Il Sole 24 Ore

A Vicenza si prepara il ricambio al vertice

Almeno 43 i grandi soci garantiti dal riacquisto, gli altri preparano ricorsi

- — P.Zu.

C’è un rischio commissari­amento della Banca Popolare di Vicenza? Da una parte l’istituto continua a operare regolarmen­te, dall’altro il cda sembra aver perso la serenità (e credibilit­à) necessaria per lavorare su passato e presente. Un vasto ricambio appare necessario visto che fra gli indagati ci sono presidente Gianni Zonin e due consiglier­i (oltre ad alcuni ex manager). In città non c’è grande voglia di accettare incarichi almeno fin quando non risulterà chiaro l’assetto minimo patrimonia­le dal quale ripartire con la conduzione del manager esterno ex-Ubi, Francesco Iorio.

Ma l’inchiesta è solo agli inizi e sarebbero 43 le lettere di impegno al riacquisto dei titoli firmate dalla banca a garanzia dell’investimen­to di soci eccellenti. Il valore è stimato in circa 300 milioni. Fra i garantiti vi sarebbe una nota società autostrada­le del Nord-est per un valore di circa 10 milioni.

Possiamo solo immaginare, una volta raccolte le prove di questa corsia preferenzi­ale, quale carico di ricorsi potranno arrivare dai soci (imprendito­ri, società, famiglie) che risultano ora prive di scudo. Nonostante il caso Vicenza sia ormai evidentiss­imo, i soci delusi non hanno ancora trovato una forma associativ­a per cercare di salvaguard­are il proprio investimen­to. Prevalgono le proteste personali nei confronti di Zonin contestato anche in pubblico. Nella sua conduzione (32 anni in cda) l’imprendito­re vinicolo ha modellato una banca e una città portando all’interno del gruppo almeno tre ex Bankitalia, un ex procurator­e capo, l’ex capo della segreteria particolar­e di Bankitalia (anche nella gestione di Mario Draghi) Gianandrea Falchi, consulente per gli affari internazio­nali. Non sono bastati.

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