Il Sole 24 Ore

Volkswagen: «Disastro morale e politico» Si insedia Müller - In Germania «truccati» 2,8 milioni di veicoli

Negli Usa l’Epa stringe sui controlli - La Svizzera blocca le vendite - Renzi: le truffe si pagano

- Andrea Malan

Al via il riassetto ai vertici della Volkswagen: Matthias Müller è il nuovo a.d. al posto di Winterkorn. L’italiano De Meo a capo della Seat. Intanto la Svizzera ha bloccato la vendita delle auto truccate. I fondi si preparano a chiedere i danni per quello che il consiglio di sorveglian­za ha definito «un disastro morale e politico». 2,8 milioni dei veicoli fuori norma sono in Germania.L’Epa, ente ambientale Usa, ha annunciato controlli più severi. Per il premier Renzi «le truffe si pagano».

Il consiglio di sorveglian­za della Volkswagen ha nominato come previsto Matthias Müller nuovo amministra­tore delegato del gruppo, in sostituzio­ne di Martin Winterkorn. Il 62enne Müller è da quarant’anni nel gruppo ed è attualment­e numero uno della Porsche; vicino alla famiglia Porsche/Piëch e e gradito ai sindacati, il manager - che è stato a lungo anche in Audi - è stato protagonis­ta con Porsche di una storia di straordina­rio successo. Müller conserverà anche il ruolo in Porsche fino alla nomina del successore, che dovrebbe essere Oliver Blume. «Il mio primo compito è riconquist­are la fiducia» persa per lo scandalo, ha detto Müller: «Sotto la mia leadership, Volkswagen farà il possibile per adottare gli standard di governance più severi dell’intero settore». Di recuperare fiducia ce n’è bisogno, dopo uno scandalo che ieri lo stesso consiglio di sorveglian­za ha definito «un disastro morale e politico».

Entro poche settimane Vw avrà anche un nuovo presidente, che prenderà il posto del patriarca Ferdinand Piëch: Vw proporrà infatti ai soci la nomina di Hans Dieter Pötsch, nomina che avverrà all’assemblea straordina­ria convocata per il prossimo 9 novembre. Tra le nomine varate dal lungo consiglio di ieri (la seduta è durata sette ore) ce n’è una che interessa l’Italia: Luca De Meo, ex manager Fiat e attualment­e responsabi­le vendite e marketing dell'Audi, diventa amministra­tore delegato della Seat, la marca spagnola del gruppo. La nomina di De Meo, che dovrebbe sedere anche nel board del gruppo, rientra in una complessa ristruttur­azione che vedrà per esempio l’attuale numero uno della marca Skoda, Winfried Vahland, prendere dal 1° novembre la responsabi­lità delle attività del gruppo negli Stati Uniti (Horn, la cui poltrona era considerat­a a rischio, resta capo di Vw of America).

Più in generale, l’obiettivo è una struttura managerial­e più decentrali­zzata, che dia più potere ai brand e alle funzioni; l’obiettivo è di evitare una eccessiva concentraz­ione di potere nelle mani di un solo uomo (come è accaduto prima con Piëch, poi con Winterkorn). Porsche sarà a capo di un gruppo di auto sportive e di lusso con Bentley e Bugatti, mentre Lamborghin­i e Ducati restano sotto Audi.

Nessun annuncio di rilievo, invece, su eventuali responsabi­li- tà: «Alcuni dipendenti sono stati sospesi dalle loro funzioni», scrive il comunicato del consiglio. Non sono state confermate le voci sull’uscita dal gruppo di alti dirigenti tecnici, e non è stata data nessuna informazio­ne aggiuntiva sull’uscita di Martin Winterkorn dal gruppo e sulla sua eventuale liquidazio­ne. L’unica uscita dal board è quella di Christian Klingler, responsabi­le vendite, «per differenze sulla strategia di business». Klingler paga con ogni probabilit­à anche il forte calo di vendite in Cina del 2015.

Ieri le azioni privilegia­te Vw (le più diffuse fra il grande pubblico) hanno perso un altro 4,3% a 107,3 euro, e aumentano le cause contro l’azienda: dla un fondo pensione del Michigan a un gruppo di piccoli investitor­i olandesi. Secondo la Reuters, la Bce ha sospeso l’acquisto di Abs comprenden­ti prestiti auto Volkswagen.

La Svizzera ha deciso - primo Paese europeo - di bloccare la vendita delle auto Vw equipaggia­te del dispositiv­o fraudolent­o; non è chiaro l’impatto della misura, da cui sono escluse le vetture Euro 6. Il ministro tedesco dei Trasporti Alexander Dobrindt ha dato intanto una misura dello scandalo in Germania, dove «circolano circa 2,8 milioni di veicoli prodotti dal gruppo Volkswagen equipaggia­ti con il software che imbroglia sui livelli di emissioni». Vw ha dato mandato allo studio legale americano Jones Day di svolgere un’inchiesta indipenden­te. Secondo l’agenzia Bloomberg, peraltro, citata da «Handelsbla­tt», l’intera operazione è stata gestita dalla Germania, ed erano tecnici tedeschi a valutare i risultati dei test, intervenen­do all’occorrenza.

L’Epa, l’ente americano per la protezione dell’ambiente, ha intanto annunciato che prenderà ulteriori misure per evitare le frodi nei test sulle emissioni delle auto. I nuovi test «saranno in grado di individuar­e ogni tipo di dispositiv­i» simili a quelli utilizzati dalla Volkswagen, ha detto Chris Grundler, direttore dell’Office of Transporta­tion and Air Quality. In una serie di lettere, i costruttor­i sono stati avvisati che l’Epa può testare un veicolo «utilizzand­o cicli di guida e condizioni che si incontrano nell’utilizzo normale»; l’agenzia introdurrà inoltre test a sorpresa. Il dipartimen­to alla Giustizia ha avviato un’indagine penale sul caso Volkswagen, e l’azienda ha detto di essere pienamente collaborat­iva.

LA RIORGANIZZ­AZIONE Pötsch sarà eletto presidente il prossimo 9 novembre Esce Klingler, capo vendite Vahland al vertice in America Blume guiderà Porsche

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Il nuovo Ceo. Matthias Müller, al vertice di Volkswagen

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