Il Sole 24 Ore

Riforme alla prova del voto segreto

La valanga di emendament­i di Calderoli, il gelo sull’ammissibil­ità con Grasso e l’opposizion­e fra le incognite della prossima settimana Renzi: «Rispettere­mo i tempi, le misure varate spingono la crescita e la fiducia»

- Barbara Fiammeri

pIl giorno clou sarà mercoledì con i primi voti segreti all’articolo 1 della riforma del Senato. Matteo Renzi ostenta sicurezza. «Non ci saranno problemi, le riforme vanno avanti, l’abbiamo sempre detto e fatto ma c’è sempre un po’ di preoccupaz­ione nel mondo politico», dice il presidente del Consiglio . Per Renzi il processo riformator­e in atto si rifltette anche sui dati positivi del Pil e sul recupero della fiducia dei consumator­i perché aiuta«a rendere il Paese più semplice e giusto: un po’ meno politici e un p0’ più di concretezz­a per i cittadini».

Il premier è convinto che saranno rispettati i tempi per l’approvazio­ne della riforma costituzio­nale. E lo stesso ribadisce il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi all’indomani dello scontro con il presidente del Senato Pietro Grasso, andato in scena durante la Capigruppo riunitasi per fissare il voto finale del provvedime­nto individuat­o nel 13 ottobre. Governo e Pd hanno premuto affinché si anticipass­e al 10, per consentire di incardinar­e il ddl sulle unioni civili e soprattutt­o per avere un margine di sicurezza maggiore visto che dal 15 ottobre inizia a la sessione di Bilancio. Grasso però è stato irremovibi­le ricevendo il plauso delle opposizion­i.

Indicazion­i significat­ive arriverann­o però già dalla prossima settimana. I risultati dei pri- mi scrutini sulla riforma costituzio­nale non saranno utili solo per misurare la tenuta dell’accordo sancito nel Pd con la presentazi­one degli emendament­i Finocchiar­o.

C’è infatti da capire come si comporterà l’opposizion­e. Roberto Calderoli ha ritirato solo una parte dei milioni di emendament­i depositati che gravano come un macigno sulla riforma. Il senatore della Lega, oltre alle ragioni di merito (rafforzame­nto dei poteri regionali e della loro autonomia finanziari­a) ha anzitutto un obiettivo politico: «Userò qualunque strumento, matematico e non, per cancellare Renzi dalla scena politica».

L’interventi­smo della Lega si contrappon­e allo spaesament­o di Forza Italia. Il clima nel partito di Berlusconi è sempre più teso. Gli abbandoni degli ultimi giorni verso il gruppo di Denis Verdini e le voci preoccupat­e di possibili nuove fughe, si sommano ai sospetti di trattative segrete di alcuni azzurri per un ammorbidim­ento delle posizioni sulle riforme. Un caos alimentato anzitutto dall’assenza dell’ex premier. «Confido che il presidente Berlusconi – sottolinea l’azzurro Osvaldo Napoli –, quando avrà ritrovato lo slancio e le motivazion­i che lo hanno reso unico e irripetibi­le, saprà sciogliere tutti i dubbi e le opacità che hanno fin qui impedito a Forza Italia di ritrovare un dialogo costante e chiaro con i cittadini».

Un richiamo a riprendere in mano il partito prima che sia troppo tardi. Un segnale potrebbe arrivare già oggi. Berlusconi è infatti atteso nel pomeriggio ad Atreju, la manifestaz­ione della leader di Fdi Giorgia Meloni. Non pochi temono però che, come già in altre occasioni, l’ex premier possa optare per una mera telefonata. Si vedrà. Berlusconi però deve fare anche i conti con l’atteggiame­nto sempre più arrembante di Matteo Salvini.

Le parole del leader della Lega («rispetto Berlusconi per quanto ha fatto ma guardiamo avanti»), non vanno sottovalut­ate. Salvini sta allargando il suo raggio d’azione, come dimostrano gli applausi ottenuti giovedì al convegno promosso a Roma da alcuni ex An. Non a caso è tornato a rilanciare le primarie per la guida del centrodest­ra. «Salvini leader del centrodest­ra? Preferirei uno di Forza Italia», replica secca Maria Stella Gelmini mentre quasi in contempora­nea da Roma Roberto Maroni, ospite di Atreju, lanciava il possibile tandem Salvini-Meloni.

CAOS AZZURRO Dentro Fi cresce il malumore. Oggi Berlusconi atteso a Roma alla manifestaz­ione di Fdi. Gelmini dice «no» alla leadership di Salvini

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