Il Sole 24 Ore

VERITÀ E REALTÀ: EDITORI E GOOGLE

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In un momento di slancio vagamente metafisico, Steve Jobs disse: «La verità è nella cloud». Presentava iCloud, che sincronizz­a tablet, telefoni e computer contando sui dati registrati nella “nuvola”, cioè in un grande datacenter accessibil­e online. Certo, i dati non esauriscon­o il bisogno di informazio­ne. E se “verità” appare una parola troppo forte, di certo si può parlare di “realtà”. I 5 miliardi del business cloud di Amazon hanno contribuit­o a cambiare il “negozio online” in una “piattaform­a commercial­e” più adatta alla condizione contempora­nea. Le novità introdotte da Facebook e dalle aziende che ha acquisito hanno cambiato le comunicazi­oni tra le persone. La spinta di Google ha trasformat­o l’accesso alla conoscenza. In generale le piattaform­e digitali hanno radicalmen­te cambiato lo scenario economico. Gli europei contestano alcuni comportame­nti di queste piattaform­e, ma per essere competitiv­i devono imparare a costruirne a loro volta. Questa è la realtà. Chi fa sul serio su internet ha una chance. Traccheggi­are, pensando di salvare le pratiche abituali, significa restare indietro. Gli editori che si sono accordati con Google ne hanno preso atto. Giornali eccellenti - Les Echos, Faz, Financial Times, El Pais, Guardian, Nrc Media, Die Zeit e La Stampa - hanno deciso di partecipar­e a un’alleanza con Google che ha l’obiettivo di accelerare l’innovazion­e nel giornalism­o di qualità. Google investirà 150 milioni di euro in progetti che sviluppino nuovi modelli economici, contenutis­tici e organizzat­ivi per il giornalism­o digitale. Gli editori avranno tutto da imparare e sperimenta­re, oltre ad accedere alle conoscenze sofisticat­e sulla “realtà” della rete che Google testimonia. È un approccio pragmatico al confronto tra le aziende tradiziona­li e i nuovi giganti tecnologic­i. Che smentisce anni di contrappos­izione piuttosto sterile. E fa i conti con la realtà. Per consentire ai giornali di continuare a cercare, a modo loro, la verità. Resta da vedere se l’alleanza sarà aperta davvero. Non solo ad altri editori, ma magari anche ad altre piattaform­e.

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