Produttori dei vini contro Palazzo Chigi
Dura lettera di sette associazioni al ministro Martina sui fondi Ue per la promozione Il nodo sta nelle inefficienze regionali sulla gestione di 102 milioni
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La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la gestione nel 2015 dei cosiddetti progetti multiregionali. Una sottomisura all’interno del plafond (70 milioni circa) gestito a livello locale che dispone di una fiche finanziaria di circa 10 milioni l’anno.
I produttori, visto lo scarso uti- lizzo in passato di questi fondi, avevano proposto di dirottarli verso la dotazione nazionale che può contare su 30 milioni l’anno ma è strutturalmente a corto di risorse rispetto alle domande. Una proposta che però è stata rispedita al mittente dalle amministrazioni regionali. «La miopia delle Regioni – ha spiegato il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi – risulta sempre più incomprensibile anche perché molti amministratori locali continuano a inseguire una logica di distribuzione “a pioggia” di finanziamenti nella convinzione che possa automaticamente tramutarsi in consenso. Resto invece convinto che la politica possa oggi accrescere il proprio seguito nei produttori agricoli, solo fornendo un reale contributo al rafforzamento delle filiere».
L’altro aspetto critico che sta emergendo nella gestione dei fondi promozione è la presunta contrapposizione tra agricoltori e industria. E questo perché le risorse non utilizzate per promuovere il vino all’estero non vengono immediatamente restituite a Bruxelles ma confluiscono prima in altri capitoli di spesa del vino a cominciare dalla ristrutturazione dei vigneti. Pertanto, secondo molti, la mancata spesa sul capitolo promozio-
FRONTE COMPATTO Alleanza Coop, Assoenologi, Cia, Confagricoltura, Unione italiana vini, Federvini e Federdoc lamentano ritardi nell’utilizzo del budget