Tengono banco Bp Vi, Veneto e Banca Marche
Le tensioni che, in modo diverso e con rilevanza differente, stanno interessando alcune banche impensieriscono sempre più i sindacati, in particolare per istituti commissariati come Banca delle Marche, Etruria e Carife (si veda l’articolo a pagina 6). Con l’avvicinarsi del 2016 e del rischio del bail in il clima si fa rovente in Banca delle Marche. Il 9 settembre Fabi, First/Cisl, Fisac/Cgil e Uilca hanno criticato in un comunicato congiunto la gestione. I sindacati scrivono «Obbligazioni subordinate: a chi serve annunciare in maniera improvvida e non ufficiale manovre su una materia così delicata, lasciando il campo aperto a nuove speculazioni contro la banca, preoccupazione per la clientela e tensione tra i lavoratori? Inaccettabile la mancata informazione ai lavoratori; sarebbe stata quantomeno necessaria una comunicazione dai vertici aziendali». Tensione anche in Veneto Banca. Fabi, First/Cisl, Fisac/Cgil, Uilca e Unisin hanno reso noti i contenuti dell’incontro del 14 settembre con una nota nella quale ribadiscono che alle richieste dall’azienda «la risposta è stata ancora una volta interlocutoria: oggettivamente le compatibilità di bilancio non ci sono, stante i requisiti posti dalla Vigilanza che vieta il pagamento di retribuzione variabile di risultato in presenza di una perdita di bilancio e di carenza di capitale. Servono maggiori certezze e serenità e orizzonti temporali definiti che consentano il recupero di credibilità e reputazione perdute». Forti critiche, dopo gli avvisi di garanzia e le perquisizioni, sono arrivate anche dai sindacati di Popolare di Vicenza. Fabi, First/Cisl, Fisac/Cgil e Unisin il 22 settembre hanno scritto che «i disastri che alcuni top-manager e i vertici della banca hanno perpetrato negli ultimi anni non possono rimanere impuniti. Da tempo abbiamo denunciato con volantini, comunicati, lettere alla direzione e agli organi di sorveglianza, prassi gestionali e commerciali non conformi alle norme. Nostro timore è che i dipendenti siano gli unici a pagare per gli errori di un CdA a dir poco “distratto” e di un management che pare avere agito in modo “dissennato”. Confidiamo che la magistratura faccia piena luce e accerti in tempi rapidi tutte le eventuali responsabilità».