Il Sole 24 Ore

Per la voluntary la proroga arriverà solo al fotofinish

Stop di Mattarella al decreto omnibus - La decisione sulla proroga slitta a martedì 29

- Bellinazzo, Galimberti, analisi di Padula

pIl decreto legge contenente «Misure urgenti per la finanza pubblica» deve essere spacchetta­to. L’avviso arrivato dal Quirinale, fermamente contrario al provvedime­nto fiscale «eterogeneo» annunciato dal Governo, ha congelato la proroga della finestra per l’adesione alla voluntary disclosure, misura attesa al Consiglio dei ministri di ieri mattina.

Lo stop temporaneo al rientro dei capitali/fase 2 – con rinvio all’ultimo appello utile, cioè martedì 29 settembre – motivato dall’Esecutivo con «ragioni tecniche», va letto con le lenti del presidente Sergio Mattarella, che non avrebbe firmato un decreto omnibus su accise, crisi di impresa ed enti locali – oltre alla proroga della voluntary, appunto – con effetti probabilme­nte irreversib­ili sui termini e sulle condizioni per il “nuovo” rientro dei capitali.

Nei tre giorni che mancano al non più prorogabil­e Consiglio dei ministri, i tecnici del Mef dovranno quindi ordinare per materia o quantomeno per aree omogenee i temi di intervento, e non è escluso che la nuova voluntary finisca aggregata a un mini-decreto sulle proroghe. Dove, tra l’altro, ci sarebbe molto poco spazio per mettere mano a tutti i capitoli che stanno facendo dell’allungamen­to del rientro dei capitali un’operazione – se possibile – ancor più difficile del percorso che portò alla legge 186/14 del dicembre scorso.

Punti di vista molto diversific­ati si registrano dentro il Mef prima ancora che nella coalizione di Governo, per non parlare del Parlamento, su tutto l’arco della proroga, dalla durata della finestra alla portata del provvedime­nto e al tema delle sanzioni.

Le sanzioni

Come trattare chi arriverà “lungo” alla chiamata del rien- tro, considerat­o che i primi candidati hanno già avuto sconti importanti su sanzioni e interessi, divieto di raddoppio dei termini di accertamen­to fiscale sui Paesi ex black-list (Svizzera, Liechtenst­ein e Principato di Monaco), divieto di raddoppio penale dei termini per reati commessi prima del 2010, non punibilità per il nuovo reato autoricicl­aggio (introdotto proprio con la legge 186 sul rientro)? L’Agenzia - e una parte della maggioranz­a stessa – preme per avere una sorta di “addizional­e da ritardo”, ma pare invece che dall’Esecutivo si guardi con simpatia addirittur­a a un’ulteriore riduzione generale delle san- 7 Le persone fisiche residenti in Italia che detengono all’estero prodotti finanziari, conti correnti e libretti di risparmio, devono versare un’imposta sul loro valore: l’Ivafe, prevista dalla legge europea 2013-bis (legge 161/14 ) in vigore dal 25 novembre 2014. Le persone fisiche residenti in Italia che possiedono immobili all’estero hanno l’obbligo di versare l’Ivie, dovuta dai proprietar­i di fabbricati, aree fabbricabi­li e terreni; dai titolari dei diritti reali di usufrutto, uso o abitazione, enfiteusi e superficie per gli immobili; dai concession­ari di aree demaniali; e dai locatari zioni che, a questo punto, dovrebbe riguardare retroattiv­amente anche chi ha già chiuso e si appresta in questi giorni a passare alla cassa. Anche se non passasse ora, l’idea di un’ulteriore detassazio­ne potrebbe riemergere in sede di conversion­e se, come non è da escludere, si decidesse per un ulteriore allungamen­to della finestra al 2016.

I termini

Nelle 72 ore che mancano alla vera disclosure (quella dei testi del governo), è ancora da giocare la partita della lunghezza della finestra per la voluntary/2 dei ritardatar­i. Il tandem 30 novembre (prima dichiarazi­one) e 31 dicembre (per l’integrativ­a) dovrebbe vincere, nonostante l’Agenzia chieda di “spezzare” i mesi (15 novembre, 15 dicembre) per non andare in sovrapposi­zione con gli anticipi e le chiusure fiscali (ma il 16 dicembre resta pur sempre da gestire la seconda rata Imu/Tasi).

«NODO» SANZIONI L’agenzia delle Entrate e parte della maggioranz­a sono per l’aumento ma il Governo pensa a una riduzione retroattiv­a

Le altre questioni

Il prolungame­nto dell’accesso al 31 dicembre 2015 dovrebbe portare all’armonizzaz­ione delle scadenze “cristalliz­zate” dalla legge 186/14 al 30 settembre 2015, sia per il quadro RW della dichiarazi­one dei redditi, sia per le imposte su asset esteri Ivafe (rendimenti mobiliari) e Ivie (immobili). Per tutte queste scadenze i termini della dichiarazi­one devono essere spostati al 31 dicembre 2015 per le operazioni fino a tutto il 2014.

Resterebbe comunque non ancora risolta la vicenda dei lavoratori frontalier­i italiani in Svizzera, circa la tassazione dei conti derivanti dal secondo pilastro pensionist­ico (si tratta di più di centomila posizioni). Un’ipotesi sarebbe stata trovata - aliquota forfetaria tra il 5 e il 10% sui rendimenti - ma è improbabil­e che venga recepita già nel decreto legge di martedì prossimo.

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