Resta l’interesse sul tasso fisso
Dopo la riunione della Fed si è aperta una fase che non ha precedenti nel 2015. I money manager si trovano di fronte ad uno scenario non atteso: la possibilità di una nuova recessione. Gli ultimi trimestri di crescita Usa sarebbero non l’inizio di una svolta al rialzo, ma un punto di massimo. Più si analizzano le minute degli interventi della Bce e della Fed più ci si rende conto che le banche centrali hanno sospeso l’inizio della fase di normalizzazione dei tassi, il ritorno alla produzione di ricchezza da parte dell’economia reale e il target d’inflazione al 2 per cento. Nelle prossime settimane le banche centrali potrebbero tornare a impegnarsi a difendere i modesti traguardi sulla crescita raggiunti negli ultimi trimestri. La Bce entro dicembre dovrebbe estendere il Qe e la Fed dovrebbe rimandare “sine die” il rialzo dei tassi. Se si esclude la variabile “random” delle vendite di riserve da parte delle autorità cinesi, non esistono grandi ostacoli allo schiacciamento dei rendimenti. Se dovessero arrivare delle vendite improvvise sul T- note, questa volta non spaventeranno, saranno considerate una buy opportunity. La novità è che i money manager solo ora si stanno sintonizzando sull’eventualità di uno scenario di contrazione della crescita e d’ulteriore ribasso dell’inflazione. La conferma sarà data dal ritorno del T- note in zona 1,75- 2%, il mantenimento del Bund fra 0,500,65 di rendimento e del BTp decennale all’ 1,50%. Stimato anche un ritorno d’interesse sui trentennali.