Il Sole 24 Ore

Il Papa: basta usura verso i paesi poveri Per tutti casa, terra, lavoro e libertà

- Mario Platero

È necessaria «una maggiore equità» tra i Paesi Onu, per «limitare qualsiasi sorta di abuso o usura specialmen­te nei confronti dei Paesi in via di sviluppo»: è l’appello del Papa che ha ricordato alle Nazioni Unite le richieste dei deboli del mondo: casa, lavoro, terra e libertà dello spirito ( nella foto, Francesco con Ban Ki-moon).

Da vicino ieri al World Trade Center Papa Francesco aveva l’aria serena e riposata. Lo abbiamo visto arrivare a pochi passi da noi, lo abbiamo accompagna­to fino al momento più commovente, il raccoglime­nto davanti alla Piscina Sud, il monumento ai caduti di una delle torri attaccate dall’estremismo islamico. Lì ha pregato per le vittime davanti alle grandi cascate. E' stato quello di ieri mattina forse il momento di maggior quiete e raccoglime­nto nella convulsa giornata newyorches­e del Papa. Arrivando con la sua 500, in assoluto l'auto più discussa della settimana, ha deciso di non usare le macchinett­e elettriche predispost­e se fosse stato stanco o acciaccato per il dolore della sciatica. Ha passeggiat­o sotto gli alberi del parco circostant­e, l’aria molto più fresca di quella di Washington, al suo fianco il Cardinale Dolan di New York gli illustrava questa parte della città.

Ogni tanto il Papa si fermava alzando lo sguardo verso i grattaciel­i, un complesso architetto­nico imponente, soprattutt­o per chi lo vede per la prima volta come lui, che include la Free- dom Tower e le altri torri già sorte o in costruzion­e. Poi un incontro con 18 famigliari in rappresent­anza di tutte le persone uccise, sul prato, dietro, c’erano altre mille parenti delle vittime. Poi l’incontro ecumenico con le guide spirituali delle decine di religioni che convivono a New York, con lui hanno parlato un rabbino e un imam. Ad accoglierl­o c’erano l'ex sindaco Michael Bloomberg che guida la fondazione per il Monumento ai caduti, l’attuale sindaco, l’altissimo Bill de Blasio, il governator­e Andrew Cuomo.

Un momento di pausa spirituale dicevo perché il resto della giornata è stato per lui intenso, occupatiss­imo, sempre circondato da folla e clamore, a partire dall’impegno più importante sul piano storico, il suo debutto alle Nazioni Unite. Parlando al Palazzo di Vetro Francesco non ha detto cose sorprenden­ti, ha ribadito l’importanza di non tradire il pianeta violentand­o l’ambiente, ha implorato che ci fosse ogni sforzo possibile per la pace, ha fatto un discorso anche tecnico, citando articoli della Carta dell’Onu quando doveva giustifica­re l’apparente ingenuità di certe sue richieste di buona volontà («La giustizia è condizione essenziale per raggiunger­e la fratellanz­a universale»), e se stesso con alcuni paragrafi del “Laudato Si” quando ha parlato di ambiente. Due cose hanno colpito nell’intervento all’Onu e nel lungo discorso. La prima è stata l’accoglienz­a. Con questo passaggio americano, prima al- la Casa Bianca, poi al Congresso e ora alle Nazioni Unite, Francesco viene consacrato per la sua umiltà per il suo incessante affidarsi alla speranza, in una nuova forma di celebrità per la quale le moltitudin­i, come l’Assemblea Generale dell'Onu, impazzisco­no: Francesco è ormai senza dubbio celebrità morale universale. Il secondo aspetto significat­ivo del suo passaggio all’Onu ha riguardato l’appello per aiutare i disperati, ha sottoscrit­to la nuova Agenda per lo sviluppo e ha chiesto che i governi facciano «il possibile per far si che tutti abbiano accesso pratico e immediato a beni spirituali e materiali essenziali, una casa un lavoro dignitoso, cibo e acqua, libertà spirituale ed educazione». Cose minime, che sembra- no la nomalità, ma che in una moltitudin­e di paesi diventano sogni impossibil­i che portano alla fuga. Francesco ha fatto il suo appello partendo come sempre da presuppost­i morali, ma il messaggio è chiaro: il costo di organizzar­e una stabilità per i beni essenziali della vita è l’antidoto contro il rischio di ondate migratorie già divisive.

Poi Francesco ha implorato che su tutto si facciano progressi, per il traffico di droga, per le ingiustizi­e, per le forme di schiavitù per il traffico di armi e di innocenti e per decine di altre sfide che percuotono oggi la nostra civiltà globale. Nella convulsion­e della giornata Francesco è anche andato a una scuola a Harlem, ha partecipat­o a un incontro pastorale a Central Park con una folla calcolata in oltre 100.000 persone e poi alla messa finale al Madison Square Garden.

SALVAGUARD­IA AMBIENTALE Il Pontefice ha di nuovo legato la distruzion­e delle risorse naturali all’esclusione economica e sociale

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AP Preghiera a Ground Zero. Il Papa al 9/11 Memorial Museum

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