Riforme alla prova del voto segreto
La valanga di emendamenti di Calderoli, il gelo sull’ammissibilità con Grasso e l’opposizione fra le incognite della prossima settimana Renzi: «Rispetteremo i tempi, le misure varate spingono la crescita e la fiducia»
pIl giorno clou sarà mercoledì con i primi voti segreti all’articolo 1 della riforma del Senato. Matteo Renzi ostenta sicurezza. «Non ci saranno problemi, le riforme vanno avanti, l’abbiamo sempre detto e fatto ma c’è sempre un po’ di preoccupazione nel mondo politico», dice il presidente del Consiglio . Per Renzi il processo riformatore in atto si rifltette anche sui dati positivi del Pil e sul recupero della fiducia dei consumatori perché aiuta«a rendere il Paese più semplice e giusto: un po’ meno politici e un p0’ più di concretezza per i cittadini».
Il premier è convinto che saranno rispettati i tempi per l’approvazione della riforma costituzionale. E lo stesso ribadisce il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi all’indomani dello scontro con il presidente del Senato Pietro Grasso, andato in scena durante la Capigruppo riunitasi per fissare il voto finale del provvedimento individuato nel 13 ottobre. Governo e Pd hanno premuto affinché si anticipasse al 10, per consentire di incardinare il ddl sulle unioni civili e soprattutto per avere un margine di sicurezza maggiore visto che dal 15 ottobre inizia a la sessione di Bilancio. Grasso però è stato irremovibile ricevendo il plauso delle opposizioni.
Indicazioni significative arriveranno però già dalla prossima settimana. I risultati dei pri- mi scrutini sulla riforma costituzionale non saranno utili solo per misurare la tenuta dell’accordo sancito nel Pd con la presentazione degli emendamenti Finocchiaro.
C’è infatti da capire come si comporterà l’opposizione. Roberto Calderoli ha ritirato solo una parte dei milioni di emendamenti depositati che gravano come un macigno sulla riforma. Il senatore della Lega, oltre alle ragioni di merito (rafforzamento dei poteri regionali e della loro autonomia finanziaria) ha anzitutto un obiettivo politico: «Userò qualunque strumento, matematico e non, per cancellare Renzi dalla scena politica».
L’interventismo della Lega si contrappone allo spaesamento di Forza Italia. Il clima nel partito di Berlusconi è sempre più teso. Gli abbandoni degli ultimi giorni verso il gruppo di Denis Verdini e le voci preoccupate di possibili nuove fughe, si sommano ai sospetti di trattative segrete di alcuni azzurri per un ammorbidimento delle posizioni sulle riforme. Un caos alimentato anzitutto dall’assenza dell’ex premier. «Confido che il presidente Berlusconi – sottolinea l’azzurro Osvaldo Napoli –, quando avrà ritrovato lo slancio e le motivazioni che lo hanno reso unico e irripetibile, saprà sciogliere tutti i dubbi e le opacità che hanno fin qui impedito a Forza Italia di ritrovare un dialogo costante e chiaro con i cittadini».
Un richiamo a riprendere in mano il partito prima che sia troppo tardi. Un segnale potrebbe arrivare già oggi. Berlusconi è infatti atteso nel pomeriggio ad Atreju, la manifestazione della leader di Fdi Giorgia Meloni. Non pochi temono però che, come già in altre occasioni, l’ex premier possa optare per una mera telefonata. Si vedrà. Berlusconi però deve fare anche i conti con l’atteggiamento sempre più arrembante di Matteo Salvini.
Le parole del leader della Lega («rispetto Berlusconi per quanto ha fatto ma guardiamo avanti»), non vanno sottovalutate. Salvini sta allargando il suo raggio d’azione, come dimostrano gli applausi ottenuti giovedì al convegno promosso a Roma da alcuni ex An. Non a caso è tornato a rilanciare le primarie per la guida del centrodestra. «Salvini leader del centrodestra? Preferirei uno di Forza Italia», replica secca Maria Stella Gelmini mentre quasi in contemporanea da Roma Roberto Maroni, ospite di Atreju, lanciava il possibile tandem Salvini-Meloni.
CAOS AZZURRO Dentro Fi cresce il malumore. Oggi Berlusconi atteso a Roma alla manifestazione di Fdi. Gelmini dice «no» alla leadership di Salvini