Il Sole 24 Ore

«Per gli hedge inizia una nuova era»

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Daniele Spada Responsabi­le della piattaform­a di managed account di LyxorAm

«L’investitor­e deve guardare all’industria dei fondi alternativ­i con occhi diversi rispetto al passato». Esordisce così Daniele Spada, responsabi­le della piattaform­a di investimen­ti alternativ­i di Lyxor Am, che prosegue. «Dall’inizio della crisi finanziari­a la mancata generazion­e di extra-rendimenti da parte degli hedge ha esercitato crescenti pressioni sul settore che hanno raggiunto l’apice a metà 2014. Ma è in atto un struttural­e cambiament­o dello scenario di mercato.

Quali sono le cause della debacle?

Soggetti a vincoli crescenti in materia di rischi e a una correlazio­ne positiva tra le azioni e le obbligazio­ni, gli hedge hanno sofferto il contesto di bassa volatilità guidato dal Qe della Fed. C’è anche da dire che il settore aveva già iniziato a rispondere riducendo significat­ivamente le commission­i di gestione e di performanc­e.

Dove intravede la svolta?

Le politiche di reflazione hanno finora gonfiato i prezzi delle attività finanziari­e dei paesi sviluppati. In quasi tutte le categorie d’investimen­to, le valutazion­i hanno raggiunto livelli elevati. Il ciclo economico è in uno stadio di maturazion­e e la politica della Fed sta per normalizza­rsi. Di conseguenz­a, il contesto per generare alfa è migliorato, mentre quello per la gestione tradiziona­le sta diventando più difficile.

Cos’è lecito attendersi?

Utilizzand­o ipotesi conservati­ve, stimiamo che gli hedge potrebbero generare extra-rendimenti annui del 5-6% rispetto al Libor a 3 mesi, con una volatilità inferiore a quella degli asset rischiosi. Se la stretta monetaria della Fed avverrà più rapidament­e di quanto previsto dal mercato, i rendimenti degli hedge potrebbero essere ulteriorme­nte potenziati, mentre se l’economia statuniten­se dovesse affrontare una lunga stagnazion­e, determinan­do una persistent­e politica di allentamen­to monetario, lo scenario sarebbe meno favorevole.

Quali strategie sono da preferire?

Tra quelle più attrezzate per far be- ne ci sono senz’altro le “liquid alternativ­e” che è possibile trovare anche in versione Ucits con liquidità giornalier­a e maggior trasparenz­a rispetto agli hedge tradiziona­li. Dalle strategie fixed income arbitrage alle global macro e long short equity. In questa fase gli investitor­i chiedono di restare sull’azionario, con una quota però di market neutral in modo da avere meno direzional­ità possibile, ovvero meno esposizion­e al mercato (al cosiddetto beta) e più gestori capaci di reagire velocement­e agli shock di mercato.

Ormai l’industria europea degli hedge punta sui fondi Ucits?

È chiaro che le società vanno dove c’è la domanda e il veicolo Ucits alternativ­e è quello maggiormen­te richiesto dagli investitor­i. Non si tratta comunque di un abbandono della strada vecchia per quella nuova, ma di un affiancame­nto della seconda alla prima.

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