Squinzi: con Camusso sulla riforma dei contratti è un dialogo tra sordi
«Prendiamo una pausa di riflessione»
Sulla riforma del modello contrattuale «mi pare un dialogo tra sordi». Così il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, alla leader della Cgil, Susanna Camus- so, in un dibattito ad Assisi. Squinzi: «Non è Confindustria che non vuole portare avanti la discussione, prendiamo una pausa di riflessione».
p « Qui ormai è un dialogo tra sordi, ci vengono attribuite posizioni che non sono assolutamente le nostre, se c’è qualcuno che non dialoga non è Confindustria, non è Confindustria che non vuole portare avanti un discorso di carattere generale. Prendiamoci una pausa di riflessione». Giorgio Squinzi posa il microfono, sono le ultime parole dopo quasi un’ora di faccia a faccia con la numero uno di Cgil, Susanna Camusso, e il dibattito ormai è alla fine. L’argomento è quello del nuovo modello contrattuale: al tavolo tecnico di martedì mattina, in Confindustria (deciso dopo un incontro riservato ai primi di settembre tra il numero uno di Confindustria e i tre segretari generali) si è presentata solo la Cisl. Il faccia a faccia di ieri, organizzato ad Assisi, davanti alla Basilica, nell’ambito degli eventi per «Il cortile di Francesco», poteva essere l’occasione per rilanciare il dialogo. Invece così non è stato. «Sono un uomo di colloquio – ha sottolineato Squinzi –, da presidente di Federchimica ho firmato sei contratti senza un’ora di sciopero, con il sindacato avevamo cominciato bene con un accordo sulla rappresentanza, mi dispiacerebbe molto finire il mandato senza aver chiuso». Ma a questo punto, ha aggiunto, non fa più nessuna previsione.
Ieri la Cgil ha insistito sulla richiesta di rinnovare i contratti di categoria prima di trattare su un nuovo modello contrattuale: «Bisogna uscire dall’idea dell’alternatività tra le due cose – ha affermato la Camusso –. La priorità è costruire dinamiche e aumenti salariali. A fare l’accordo con Confindustria bisogna assolutamente provarci partendo dal rinnovo dei contatti nazionali». Ed ha insistito su questo tasto, sottolineando una «pochissima sintonia con Squinzi». Che è proprio sui rinnovi: «Siamo di fronte – ha continuato la Camusso – ad una affermazione teorica in cui si sostiene di non aver bloccato alcun rinnovo, poi nella sostanza il presidente pensa che bisogna non dare aumenti e che se ne sono già dati troppi in precedenza».
Affermazioni alle quali il numero uno di Confindustria aveva già precedentemente, sul palco, dissentito: «Non abbiamo mai impedito a nessuno 7 Il Clup (Costo del lavoro per unità di prodotto) è il rapporto tra il costo del lavoro e la produttività. Secondo la Banca d’Italia, il Clup è calcolato come il rapporto tra i redditi da lavoro dipendente per unità standard di lavoro (costo del lavoro pro capite) e la produttività media del lavoro (valore aggiunto diviso per le unità standard di lavoro). Rappresenta un importante indicatore della competitività delle imprese esistenti in un sistema economico. di sedersi al tavolo, non ho nessun problema», ha detto Squinzi riferendosi alle trattative di alcune categorie in scadenza. «Confindustria è formata da più di 200 associazioni. Certo, ci scambiamo idee ma non abbiamo mai bloccato le categorie». Se la Camusso ha imputato a Confindustria di voler perseguire una strategia di moderazione salariale, citando i rilievi di Standard & Poor sul problema italiano dei salari bassi, Squinzi ha replicato che «non si può redistribuire ricchezza se non la si produce», citando i recenti dati dell’Istat sul fatto che la ricchezza generata è decisamente diminuita e sottolineando che «il lavoro non è stato penalizzato, il Clup in Italia è più alto del 30% rispetto alla Germania».
Secondo Squinzi il rinnovo del modello contrattuale è necessario: «Il mondo va a velocità supersonica, non possiamo andare avanti con i modelli del passato. Le imprese fanno fatica ad agganciare il barlume di ripresa». Secondo Confindustria deve restare il contratto nazionale, ma bisogna ragionare come indirizzare la parte monetaria su alternative come la formazione, l’apprendistato, l’alternanza scuola-lavoro. «Su questo tema – ha detto – dobbiamo avere una visione diversa» e per fare tutto ciò occorrono nuove regole. Oltre che di contratti, il presidente di Confindustria ha parlato anche delle riforme, che sono necessarie per cogliere in pieno la ripresa. E sulle tasse, Squinzi si è detto favorevole a «qualunque riduzione», ricordando l’importanza di agire sulle imprese e sul lavoro e a patto che si agisca su una seria spending review, in modo da poter produrre più ricchezza, più occupazione e più investimenti.
LA LEADER CGIL «Un accordo con Confindustria? Bisogna assolutamente provarci, a partire da quella che per noi è la priorità, il rinnovo dei contratti nazionali»