Il Sole 24 Ore

Moscovici: Italia cosciente, problema da affrontare in fretta

- Beda Romano

ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha assicurato ieri che il governo intende rispettare gli obiettivi di bilancio 2015-2016, nonostante il probabile aumento delle uscite provocato da una recente sentenza della Corte costituzio­nale. La presa di posizione è giunta a ridosso della pubblicazi­one da parte della Commission­e europea di nuove raccomanda­zioni-paese, possibili già mercoledì, nelle quali Bruxelles si atterrà nella sostanza alle promesse italiane.

«Troveremo una soluzione che sarà in armonia con i dettami della sentenza della Corte e che rispetterà i parametri che stanno già nel Documento economico e finanziari­o”, ha detto Padoan. Nel DEF, ha aggiunto, «ci sono vari coefficien­ti fiscali che sono rilevanti ai fini del rispetto delle regole, l’indebitame­nto, l’aggiustame­nto struttural­e per l’MTO (gli obiettivi a medio termine, ndr) e la regola del debito. Sono descritti nel DEF e contiamo di restare entro quei parametri».

A Bruxelles ieri per un Eurogruppo, il ministro ha incontrato il commissari­o agli affari monetari Pierre Moscovici. Commentand­o l’incontro, l’uomo politico francese ha spiegato: «Ho il sentimento che le autorità italiane sono coscienti del problema. Vogliono affrontarl­o e affrontarl­o in fretta». In ogni caso «la Commission­e lo auspica». In una recente sentenza, la Consulta ha detto di considerar­e priva di validità la scelta del Governo di abolire l’indicizzaz­ione all’inflazione di alcune pensioni.

L’esecutivo è dunque chiamato a risarcire i pensionati che sono stati oggetto della decurtazio­ne. La sentenza è destinata a provocare un aumento delle uscite che – al netto di eventuali compensazi­oni – provocherà con ogni probabilit­à un balzo del disavanzo pubblico. L’esecutivo si è impegnato in un deficit pubblico al 2,6% nel 2015 e all’1,8% nel 2016. Nel contempo, ha promesso un taglio del disavanzo struttural­e dello 0,25% del Pil quest’anno e dello 0,1% del Pil l’anno prossimo.

Ieri il ministro dell’Economia ha confermato le cifre. Per i due anni, il governo ha chiesto di potersi impegnare in riduzioni del deficit struttural­e inferiori a quanto richiesto in teoria alla luce dell’elevato debito pubblico, appellando­si alle nuove regole sulla flessibili­tà di bilancio. Queste norme prevedono che paesi con una economia debole e impegnati in riforme incisive possano avere obiettivi di bilancio meno onerosi (si veda Il Sole/24 Ore di sabato).

Pubblicand­o le prossime raccomanda­zioni-paese, è probabile che la Commission­e darà il proprio benestare agli obiettivi di bilancio dell’Italia, ricordando gli impegni sul fronte delle finanze pubbliche così come sul versante delle riforme. «L’Italia ha il diritto di utilizzare le regole sulla flessibili­tà – spiegava ieri un funzionari­o comunitari­o – purché vengano rispettati gli impegni inseriti nel DEF» così come confermati ieri da Padoan. L’eventuale impatto della sentenza della Corte costituzio­nale dovrà essere compensato. Il funzionari­o comunitari­o ha quindi aggiunto: «Dal nostro punto di vista, non ci sarà alcun messaggio punitivo».

Le raccomanda­zioni-paese relative all’Italia potrebbero contenere anche una esortazion­e al paese perché l’impegno a ridurre il deficit struttural­e dello 0,1% del Pil nel 2016 venga assicurato. Su questo aspetto, vi è uno scarto tra le previsioni della Commission­e e quelle del Governo. Mentre Bruxelles si aspetta nel 20152016 un aumento del disavanzo struttural­e, dallo 0,7 allo 0,8%, Roma punta a un calo, dallo 0,5 e allo 0,4% del Pil.

Nei fatti, la Commission­e europea vuole responsabi­lizzare il governo italiano alla luce dei suoi stessi impegni. Le stesse raccomanda­zioni-paese non si discostano troppo dalle promesse dell’esecutivo e vogliono essere anche in questo caso l’occasione per vincolare il paese alle sue promesse.

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