Corsa affannata su Etruria, Marc he e Carife
Prima del 2016 attendono una soluzione di sistema Per gli obbligazionisti la prospettiva è diventare «soci per forza»
Evitare i criteri stringenti del bail in e chiudere la partita entro dicembre. Se possibile ben prima, soprattutto per Banca delle Marche.
Non c’è interesse di alcuno a far scattare il nuovo meccanismo di ripartizione dei costi che coinvolgerebbe con criteri più rigidi azionisti, obbligazionisti e correntisti sopra i 100mila euro. Per questo chi ha investito in Banca delle Marche, Carife (Cassa di risparmio di Ferrara) e Popolare dell’Etruria confida in un investimento di sistema delle altre banche italiane tramite il Fondo Italiano di tutela dei depositi (Fitd).
Toccherà al Fitd traghettare le tre banche commissariate in una gestione normalizzata per poi lasciare il campo - in pochi anni - a una gestione definitiva. E probabilmente in altre mani.
Il caso più clamoroso è quello marchigiano, in scadenza di commissariamento a metà ottobre dove debutterebbe il “burden sharing” cioè la conversione di obbligazioni in azioni.
Ovviamente non piace agli obbligazionisti che, almeno, hanno visto regolarmente pagata la scadenza di giovedì 24 settembre. Gli altri bond (per 370 milioni) concludono il loro tragitto nel 2016 e 2017 quando, si spera, la banca sarà in bonis.
Ma come avverrà lo scambio ob- bligazioni- azioni? Mantenendo - è la speranza - almeno inizialmente il valore nominale. Certo la platea di 40mila azionisti di Banca delle Marche sarà infoltita da azionisti “per forza”. In questo momento sono circa i detentori di bond subordinati e 20 mila quelli che detengono bond senior. Ora è in corso una due diligence “di attesa”, visto che la consistenza degli asset è già stata misurata nei mesi scorsi.
Sarà probabilmente lo stesso schema di Carife mentre per Popolare dell’Etruria, ex quotata, potrebbe intervenire, subito dopo il Fitd ,un acquirente. Magari fra le stesse popolari in via di trasformazione in Spa.
Tutto il meccanismo di sostegno patrimoniale alle banche commissariate prevede un grande impegno del Fondo interbancario e un contesto definitivo, da parte del Governo e delle Camere, del recepi- mento della normativa sui salvataggi. C’è qualche rischio che l’intervento possa finire sotto la lente Ue per intervento lesivo della concorrenza ( il Fitd è un consorzio e fa capo alle banche).
Anche la Bce deve dare via libera. Il Fondo interbancario - nella migliore delle ipotesi si finanzierebbe con emissioni per poter poi ricapitalizzare le banche. Ben 900 milioni sono stati deliberati per il salvataggio della sola Marche. Ferrara è in attesa ed Etruria potrebbe rientrare nell’area di intervento di una società veicolo, quindi creata appositamente, su cui far girare la sistemazione momentanea dei tre istituti. In tutto dovrebbero costare alle altre banche circa 1,7 miliardi, non pochi. Appare però la soluzione migliore per evitare di finire subito nei meccanismo del bail in europeo che costerebbe a tutti di più.