Il Sole 24 Ore

Moncler e Lvmh in gara per la Galleria

Base d’asta 977.218 euro per gli edifici sul braccio principale verso piazza del Duomo

- Paola Dezza

l’area di Milano dove oggi tutti i brand del lusso vogliono aprire una boutique. La Galleria Vittorio Emanueleèl­aquintesse­nzadell’high street, quelle vie del lusso ambite, carissime e con pochi spazi disponibil­i. Per i quali si trovano a concorrere decine di gruppi della moda e del lusso.

Un susseguirs­i di voci avvolge la gara per presentare le offerte per l’ultimo bando lanciato dal Comune di Milano, ma la competizio­ne si svolge nel più stretto riserbo. La data ultima per presentare l’offerta sarà il 18 maggio, e in particolar­e per uno dei due lotti, potrebbe essere una corsa al rialzo. I due spazi sono edifici cielo-terra, situati nel braccio principale verso piazza Duomo, e pertanto prestigios­i.

Il primo lotto, destinato ad attività commercial­e (il secondo, oggi di Mercedes, è destinato alla ristorazio­ne), ha una superficie di 956,29 metri quadri e ha tre vetrine attualment­e in concession­e all’Istituto Poligrafic­o e Zecca dello Stato e al Bar Sì, ma si sviluppa su cinque livelli (piano interrato, terra, ammezzato, primo, secondo) e tutte le unità sono collegabil­i tra loro. La base d’asta è di 977.218 euro. Presto però in Galleria si libererà anche il negozio di Gucci al quale Palazzo Marino ha deciso di non rinnovare automatica­mente la concession­e che scade il 31 dicembre. La boutique avrà diritto di prelazione, ma potrà aggiudicar­si di nuovo lo spazio solo presentand­o un’offerta pari alla più alta in gara.

Chi potrà apporre la propria insegna in Galleria? Secondo le voci a puntare ultimament­e sul salotto milanese sono stati Moncler e Lvmh (il cui marchio più famoso è Vuitton), per brand del gruppo non presenti in questa location.

Perché il bando contiene una direttiva specifica: non è aperto a chi ha già una boutique in Galleria (è il caso appunto di Vuitton). Non solo. «Il rialzo sul canone non è l’unico criterio – dice Alessandro Barzaghi dello studio Cocuzza & Associati di Milano, specializz­ato nell’apertura di punti vendita per brand internazio­nali -. Per esempio, sul lotto non-food la scelta si baserà soprattutt­o sull’uso che si vorrà fare dello spazio. Il bando valuta il fattore canone solo per 40 punti su 100 massimi, e per 60 su 100 valuterà il progetto di gestione. Se per il progetto di gestione non si conseguono almeno 30 punti, non si accede all’apertura della busta con l’offerta di canone. Ciò significa che il Comune è interessat­o, oltre che all’affitto alla qualità: diversific­azione attività commercial­i, proposta di attività aggregativ­e e culturali, componente estetica, fattibilit­à del progetto».

Tra gli altri nomi che circolano ci sono il gruppo Kering (Gucci), il cui management già in passato si era fatto avanti per gli ex spazi McDonald’s, e Giorgio Armani, che a oggi in Galleria ha solo uno spazio per gli accessori. Ma quanto costastare­inGalleria?Pradapergl­i spazi ex McDonald’s paga 2.958 euro al mq (l’insegna americana pagava 1.363 euro), che moltiplica­to per i 314 mq della boutique diventano 928.930 euro all’anno, Versace paga per gli spazi ex Bernasconi 2.871 euro al mq (il canone annuo è pari a 732.182 euro per 255 mq di negozio), mentre Armani spende per gli spazi ex Zadi 2.621 euro al metro quadro. Cifre di tutto rispetto.

 ??  ?? Il salotto.
Restyling appena finito
Il salotto. Restyling appena finito

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy