Regole american-style
Lo scandalo che sta coinvolgendo il gruppo Volkswagen va oltre la dimensione nazionale e perfino oltre quella europea.
Esso interpella infatti la capacità di regolare industria e servizi a livello globale. Quello della regolazione è il vero tema che deciderà le sorti dei grandi accordi commerciali, transatlantico e transpacifico (Ttip e Ttp), che costituiranno la futura piattaforma giuridica dell'economia globale.
Fino a una settimana fa, i negoziatori europei impegnati nella trattativa Ttip con i colleghi americani potevano vantare la tradizionale superiorità morale dei regolatori europei rispetto a quelli americani, meno consapevoli della protezione ambientale e più inclini ad alzare barriere commerciali invisibili attraverso la miriade di standard e di procedure organizzate in modi differenti nei 50 stati federali.
Dopo lo scandalo di Wolfsburg tutto potrebbe cambiare. Non solo la posizione morale degli europei viene messa clamorosamente in questione, ma ciò è avvenuto proprio come conseguenza di una verifica condotta negli Stati Uniti. Si possono immaginare milioni di scenari cospirativi dietro quello che è avvenuto, ma la conseguenza dello scandalo è già consolidata: la regolazione europea è subordinata a quella americana. Nel negoziato Ttip questo era il nodo controverso oggetto di tutti i contrasti.
L'improvviso spostamento dei rapporti di forza negoziali potrebbe rendere ancora più difficile di quanto già non sia raggiungere un accordo tra Bruxelles e Washington prima della scadenza della presidenza Obama. Si trattava di uno scenario, comunque di difficile realizzazione. Ma ora lo diventerà ancora di più. Il problema è che un accordo transatlantico finirà per succedere, anziché precedere, quello che gli americani stanno conducendo parallelamente con i partner del Pacifico. Mentre l'Europa è riuscita a firmare un accordo commerciale bilaterale con il solo Vietnam, gli Stati Uniti potrebbero chiudere una piattaforma con l'intero bacino asiatico, Cina esclusa. Inevitabilmente sarà il Trattato transpacifico a determinare proprio gli usi regolatori che poi arriveranno come un dato di fatto sul tavolo del negoziato con Bruxelles.
In origine la grande strategia dei due trattati transoceanici era esattamente l'opposto. Lo aveva spiegato l'attuale candidata alla presidenza degli Stati Uniti, Hillary Clinton, al suo ultimi discorso da segretario di Stato durante un incontro a Brookings Institution. Secondo Clinton era necessario che Europa e Stati Uniti raggiungessero un accordo rapido in modo da costituire la massa critica necessaria a imporre i loro standard all'Asia. La crisi dell'euro ha assorbito ogni energia negoziale europea e ha distratto la Commissione europea, che ha competenza esclusiva in materia di commercio internazionale, e i principali governi dall'avanzare nella trattativa transatlantica.
Ora è probabilmente troppo tardi, questioni quali la regolazione ambientale, la tutela dei diritti individuali, la disciplina della privacy e molti altri, risentiranno dell'incontro di culture e di interessi che ha come baricentro il bacino del Pacifico. In una nota pubblicata da “InPiù”, Stefano Micossi parla degli Stati Uniti come del “super-regolatore mondiale”. Anche le norme sul contrasto della corruzione sono applicate dalle autorità americane in maniera extraterritoriale. Fino a pochi anni fa, la legge tedesca, al contrario, esplicitamente autorizzava pratiche corruttive di gruppi tedeschi se condotte all'estero.
L'Europa, deve un'altra volta fare i conti con la convivenza di competenze sovranazionali annacquate e di poteri nazionali in competizione bellicosa tra di loro. I fallimenti dei supervisori e dei regolatori nazionali aveva già provocato la crisi bancaria che ha aperto la strada alla crisi dell'euro. Ci sono voluti sei anni di sofferenze per istituire un regolatore bancario unico. Nulla di tutto ciò è stato possibile nella tutela ambientale e in mille altri ambiti di regolazione che ora, con lo scandalo di Volkswagen, presentano un costo esorbitante, ponendo l'Europa in seconda fila nel disegno delle regole globali.
La visita a Seattle e Washington del presidente cinese Xi Jinping, sancisce simbolicamente in questi giorni la priorità pacifica rispetto a quella atlantica. Proprio la Cina che doveva essere la vittima dei trattati transoceanici ha un'opportunità per rientrare in gioco nella regolazione del commercio e dei movimenti di capitale. Qualunque sia la portata finanziaria dello scandalo che ha come epicentro una cittadina della Bassa Sassonia, le sue ripercussioni politiche stanno già cambiando il mondo.