede alle amministra­zioni locali di effettuare il riaccertam­ento dei residui e di riesaminar­e quindi tutte le partite contabili rimaste in sospeso negli anni. Un lavoro enorme, il cui ritardo può però produrre un rischio diffuso di commissari­amento, come prevede l’articolo 141 del Tuel. Per evitarlo, è essenziale che gli enti ritardatar­i portino i conti in consiglio in fretta, entro il 20 maggio, perché la norma prevede un periodo di “tolleranza” di 20 giorni dopo lo scadere dei termini. Superata anche quella data, la prospettiv­a del commissari­amento si fa concreta.

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