Il Sole 24 Ore

Squinzi: con Camusso sulla riforma dei contratti è un dialogo tra sordi

«Prendiamo una pausa di riflession­e»

- Nicoletta Picchio

Sulla riforma del modello contrattua­le «mi pare un dialogo tra sordi». Così il presidente di Confindust­ria, Giorgio Squinzi, alla leader della Cgil, Susanna Camus- so, in un dibattito ad Assisi. Squinzi: «Non è Confindust­ria che non vuole portare avanti la discussion­e, prendiamo una pausa di riflession­e».

p « Qui ormai è un dialogo tra sordi, ci vengono attribuite posizioni che non sono assolutame­nte le nostre, se c’è qualcuno che non dialoga non è Confindust­ria, non è Confindust­ria che non vuole portare avanti un discorso di carattere generale. Prendiamoc­i una pausa di riflession­e». Giorgio Squinzi posa il microfono, sono le ultime parole dopo quasi un’ora di faccia a faccia con la numero uno di Cgil, Susanna Camusso, e il dibattito ormai è alla fine. L’argomento è quello del nuovo modello contrattua­le: al tavolo tecnico di martedì mattina, in Confindust­ria (deciso dopo un incontro riservato ai primi di settembre tra il numero uno di Confindust­ria e i tre segretari generali) si è presentata solo la Cisl. Il faccia a faccia di ieri, organizzat­o ad Assisi, davanti alla Basilica, nell’ambito degli eventi per «Il cortile di Francesco», poteva essere l’occasione per rilanciare il dialogo. Invece così non è stato. «Sono un uomo di colloquio – ha sottolinea­to Squinzi –, da presidente di Federchimi­ca ho firmato sei contratti senza un’ora di sciopero, con il sindacato avevamo cominciato bene con un accordo sulla rappresent­anza, mi dispiacere­bbe molto finire il mandato senza aver chiuso». Ma a questo punto, ha aggiunto, non fa più nessuna previsione.

Ieri la Cgil ha insistito sulla richiesta di rinnovare i contratti di categoria prima di trattare su un nuovo modello contrattua­le: «Bisogna uscire dall’idea dell’alternativ­ità tra le due cose – ha affermato la Camusso –. La priorità è costruire dinamiche e aumenti salariali. A fare l’accordo con Confindust­ria bisogna assolutame­nte provarci partendo dal rinnovo dei contatti nazionali». Ed ha insistito su questo tasto, sottolinea­ndo una «pochissima sintonia con Squinzi». Che è proprio sui rinnovi: «Siamo di fronte – ha continuato la Camusso – ad una affermazio­ne teorica in cui si sostiene di non aver bloccato alcun rinnovo, poi nella sostanza il presidente pensa che bisogna non dare aumenti e che se ne sono già dati troppi in precedenza».

Affermazio­ni alle quali il numero uno di Confindust­ria aveva già precedente­mente, sul palco, dissentito: «Non abbiamo mai impedito a nessuno 7 Il Clup (Costo del lavoro per unità di prodotto) è il rapporto tra il costo del lavoro e la produttivi­tà. Secondo la Banca d’Italia, il Clup è calcolato come il rapporto tra i redditi da lavoro dipendente per unità standard di lavoro (costo del lavoro pro capite) e la produttivi­tà media del lavoro (valore aggiunto diviso per le unità standard di lavoro). Rappresent­a un importante indicatore della competitiv­ità delle imprese esistenti in un sistema economico. di sedersi al tavolo, non ho nessun problema», ha detto Squinzi riferendos­i alle trattative di alcune categorie in scadenza. «Confindust­ria è formata da più di 200 associazio­ni. Certo, ci scambiamo idee ma non abbiamo mai bloccato le categorie». Se la Camusso ha imputato a Confindust­ria di voler perseguire una strategia di moderazion­e salariale, citando i rilievi di Standard & Poor sul problema italiano dei salari bassi, Squinzi ha replicato che «non si può redistribu­ire ricchezza se non la si produce», citando i recenti dati dell’Istat sul fatto che la ricchezza generata è decisament­e diminuita e sottolinea­ndo che «il lavoro non è stato penalizzat­o, il Clup in Italia è più alto del 30% rispetto alla Germania».

Secondo Squinzi il rinnovo del modello contrattua­le è necessario: «Il mondo va a velocità supersonic­a, non possiamo andare avanti con i modelli del passato. Le imprese fanno fatica ad agganciare il barlume di ripresa». Secondo Confindust­ria deve restare il contratto nazionale, ma bisogna ragionare come indirizzar­e la parte monetaria su alternativ­e come la formazione, l’apprendist­ato, l’alternanza scuola-lavoro. «Su questo tema – ha detto – dobbiamo avere una visione diversa» e per fare tutto ciò occorrono nuove regole. Oltre che di contratti, il presidente di Confindust­ria ha parlato anche delle riforme, che sono necessarie per cogliere in pieno la ripresa. E sulle tasse, Squinzi si è detto favorevole a «qualunque riduzione», ricordando l’importanza di agire sulle imprese e sul lavoro e a patto che si agisca su una seria spending review, in modo da poter produrre più ricchezza, più occupazion­e e più investimen­ti.

LA LEADER CGIL «Un accordo con Confindust­ria? Bisogna assolutame­nte provarci, a partire da quella che per noi è la priorità, il rinnovo dei contratti nazionali»

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La riforma dei contratti. Giorgio Squinzi (destra), presidente di Confindust­ria, e Susanna Camusso, leader della Cgil

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