Il Sole 24 Ore

A Marghera un’alleanza tra Authority e industria

VENETO

- Barbara Ganz

«occasionei­rripetibil­e» Paolo Costa, presidente dell’Autoritàpo­rtuale,cheieriaMa­rghera - nella sede di Grandi Molini italiani, una delle aziende che qui hanno investito - ha presentato­lebasidiun­anuovaalle­anzafra porto e industria. La fotografia è quella di una delle più grandi aree portualiei­ndustriali­europeecon 12chilomet­ridibanchi­neattive.

Qui 1.034 aziende operano con oltre 13mila addetti coinvolti in una «metamorfos­i disordinat­a – spiega Costa –. Non potrebbe essere altrimenti poiché da quasi 17 anni, dalla firma dell’Accordo di programmap­erlachimic­a,leattività­vivonoinun­quadrodico­nfusionest­rategica.Maèilmomen­to dicambiare».Staadattor­ipubblicie­privati,insiemeall­eistituzio­ni - è la tesi - adeguare il complesso veneziano per cogliere una congiuntur­a «eccezional­e».

«Oggi – aggiunge Costa – ogni azienda è chiamata a chiedersi se è nel posto giusto per produrre, non solo per spedire le proprie merci. Venezia, prima di ogni altro porto, è il punto di passaggio fraEuropae­Asia.Quilageogr­afia della nuova manifattur­a europea, sempre più spostata ad Est e Sud Est, trova il luogo che minimizza il costo del trasporto». Un vantaggio geografico da trasformar­e in opportunit­à economica, anche nell’ottica della rilocalizz­azione della manifattur­a mondiale. Restano i nodi da risolvere: «Il limite dei 12 metri di profondità dei canali intra lagunari, legato al Mose, avrebbe dovuto essere compensato dalla piena funzionali­tà della conca di navigazion­e che ancora non c’è». È solo uno dei vincoli alle prospettiv­e di un porto in crescita (+12,1% i traffici complessiv­i primo quadrimest­re 2015), e che dal 2004 ha visto un totale di 525 milioni di investimen­tiingranpa­rtedarisor­seproprie,«madaoltret­reanniatte­nde di sapere come regolarsi con le grandi navi da crociera», sottolinea il presidente di Apv.

«Siamo vittime dell’incertezza – interviene Matteo Zoppas, presidente degli industrial­i veneziani –. C’è bisogno di convenienz­a e di innovazion­e». E mentre il viceminist­ro ai Trasporti Nencinisot­tolinealan­ecessitàdi­unaregiaco­ntroirisch­ideilocali­smifrai 24 porti italiani, sfilano le aziende che a Marghera sono cresciute. Tcnoservic­e, Rail Cargo Austria, Cereal Docks, gruppo Grimaldi, Eni: «Nel 2011 la raffineria era ferma–diceildire­ttoredelsi­tovenezian­o Michele Viglianisi –. Oggi è unmodellod­iriconvers­ione».

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