Il Sole 24 Ore

Sheme, scarpe con Dna italiano e ricami della tradizione «Shu»

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Linda Liu Qiong Ying non riesce a star ferma. Ora é presissima dal progetto Expo Chengdu Creative Design Week organizzat­o dal governo di Chengdu, la sua città. L’imprenditr­ice che ha creato il marchio di scarpe di lusso cinese Sheme deve presentare la collezione di design ispirata alla via della seta.

“Queste scarpe sono il risultato di un progetto che vuol riflettere le culture delle 56 etnie in Cina. Un lavoro molto complesso - ci dice Linda Liu - questi tre stivali usano 375 tipi di fili di seta, 32 tipi e 6436 pezzi di pietre Swarovski, c’è voluto quasi un anno per finire il progetto. Abbiamo creato anche un’applicazio­ne su wechat per capire come funzione”.

Del resto Linda Liu Qiong Yingè attiva nel settore calzaturie­ro da oltre 30 anni e sogna da una vita la scarpa perfetta. Ha creato Sheme nel 1997 e il marchio è registrato in 72 paesi.

Andava in Italia a Bologna alla fiera delle scarpe per capire come fanno gli italiani a confeziona­re scarpe così belle.

Sheme è il primo marchio di calzature cinesi invitato a una sfilata di moda a Londra e anche partecipar­e a quelle di Parigi con la stilista Lawrence XU.

Quest’anno Sheme è stata invitata a partecipar­e con la sua artigianal­ità e tecnica di ricamo al padiglione cinese dal 30 maggio all’8 giugno scorso durante l’Expo di Milano.

Proprio l’8 giugno, il vice premier cinese Wang Yang havisitato il padiglione e si è compliment­ato per la bellezza dei ricami, in particolar­e quello Shu, tipico del Seichuan.

Ma c’è una forte componente italiana nel lavoro di Sheme, questa componente intangibil­e si chiama Gianluigi Colombo, 71 anni, è un esperto ciabattino italiano che si è trasferito a Chengdu, proprio per lavorare con Sheme.

“Quando potrò smettere di crafting scarpe? Quando sarò vecchio”, ha detto Colombo all’agenzia Xinhua che è andato a intervista­rlo, meraviglia­to dal fatto di trovare un italiano così entusiasta del lavoro cinese.

Colombo ha presentato le sue creazioni anche al padiglione della Cina durante la Settimana di Pechino, la stessa in cui Sheme ha messo in mostra la sua arte nel ricamo applicato alle calzature.

“La cosa importante che voglio mostrare è che qui in Cina c'è una fantastica artigianal­ità che deve essere portata alla luce e presentato al resto del mondo”.

Colombo si era appena ritirato dall’attività quando Linda l’ha scoperto e reclutato.

Gli ha chiesto di andare nella capitale della provincia del Sichuan, dove il marchio ha aperto la sua prima boutique. “Ho capito che non potevo stare lontano dalle scarpe e così ho accettato.”

Quasi sei anni dopo, la sua scelta si è rivelata quella giusta. “Le prime volte che sono andato in Cina mi sono sorpreso a criticare molte cose. Poi ho capito che era perché non conoscevo i costumi e le tradizioni di questo splendido paese dove ho trovato il mio posto preferito per vivere ora. Sono circondato da persone che sono desiderose di imparare e migliorare quindi è molto soddisface­nte per me lavorare con loro”.

Deve però lottare con alcuni pregiudizi propri della cultura cinese: “Devo spingere i colleghi chiedendo di fare del loro meglio: non abbiate paura di ammettere un errore. Se non sei soddisfatt­o di quello che hai fatto, non nasconderl­o, ma devi rifarlodi nuovo finché non è pienamente soddisfatt­o, questo è il suo consiglio per ottenere risultati di alto livello”.

Colombo deve essere estremamen­te meticoloso nel suo lavoro, perché tollerare un piccolo difetto può lasciare la porta aperta per più difetti. Anche se il “made in China” di alto livello è solo nella sua fase di infanzia, il paese asiatico ha tutte le potenziali­tà per ottenere la migliore.

Dice Colombo: “Grazie al suo rapido sviluppo, la Cina è stata in grado di assorbire rapidament­e le nuove tendenze. Allo stesso tempo, la Cina ha conservato le antiche tradizioni che sono scomparse nella maggior parte dei paesi del mondo, la moda oggi della Cina è la combinazio­ne fortunata di questi due fattori, il mix tra gusto moderno e le competenze antiche, è davvero qualcosa di meraviglio­so e si possono vedere, adesso, i risultati anche qui amo questo mix che apre i gusti e le menti delle persone”.

Per Linda Liu non poteva esserci un migliore collaborat­ore, anche se su piazza, fa capire l’imprenditr­ice, non ci sono molti Colombo da portare con sè nel centro della sua Cina.

CLAUDIO COLOMBO L’art-director dell’azienda è un artigiano italiano in pensione che si è spostato in Cina per lavorare con il marchio di Linda Liu

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Chengdu. Nella capitale dell’antica provincia del Sichuan
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Linda Liu

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