Il Sole 24 Ore

Se ai mercati piace chi sparge certezze

- Fabrizio@bigpond.net.au di Fabrizio Galimberti

Un colpo al cerchio e uno alla botte. La settimana scorsa la Fed aveva lasciato invariati i tassi citando le incognite nel resto del mondo. Ieri Janet Yellen ha spostato il mirino su consideraz­ioni più domestiche e si è schierata fra i fautori di un rialzo entro l’anno. La settimana scorsa i mercati, che prima della decisione sembravano auspicare tassi fermi, si erano invece indeboliti dopo l’annuncio. Ieri, dopo la conferma di un rialzo prossimo venturo, invece festeggian­o.

Insomma, cosa vogliono? In verità, c’è del metodo nella pazzia. Perché quel che aborrono è soprattutt­o l’incertezza. Era facile argomentar­e che un “no” al rialzo dei tassi avrebbe solo spostato l’ansia verso la prossima riunione del Fomc. È meglio spargere certezza invece di perpetuare l’angosciosa attesa, ed è quel che ha fatto la presidente della Fed.

Ciò detto, qual è la misteriosa ragione per la quale gli operatori, seduti sull’orlo della sedia e rosicchian­dosi le unghie, si struggono per sapere se il costo a breve del danaro andrà dallo 0,10 allo 0,30 per cento? Anche qui, c’è del metodo nello struggimen­to. Come una ciliegia tira l’altra, un rialzo è il primo di una serie, e gli operatori lo vedono come un passaggio del Rubicone. Su questo punto la Yellen ha però offerto numerose rassicuraz­ioni (per la verità già più volte offerte ma, si sa, repetita juvant). Ha detto che, una volta il dado tratto, non è detto che la marcia verso tassi più alti continui, che tutto dipenderà dai dati della congiuntur­a, che il cammino sarà graduale, e in ogni caso il punto di arrivo – la “normalizza­zione” dei tassi – non sarà più come prima. Il “normale” è in effetti cambiato, per svariate ragioni: i tassi potenziali di crescita sono più modesti di prima, nel mondo c’è un eccesso di risparmio, l’inflazione non solo è più bassa ma è meno variabile (abbassando il premio di rischio)... Di conseguenz­a, il tasso-guida di interesse non deve necessaria­mente tornare ai livelli del passato.

Ma l’allegrezza dei mercati è anche dovuta al giudizio implicito sulla saldezza della ripresa Usa: ci possiamo permettere di alzare i tassi perché l’economia va bene. Il che è una buona notizia, non solo per l’America.

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