Quella fascinazione che supera le crisi
La crisi della Borsa ha colpito duramente anche i colossi dell'abbigliamento cinese. Proprio quei giganti che appena quattro-cinque anni fa annunciavano un aumento di profitti anche del 50-60% rispetto agli anni precedenti. Nel settore della moda uomo, poi, le aziende viaggiavano a una velocità di crociera del 35 per cento. Un vero boom, con margini addirittura inesplorati. Si tratta proprio delle aziende più colpite anche da quella sorta di fascinazione per la moda italiana, espressione, a sua volta, di realtà medio-piccole, particolarmente versate nell'artigianalità, con quella ricca esperienza nello stile che suscita l'ammirazione dei colossi cinesi.
Forse proprio questa congiuntura inattesa potrà favorire una maggior collaborazione tra i due sistemi. Il mercato cinese richiede ancora maggiore qualità e riconoscibilità dei marchi, un arricchimento che senz'altro può scaturire dalle collaborazioni tra sistema cinese e italiano. Le nostre aziende hanno bisogno della spinta di partner che operino in realtà e mercati più ampi.
Inoltre la Cina non deve interrompere la sua marcia verso la riconoscibilità dei brand. Joeone, Septwolves, Lilanz, Youngor, Kingboxing. Tutte queste realtà, per citarne soltanto alcune, hanno tentato con successo la via della Borsa. Un modo per finanziare la crescita e il cambiamento di pelle ricorrendo alla leva finanziaria. Molte di queste realtà sono espressione di interi distretti con una spiccata vocazione al tessileabbigliamento, in cui il legame tra imprese e territorio resta molto forte. Ebbene, grandi potenzialità hanno spinto questi marchi a cercare alleanze e piazze sulle quali acquisire nuove competenze per crescere in visibilità. Sia all'interno che all'esterno della Cina.
Gruppi del tessile come Shandong Ruyi Group si sono lanciati, a loro volta, nella moda. Per questi giganti era iniziato già il passaggio da imprese manifatturiere a brand operator. Per molti di loro l'obiettivo è ora quello di trasformarsi, pur all'interno di una grande competizione interna, da imprese manifatturiere a una versione cinese di Ermenegildo Zegna.
Lo slancio verso un modo diverso e più evoluto di produrre non deve venire meno. I primi ad esserne consci sono proprio loro, i giganti cinesi che guardano all’esterno. Non sarà semplice perché i distretti nei quali operano soffrono le conseguenze di un momento difficile. Posti di lavoro a rischio, la capacità di spesa sul mercato interno che subisce una cura dimagrante. Ma l'internazionalizzazione della moda cinese, appena agli inizi, è comunque destinata ad avanzare.