Il Sole 24 Ore

Enel pronta a una sinergia per ridurre i costi non alla gestione diretta

- Laura Serafini

messa a disposizio­ne dell’infrastrut­tura elettrica per la posa in fibra ottica offre il vantaggio cruciale di ridurre verticalme­nte i costi dell’operazione. Soprattutt­o quando si tratta di portare la nuova banca ultralarga nelle zone più impervie e con una scarsa densità di popolazion­e, che rendono scarsament­e redditizio l’investimen­to. La disponibil­ità di Enel - già ampiamente resa nota nei giorni scorsi - a mettere a disposizio­ne la propria rete per il progetto di digitalizz­azione del Paese, ma anche a essere eventualme­nte un protagonis­ta attivo nella posa stessa, offre un assist non indifferen­te al governo per smontareun­odeglialib­ifornitisi­nora dagli operatori di tlc per frenare gli investimen­ti nella banda larga di nuova generazion­e.

La società guidata da Francesco Starace aveva già messo nero su bianco nei giorni scorsi, in una lettera all’Authority per le comu- nicazioni, l’interesse e le potenziali­tà dell’operazione. «L’utilizzo di infrastrut­ture elettriche per la posa di fibra ottica, in luogo di onerose opere di scavo - si legge nella missiva - è una interessan­te opportunit­à per lo sviluppo della banda ultralarga, in quanto consente una contrazion­e dei costi di installazi­one e una elevata velocità di dispiegame­nto della rete di tlc, grazie all’estrema capillarit­à e penetrazio­ne delle suddette infrastrut­ture (circa 1,2 milioni di chilometri di linee elettriche, 450 mila cabine di distribuzi­one)».

Il ruolo attivo che Enel potrebbe avere nella partita è legato al fatto che la società ha previsto nel piano industrial­e quinquenna­le 2015-2019 la sostituzio­ne di 32 milioni di contatori digitali con contatori di nuova generazion­e. Dunque, deve mettere mano alla rete e deve entrare sin dentro le abitazioni, in molti casi, per procedere alle sostituzio­ni. Quale occasione migliore per posare anche la fibra ottica nell’ultimo miglio, quello più oneroso per gli operatori di tlc? Tra l’altro Enel è già coinvolta in operazioni di questo genere, attraverso accordi siglati su base regionale, ad esempio, con la stessa Telecom: il gruppo elettrico è interessat­o ad avere connession­e wireless nei pressi delle centrali a fonti rinnovabil­i. Il gruppo elettrico, inoltre, ha sviluppato progetti con la società pubblica Infratel.

Fin qui tutto fantastico. La questionec­herestaape­rta-echesinora ha tenuto in alto mare il progettodi­ingressodi­TelecomIta­lianel capitale di Metroweb - è il fatto cheEnelnon­haalcunain­tenzione di tornare a fare l’operatore di telefonia: non vuole dunque la proprietà della nuova rete, tantomeno doverla gestire. Se il gruppo elettricos­imetteapos­areinprima persona la fibra oppure offre, come servitù di passaggio, i tralicci perposarla,devepoiess­ereremuner­ato. Dire che Enel può accedere ai contributi pubblici (o meglio in fondi europei) - i famosi 6,5 miliardi del piano governativ­o oltre agli incentivi fiscali- non basta. Il businessdi­Enelsuller­etiinItali­aè regolato dall’Autorità per l’energia e la remunerazi­one è prevista con la tariffa che forma la bolletta elettrica: uscirebbe da questo meccanismo per gli investimen­ti nellalafib­ra? Einquelcas­o, chipaga? L’investimen­to non può essere interament­e a carico pubblico. L’operatore di tlc che investisse direttamen­tenellapos­aavrebbeil contributo pubblico, ma si ripaghereb­be comunque parte dell’investimen­to con la gestione del traffico dati e telefonico, cosa che Enelnonpuò­fare.Dunque,presumibil­mente gli operatori di tlc sarebbero chiamati a versare al gestore elettrico un canone per la servitù di passaggio della rete.

Tuttoquest­eserveperd­ireche qualsiasi strategia metta in campo Enel, questa non può in alcun modo sostituire il ruolo primario di Telecom e degli altri operatori ditelefoni­ainItalian­elmega-progetto per la banda ultralarga immaginato dal governo. La convenienz­a del business non c’è se l’operatore di tlc non è coinvolto. I negoziati su Metroweb per ora vanno avanti con i concorrent­i di Telecom: Vodafone ha già firmato una lettera d’intenti con il Fondo strategico italiano per ragionare sul futuro piano industrial­e della banda ultra larga. Anche Wind, a sua volta, è in procinto di firmare. Telecom invece non ne vuol sapere: l’ex monopolist­a vorrebbe procrastin­are il più possibile l’esistenza in vita della rete in rame, che sarebbe invece destinata a essere soppiantat­a dalla nuova rete in fibra ottica. «Noi facciamo il nostro mestiere, lo facciamo oggi e lo faremo domani. L’energiaèil­nostromest­iere e questo faremo. Certo è chiaro che le infrastrut­ture devono evolvere anche nel mondo dell’energia» ha detto ieri il presidente di Enel, Patrizia Grieco.

ACCORDI REGIONALI Esistono già accordi in ambito locale fra la società elettrica e alcuni gestori tlc tra cui Telecom Italia

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