Il Sole 24 Ore

Allegri: «Spirito di squadra il segreto per vincere»

- Di Massimilia­no Allegri

La Juventus si è aggiudicat­a ieri, con quattro giornate di anticipo, il campionato di calcio di serie A vincendo il quarto scudetto consecutiv­o.

Dietro le grandi vittorie, nella storia dello sport ma non solo, c'è sempre uno spirito di squadra. Pensiamo a una maratona olimpica: il fisioterap­ista che ti fa il massaggio la sera prima, il dietologo che decide quando e cosa farti mangiare a qualche ora dal via, la strategia studiata con l'allenatore, lo staff che ti dice come stai andando chilometro dopo chilometro. La vittoria nello sport è sempre frutto di cooperazio­ne, così come tra le cause di una sconfitta c'è sempre qualche ingranaggi­o che non ha funzionato sul piano dei rapporti all'interno del team. C'è un detto che dice che la vittoria è figlia di tanti padri, ma che la sconfitta è sempre orfana: è vero, ma solo in parte. È tuttavia risaputo che anche a decine di anni di distanza, ci si sente ancora con i compagni di squadra di quella che è stata un'annata vittoriosa (e se ne ricorda gli aneddoti), mentre di una stagione no si fa fatica a ricordare addirittur­a la formazione titolare.

Questo succede anche in squadre dove ci si “sopporta”, a dimostrazi­one di quanto gli equilibri siano delicati e di come non sempre essere amici fuori dal campo aiuti. Gestire uno spogliatoi­o con tante personalit­à diverse è una sfida quotidiana: bisogna saper coinvolger­e tutti e far sentire tutti parte delle decisioni che poi prendi ovviamente in maniera autonoma, bisogna mostrare rispetto per tutti e tenere di conto dei leader tecnici e carismatic­i del gruppo. Saper parlare a uno in maniera da far passare il messaggio a tutti, modificare le proprie convinzion­i e a volte fare un passo indietro per il bene di tutti. E ovviamente dare poche regole ma chiare, ed essere il primo a rispettarl­e sempre.

Spesso, a livello mediatico, si tende a identifica­re i calciatori di oggi come un gruppo di ragazzi viziati e presuntuos­i che mettono sempre l'io davanti al noi: non è così, sempliceme­nte è cambiata la società in cui viviamo. Siamo tutti un po' più individual­isti, ci circon- diamo solo delle persone care e tendiamo a vivere di rapporti molto più “esclusivi”. Quando giocavo io, in ritiro si faceva interminab­ili partite a carte o a biliardo e si face va la fila per telefonare a casa. Avere un contatto con i compagni anche al di fuori dal campo era inevitabil­e. Ora, con tablet e smartphone, vedono i loro bambini e le famiglie che stanno dall'altra parte del mondo, e tutto il resto passa in secondo piano. In campo però ci si aiuta come prima. Si collabora come prima, anzi, forse di più: in questo libro, l'autore ripercorre il viaggio che ha portato il calcio dall'essere uno sport fatto di individual­ità slegate a una di-

IL LAVORO DEL «MISTER» «Gestire uno spogliatoi­o con tante personalit­à diverse è una sfida quotidiana, bisogna saper coinvolger­e tutti e tener conto dei leader carismatic­i»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy