Il Papa: basta usura verso i paesi poveri Per tutti casa, terra, lavoro e libertà
È necessaria «una maggiore equità» tra i Paesi Onu, per «limitare qualsiasi sorta di abuso o usura specialmente nei confronti dei Paesi in via di sviluppo»: è l’appello del Papa che ha ricordato alle Nazioni Unite le richieste dei deboli del mondo: casa, lavoro, terra e libertà dello spirito ( nella foto, Francesco con Ban Ki-moon).
Da vicino ieri al World Trade Center Papa Francesco aveva l’aria serena e riposata. Lo abbiamo visto arrivare a pochi passi da noi, lo abbiamo accompagnato fino al momento più commovente, il raccoglimento davanti alla Piscina Sud, il monumento ai caduti di una delle torri attaccate dall’estremismo islamico. Lì ha pregato per le vittime davanti alle grandi cascate. E' stato quello di ieri mattina forse il momento di maggior quiete e raccoglimento nella convulsa giornata newyorchese del Papa. Arrivando con la sua 500, in assoluto l'auto più discussa della settimana, ha deciso di non usare le macchinette elettriche predisposte se fosse stato stanco o acciaccato per il dolore della sciatica. Ha passeggiato sotto gli alberi del parco circostante, l’aria molto più fresca di quella di Washington, al suo fianco il Cardinale Dolan di New York gli illustrava questa parte della città.
Ogni tanto il Papa si fermava alzando lo sguardo verso i grattacieli, un complesso architettonico imponente, soprattutto per chi lo vede per la prima volta come lui, che include la Free- dom Tower e le altri torri già sorte o in costruzione. Poi un incontro con 18 famigliari in rappresentanza di tutte le persone uccise, sul prato, dietro, c’erano altre mille parenti delle vittime. Poi l’incontro ecumenico con le guide spirituali delle decine di religioni che convivono a New York, con lui hanno parlato un rabbino e un imam. Ad accoglierlo c’erano l'ex sindaco Michael Bloomberg che guida la fondazione per il Monumento ai caduti, l’attuale sindaco, l’altissimo Bill de Blasio, il governatore Andrew Cuomo.
Un momento di pausa spirituale dicevo perché il resto della giornata è stato per lui intenso, occupatissimo, sempre circondato da folla e clamore, a partire dall’impegno più importante sul piano storico, il suo debutto alle Nazioni Unite. Parlando al Palazzo di Vetro Francesco non ha detto cose sorprendenti, ha ribadito l’importanza di non tradire il pianeta violentando l’ambiente, ha implorato che ci fosse ogni sforzo possibile per la pace, ha fatto un discorso anche tecnico, citando articoli della Carta dell’Onu quando doveva giustificare l’apparente ingenuità di certe sue richieste di buona volontà («La giustizia è condizione essenziale per raggiungere la fratellanza universale»), e se stesso con alcuni paragrafi del “Laudato Si” quando ha parlato di ambiente. Due cose hanno colpito nell’intervento all’Onu e nel lungo discorso. La prima è stata l’accoglienza. Con questo passaggio americano, prima al- la Casa Bianca, poi al Congresso e ora alle Nazioni Unite, Francesco viene consacrato per la sua umiltà per il suo incessante affidarsi alla speranza, in una nuova forma di celebrità per la quale le moltitudini, come l’Assemblea Generale dell'Onu, impazziscono: Francesco è ormai senza dubbio celebrità morale universale. Il secondo aspetto significativo del suo passaggio all’Onu ha riguardato l’appello per aiutare i disperati, ha sottoscritto la nuova Agenda per lo sviluppo e ha chiesto che i governi facciano «il possibile per far si che tutti abbiano accesso pratico e immediato a beni spirituali e materiali essenziali, una casa un lavoro dignitoso, cibo e acqua, libertà spirituale ed educazione». Cose minime, che sembra- no la nomalità, ma che in una moltitudine di paesi diventano sogni impossibili che portano alla fuga. Francesco ha fatto il suo appello partendo come sempre da presupposti morali, ma il messaggio è chiaro: il costo di organizzare una stabilità per i beni essenziali della vita è l’antidoto contro il rischio di ondate migratorie già divisive.
Poi Francesco ha implorato che su tutto si facciano progressi, per il traffico di droga, per le ingiustizie, per le forme di schiavitù per il traffico di armi e di innocenti e per decine di altre sfide che percuotono oggi la nostra civiltà globale. Nella convulsione della giornata Francesco è anche andato a una scuola a Harlem, ha partecipato a un incontro pastorale a Central Park con una folla calcolata in oltre 100.000 persone e poi alla messa finale al Madison Square Garden.
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