Mr Bee, i dettagli del «progetto Apollo» per l’Ipo
Berlusconi e Mr Bee si dovranno sedere a un tavolo nelle prossime settimane, con i rispettivi avvocati e advisor finanziari, per mettere a punto la nuova governance del Milan. Ma il vero momento di svolta per il riassetto del Milan ci sarà soltanto con la quotazione della società rossonera: uno spartiacque cruciale per capire il futuro del club e che va al di là di chi, tra la famiglia dell’expremier oppure il broker thailandese, avrà il 51% della compagine: anche se sembra un po’ strano che Mr Bee possa mettere sul piatto i 500 milioni promessi di una cordata di investitori per accontentarsi poi di una minoranza.
Ora la palla dovrebbe passare agli avvocati per studiare la governance futura: non solo i pesi azionari, ma anche le cariche societarie e i rappresentanti in consiglio di amministrazione. Inoltre c’è la possibilità di passare al voto plurimo, in vista di una possibile quotazione della società calcistica. Di sicuro, l’ex-premier non sembra disposto a pensare a un Milan futuro senza di lui e sua figlia Barbara. Ma sarà d’accordo Mr Bee, malgrado i comunicati entusiastici di facciata?
Al lavoro per Fininvest e la famiglia Berlusconi ci sono i legali di Chiomenti, mentre per Mr Bee lavorano gli avvocati di Orrick e quelli di Gianni Origoni Grippo Cappelli. A coordinare l’operazione per l’uomo d’affari thailandese ci sarebbero invece due banker della sede parigina di Edmond de Rothschild.
L’impressione è che l’accordo potrebbe essere raggiunto. Tuttavia alcuni interrogativi restano su tutta la trattativa. Innanzitutto, al di là dei comunicati ufficiali, l’ex-premier non sembra ancora pienamente convinto a vendere al broker thailandese: così gli ha offerto una minoranza. Si potrebbe trattare soltanto di un gioco al rialzo che Berlusconi, da abilissimo negoziatore, sta portando avanti.
Ma ci sono anche i dubbi sulla cordata di Mr Bee. Non tanto sull’esistenza dei 500 milioni di euro, che è stata ampiamente dimostrata, quanto sugli investitori presenti. Bee Taechaubol è infatti soltanto un intermediario: i soldi non sono i suoi, tranne una piccola parte. Per ora è noto che tra i finanziatori dell’operazione ci sarebbero due istituzioni finanziarie, una araba e una cinese: la Abu Dhabi Adb Securities e la China Citic Bank.
Ma entrambe sono due banche e per mestiere prestono denaro. Insomma, tranne che non emergano investitori di peso dietro Mr Bee nei prossimi giorni, per ora non cè lo sceicco o il magnate cinese che tutti si attendevano.
L’unico aspetto concreto resta il progetto di quotazione del Milan, che è stato studiato dai consulenti di Orrick e di PricewaterhouseCoopers: sul tavolo ci sono tre piazze possibili, cioè Hong Kong, Shanghai e Milano. Il dos- sier, che nei piani di Mr Bee è stato denominato con il nickname «progetto Apollo», ha preso in considerazione tutti i vantaggi e gli svantaggi di una Ipo sulle tre differenti Borse. Di sicuro, nelle trattative delle prossime settimane, il nodo della quotazione sarà uno dei temi da prendere in considerazione assieme alla governance. Nella compagine postIpo i soci futuri (cioè la famiglia Berlusconi e Mr Bee) verranno infatti diluiti. Probabile che, oltre ai legali, vengano coinvolti su quest’ultimo fronte anche gli advisor di Fininvest, cioè Lazard e Bnp Paribas.
Tuttavia anche in questo caso ci sono diversi interrogativi. L’Ipo infatti avrebbe senso su una società con lo stadio di proprietà e con prospettive reddituali di un certo tipo: come avviene per i club inglesi. Ma il Milan non parteciperà alla Champions e non ha ancora sciolto i dubbi sulla costruzione del nuovo stadio, che comunque ci sarà fra diversi anni. L’unica attrattiva ci sarebbe, dunque, per i tifosi-azionisti.