Il Sole 24 Ore

Pratica in studio prima della laurea

- Gi. Co.

pAccompagn­are i giovani già dalle scuole superiori per avvicinarl­i al mondo libero profession­ale, in particolar­e, all’Albo dei periti industrial­i, con affiancame­nto in studio ed esperienze diretta sul campo.

«Il nostro obiettivo - spiega Giampiero Giovannett­i, presidenza del Consiglio nazionale dei periti industrial­i e dei periti industrial­i laureati - è quello di far capire ai giovani la bellezza della libera profession­e e poi guidarli verso la scelta universita­ria. Ora il nostro prossimo passo è stringere accordi con le università per far sì che questo periodo venga riconosciu­to come credito formativo. E dai primi approcci notiamo molta attenzione alla nostra richiesta».

I periti industrial­i si danno da fare per attrarre i giovani sin dal termine degli studi superiori per poi incanalars­i, dopo la laurea breve, nel loro Albo, contrastan­do la concorrenz­a degli altri sei diversi Ordini (tra cui geometri, architetti, ingegneri, periti agrari) a cui si possono iscrivere. Del resto la risorsa “iscritto” è sempre più scarsa e i numeri dei periti (in leggero calo, ma sostanzial­mente stazionari, a quota 44.223 a fine 2014) fotografan­o la difficoltà delle profession­i tecniche che fanno i conti con la crisi economica da una parte e dall’altra con l’entrata in vigore delle nuove regole che impongono il percorso universita­rio triennale a chi chiede di entrare.

Prende così il via il nuovo progetto del Consiglio nazionale finalizzat­o a raggiunger­e l’obiettivo fissato lo scorso novembre a Roma di ammettere all’Albo solo giovani laureati. Quattro i punti principali: un orientamen­to in entrata (verso l’università) e in uscita (verso l’Albo di categoria), un tirocinio negli studi profession­ali dei periti industrial­i, un sistema di mutuo riconoscim­ento tra i crediti formativi universita­ri e quelli profession­ali e infine la costruzion­e di un percorso universita­rio ad hoc.

er realizzare il primo punto è necessaria un’azione diretta dei collegi provincial­i di orientamen­to delle scelte degli studenti delle scuola superiore sia verso i percorsi universita­ri finalizzat­i all’attività tecnico-profession­ale e sia verso la categoria dei periti industrial­i. E poi attenzione focalizzat­a sul tema del tirocinio profession­alizzante: in questo caso si tratta di sensibiliz­zare gli iscritti affinché accolgano gli studenti universita­ri presso i loro studi per lo svolgiment­o del praticanta­to (18 mesi per i non laureati, 6 mesi per i laureati). Il terzo punto è focalizzat­o sul mutuo riconoscim­ento di crediti formativi universita­ri con quelli profession­alizzanti (così come prevede la riforma delle profession­i, Dpr 137/12). Un sistema che facilitere­bbe l’innalzamen­to del titolo di studio degli iscritti e nel- lo stesso tempo il reclutamen­to degli studenti laureati nell’Albo dei periti industrial­i. Infine per il quarto obiettivo si tratta di attivare specifici corsi di laurea incentrati sulle materie di particolar­e riferiment­o delle attività profession­ali di categoria (sicurezza, prevenzion­e) così da soddisfare le esigenze della profession­e del mercato del lavoro. «Quattro obiettivi che si potranno raggiunger­e - spiega Giovannett­i - solo facendo gioco di squadra. Ciò significa che una volta stabilita la modalità operativa, fatta di iniziative, interventi, proposte ed azioni concrete, questa deve essere capillarme­nte riversata su tutto il territorio. L’azione capillare non può che essere effettuata a livello locale e quindi dagli organismi territoria­li che naturalmen­te saranno supportati dal Cnpi con tutti gli strumenti necessari».

IN AULA E A LAVORO La «concorrenz­a» tra i diversi Ordini spinge ad anticipare la conoscenza del mondo della libera profession­e

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