Il Sole 24 Ore

I commercial­isti: «Al lavoro nell’incertezza del diritto»

- Marco Bellinazzo

pUn sorriso amaro ha accompagna­to l’annuncio del rinvio a martedì prossimo del Consiglio dei ministri chiamato a ufficializ­zare la proroga a fine anno per la scadenza della voluntary disclosure. A dare la notizia era stato il sottosegre­tario al ministero dell’Economia, Enrico Zanetti, che aveva da poco concluso il suo intervento all’annuale convegno sulla fiscalità internazio­nale organizzat­o a Gardone Riviera dall’Ordine dei dottori commercial­isti di Brescia, rassicuran­do la platea di profession­isti sull’esito della riunione in programma ieri pomeriggio a Palazzo Chigi. Lasciata la sala e dopo un confronto telefonico con il ministro Pier Carlo Padoan, Zanetti ha affidato al presidente dell’Ordine di Monza, Gilberto Gelosa, l’onere di comunicare il posticipo del varo del decreto legge contenente la proroga «per motivi tecnici». Zanetti ha inteso comunque tranquilli­zzare i commercial­isti ribadendo l’intenzione dell’Esecutivo, consapevol­e delle difficoltà operative, di concedere più tempo per presentare le istanze.

All’inizio della settimana prossima, dunque, dovrebbero essere dissipati tutti i dubbi. Anche quelli di chi, come il presidente dell’Ordine di Milano, Alessandro Solidoro, avrebbe voluto prendere la parola con una fascia di lutto al braccio per la defunta «certezza del diritto». «La mia può sembrare una mera provocazio­ne – ha spiegato – ma qui non si considera il fatto che saremmo costretti, una volta varato il decreto legge, a lavorare con una disciplina precaria, che potrebbe subire scossoni o modifiche in sede di conversion­e in Parlamento, e magari non trovare conferma. Mi auguro che non sia così».

Un auspicio espresso anche dal presidente del Consiglio nazionale dottori commercial­isti, Gerardo Longobardi: «Ci siamo spesi molto in questi mesi per ottenere una proroga e spero che sia così, che tutto quello che abbiamo letto negli ultimi giorni sugli organi di informazio­ne sia confermato e non emergano ostacoli di sorta. Stiamo remando tutti nella stessa direzione, profession­isti, agenzia delle Entrate e mondo politico, nell’interesse dei contribuen­ti e dell’Erario».

A tal proposito il bilancio provvisori­o dei commercial­isti è che per ora siano state presentate all’Agenzia circa il 20% delle pratiche avviate presso gli studi. «A rallentare le procedure – sottolinea il presidente dell’Ordine di Como Sandro Litigio – ha contribuit­o il fatto che il quadro normativo sulla collaboraz­ione volontaria si è andato definendo soltanto nelle ultime settimane alimentand­o lo scetticism­o di una parte del- le persone in teoria interessat­e ad aderire. Mettiamoci, inoltre, la lentezza con cui numerose banche svizzere comunicano i dati necessari a istruire dei dossier completi. In media occorrono dalle quattro alle otto settimane». Nella provincia “di frontiera” di Como sono state finora depositate circa 1.800 istanze di voluntary, ma negli studi del territorio sono in via di perfeziona­mento almeno il quadruplo. «Più o meno la proporzion­e è la stessa a Monza – precisa Gelosa – dove sono state chiuse quasi 1.400 pratiche».

La proroga è da tutti considerat­a indispensa­bile. «Altrimenti i commercial­isti – chiarisce il presidente dell’Ordine bresciano, Antonio Passantino – che già non accettano più incarichi per la mancanza di tempo si troverebbe­ro nella condizione di dover presentare pratiche incomplete entro il 30 settembre, per poi integrarle, ma costringen­do gli uffici a un supplement­o di lavoro. Molti contribuen­ti hanno atteso settembre per rivolgersi a noi un po’ per timore delle conseguenz­e, un po’ perché la scelta di aderire alla voluntary è una scelta difficile che coinvolge interi assetti familiari, ed è una scelta in qualche modo definitiva».

L’interesse crescente per l’opzione rientro dei capitali è testimonia­to dal fatto che – come ha ricordato il direttore regionale dell’agenzia delle Entrate Lombardia, Giovanna Alessio, a Milano negli ultimi giorni le istanze inviate sono praticamen­te raddoppiat­e, da 4mila a 8mila.

IL QUADRO La categoria preoccupat­a anche dal rischio modifiche durante l’iter parlamenta­re A Milano già presentate circa 8mila domande

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