Volkswagen e la cultura delle regole
Il caso Volkswagen interessa anche perché ha provocato un notevole danno finanziario ai milioni di risparmiatori che detengono il titolo Volkswagen in portafoglio. Trattandosi di una azienda leader nel settore e proveniente da un paese di solidi principi, il caso fa sorgere diversi interrogativi. Primo, perché un’impresa che nel mercato del diesel era tecnologicamente molto avanti rispetto ai concorrenti ha sentito il bisogno di ricorrere a un trucco per conservare il mercato anziché cercare di accrescere il suo vantaggio tecnologico? Fu Volkswagen nel 1989 a rivoluzionare il mercato del diesel con l’introduzione del motore turbo a iniezione diretta. Nonostante le imitazioni dei rivali è stata in grado di catturare il 32% delle rendite derivanti dal vantaggio innovativo (stima di Jeff Thurk, University of Notre Dame) che ha garantito che il 60% dei suoi profitti provenissero dal mercato del Diesel. È forse proprio questa dipendenza che ha indotto il suo management a proteggere la rendita anche con mezzi illeciti. Sembrerebbe che l’indubbio expertise tecnologico nel mercato del diesel sia stato dirottato dalla ricerca di nuove scoperte alla protezione di quella vecchia ma redditizia. Immagino sia difficile per il manager di un’azienda abituata ad essere gonfia di profitti, accettare un ridimensionamento perché i concorrenti gli tengono il fiato sul collo. La tentazione di ricorrere all’inganno può perciò essere forte. A scoraggiare dal farlo ci sono due meccanismi: il primo è l’anticipazione del danno di reputazione se l’inganno viene scoperto. L’entità di questo costo è proporzionale alla probabilità di essere scovati e alle sue conseguenze economiche per i profitti aziendali se si viene scoperti. Queste ultime possono essere notevolissime, a iniziare dai 18 miliardi di multa che verranno inflitti a Volkswagen. La sofisticata tecnologia usata dall’azienda ha reso la probabilità percepita molto bassa e indotto il management a correre il rischio. Il secondo meccanismo è la cultura aziendale e l’adesione a principi di integrità e di obbedienza alle regole. Difficile pensare a un paese dove queste sono più forti. È proprio questo che desta stupore.