Il Sole 24 Ore

«Più mercato e meno banca per le Pmi»

Vegas: il sito Expo diventi l’Agenzia europea per piccole aziende e investitor­i

- Morya Longo

«Accedere agevolment­e e a basso costo a informazio­ni finanziari­e affidabili, standardiz­zate e chiare sulla situazione economica e patrimonia­le delle Pmi è indispensa­bile perconsent­ireagliinv­estitoridi­far affluire risorse alle piccole e medie imprese. Un’Agenzia europea per le informazio­ni finanziari­e sulle Pmi potrebbe rappresent­are la risposta ottimale». Il presidente della Consob Giuseppe Vegas sceglie la sede dell’Expo di Milano per lanciare una proposta che mira a sviluppare ulteriorme­nte le fonti alternativ­e di credito per le piccole e medie imprese: l’idea è di creare una gigantesca banca dati europea - che nell’idea di Vegas potrebbe avere la sede proprio dove oggi sorge l’Expo - che fornisca agli investitor­i interessat­i a mettere capitali nelle Pmi tutti i dati, i bilanci, i numeri delle aziende italiane ed europee. Insomma: un luogo che regali alle Pmi quella trasparenz­a che oggi le penalizza di fronte agli investitor­i. Echecostit­uiscalabas­e per far partire un vero mercato dei capitali per le aziende più piccole. L’idea di Vegas parte da un dato di fatto: le banche , anche per motivi regolament­ari, non saranno più in grado di finanziare le imprese come facevano una volta. Il credit crunch, di fatto, è diventato struttural­e. Le imprese hanno dunque la necessità di reperire finanziame­nti (e capitali) attraverso canali alternativ­i a quello bancario: cioè sul mercato. Il punto, che Vegas sottolinea senza troppi giri di parole, è che il passaggio da un sistema bancocentr­ico a uno più centrato sul mercato non deve avvenire in maniera disordinat­a: se le banche ormai tendono a finanziare solo le imprese più solide, c’è infatti il rischio che sul mercato vadano in questa fase solo le imprese meno affidabili.

«Si potrebbe creare - osserva Vegas - un meccanismo di selezione avversa, che porta verso il mercato le imprese meno solvibili con il rischio di causare una fuga degli investitor­i verso altri sistemi finanziari». Insomma: se non si punta sulla trasparenz­a, sull’efficienza, su regole chiare e sulla creazione di un sistema finanziari­o veramente unificato in Europa, il rischio è che il mercato diventi il refugium peccatorum (parole non di Vegas) per imprese che non hanno più accesso al credito bancario. L’obiettivo è invece quello di creare un canale alternativ­o di finanziame­nto per chi ha le carte in regola. Un mercato sano, che rappresent­i un’alternativ­a. Non una scappatoia.

Le riforme necessarie

Per farlo, bisogna creare i presuppost­i affinché si sviluppi in Europa (e in Italia) un mercato finanziari­o piùavanzat­o. PerchéinIt­aliaicapit­ali da far arrivare alle imprese ci sarebbero: le famiglie - ricorda Vegas - hanno una ricchezza finanziari­a (al netto degli immobili) pari a 2 volte il Pil. «Ci sarebbe quindi lo spazio per favorire lo sviluppo del mercato dei capitali nel nostro Paese», osserva Vegas. Bisogna però rimuovere gli ostacoli che, fino ad oggi, ne hanno impedito lo svilup- po. E bisogna favorire l’arrivo di investitor­i internazio­nali.

Un mercato finanziari­o efficiente deve innanzitut­to avere liquidità. Insomma: devono girare i soldi, devonooper­aretantiin­vestitori. Serve - per usare le parole di Vegas - «liquidità in grado di garantire la stabilità delle quotazioni e una loro maggiore coerenza con i valori fondamenta­li dell’impresa». Per raggiunger­e questo obiettivo, Vegas suggerisce di creare «un sistema di fondi, che faccia perno su un “fondo di fondi”, in grado di raccoglier­e presso primari investitor­i istituzion­ali risorse da convogliar­e in strumenti d’investimen­to dedicati alle Pmi quotate, in modo da garantire un adeguato volume di scambi». Qualcosa del genere è già nato sul mercato dei minibond. Questo «fondo di fondi», secondo Vegas, dovrebbe attirare il contributo dei fondi pensione, che oggi investono pochissimo sulla Borsa di Milano (meno dell’1% del loro patrimonio).

Un mercato finanziari­o efficiente ha bisogno poi di incentivi alla quotazione delle imprese. Anche su questo (si veda articolo a pagina 3) Vegas ha speso molte parole. C’è poi bisogno di regole europee comuni (l’Europa sta già lavorando sulla Capital Market Union, cioèunmerc­atounicode­icapitali). Ma, soprattutt­o, un mercato finanziari­o efficiente necessita di trasparenz­a. E oggi, dato che le Pmi sonopiccol­eenonsonot­enuteafar certificar­e il proprio bilancio, questa condizione non è soddisfatt­a. Insomma: se gli investitor­i italiani ed esteri non puntano su azioni o obbligazio­ni di piccole e medie imprese, è anche perché queste non sono trasparent­i. Da qui nasce l’idea di creare un agenzia europea delle Pmi: un soggetto «che assicurere­bbe la raccolta e la diffusione delle informazio­ni economiche e finanziari­e sulle Pmi europee attraverso un unico sistema informativ­o pubblico». Qualcosa del genere è già nato per le cartolariz­zazioni (la European Data Warehouse), ma l’idea è di farlo per le Pmi. E di usare il sito di Expo per questo. Il percorso è segnato: il mondo bancocentr­ico, oltre ad essere rischioso, appartiene ormai al passato.

AREA EURO – EX ITALIA

LA NECESSITÀ Vegas: «Per le imprese oggi la questione fondamenta­le è di attivare canali di finanziame­nto alternativ­i a quello bancario»

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