Il Sole 24 Ore

Resta l’interesse sul tasso fisso

- Di Francesco Paglianisi

Dopo la riunione della Fed si è aperta una fase che non ha precedenti nel 2015. I money manager si trovano di fronte ad uno scenario non atteso: la possibilit­à di una nuova recessione. Gli ultimi trimestri di crescita Usa sarebbero non l’inizio di una svolta al rialzo, ma un punto di massimo. Più si analizzano le minute degli interventi della Bce e della Fed più ci si rende conto che le banche centrali hanno sospeso l’inizio della fase di normalizza­zione dei tassi, il ritorno alla produzione di ricchezza da parte dell’economia reale e il target d’inflazione al 2 per cento. Nelle prossime settimane le banche centrali potrebbero tornare a impegnarsi a difendere i modesti traguardi sulla crescita raggiunti negli ultimi trimestri. La Bce entro dicembre dovrebbe estendere il Qe e la Fed dovrebbe rimandare “sine die” il rialzo dei tassi. Se si esclude la variabile “random” delle vendite di riserve da parte delle autorità cinesi, non esistono grandi ostacoli allo schiacciam­ento dei rendimenti. Se dovessero arrivare delle vendite improvvise sul T- note, questa volta non spaventera­nno, saranno considerat­e una buy opportunit­y. La novità è che i money manager solo ora si stanno sintonizza­ndo sull’eventualit­à di uno scenario di contrazion­e della crescita e d’ulteriore ribasso dell’inflazione. La conferma sarà data dal ritorno del T- note in zona 1,75- 2%, il mantenimen­to del Bund fra 0,500,65 di rendimento e del BTp decennale all’ 1,50%. Stimato anche un ritorno d’interesse sui trentennal­i.

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