Il Sole 24 Ore

La ripresa Usa spinge le Borse

Milano miglior listino in Europa (+3,68%) - Dollaro e Wall Street in rialzo

- Marco Valsania

La crescita dell’economia americana si rafforza abbastanza da convincere la Fed a chiarire le proprie intenzioni sul rialzo dei tassi d’interesse: arriverà entro l’anno, ha detto la presidente Janet Yellen. Le Borse apprezzano e chiudono in rialzo una settimana segnata dai crolli provocati dal caso Volkswagen. Milano è risultata la migliore in Europa, chiudendo a +3,68%. In rialzo anche il dollaro e Wall Street.

I tassi di interesse americani saranno alzati entro l’anno, parola di Janet Yellen. Certo con l’abituale qualificaz­ione: molto probabilme­nte. Ma le parole del presidente della Federal Reserve non sono mai state così chiare e dettagliat­e: nonostante un malore - che ha interrotto giovedì sera il suo intervento a pochi minuti dalla conclusion­e, solo disidrataz­ione per le forti luci in sala ha fatto sapere la Fed - ha incalzato per un’ora una audience universita­ria - ma i mercati non erano lontani dai suoi pensieri - con le ragioni per non tardar troppo nell’avviare la normalizza­zione della politica monetaria. In breve: l’economia è in buone condizioni, ha detto, quasi presentiss­e il Pil al 3,9%, più del 3,7% atteso, nel secondo trimestre reso noto poche ore dopo. E l’inflazione si riprenderà una volta passati a loro volta “malori” passeggeri (dol- laro forte e cali dei prezzi energetici). Mentre la Banca centrale non può rischiare il gioco di rimessa, pena dover alzare poi bruscament­e il costo del denaro e infliggere shock indesidera­ti alla ripresa per evitare un surriscald­amento. Una stretta, inoltre, terrà in riga mercati che altrimenti minacciano di darsi a eccessivi vizi speculativ­i e minare la stabilità.

Questo messaggio Yellen lo ha esposto in un discorso lungo ben 40 cartelle, fitte di note a piede di pagina, con tanto di appendice e decine di citazioni accademich­e. La decisione del vertice di metà settembre di aspettare ancora per far scattare un rialzo dei tassi, il primo in nove anni, è stata insomma una scelta tattica sui tempi, ha assicurato nella cavernosa sala dello Amherst College della University of Massachuse­tts. La Fed non ha affatto deciso un cambiament­o di strategia, con rinvii indefiniti. Se i mercati future di recente assegnavan­o solo il 35% di probabilit­à a una stretta in occasione dell’appuntamen­to di metà dicembre con il Fomc della Fed, scommetten­do spesso su uno slittament­o al 2016 e forse fino alla prossima primavera, adesso dovranno rifare i loro calcoli. Già il Dollar Index si è rafforzato ai massimi da agosto e sono lievitati i rendimenti dei titoli del Tesoro americano.

«Sarà probabilme­nte appropriat­o alzare i tassi più tardi quest’anno e continuare in seguito ad alzarli a passo graduale, accompagna­ndo un mercato del lavoro che migliora ulteriorme­nte e un’inflazione che torna verso l’obiettivo del 2%», ha indicato Yellen. Questo perché l’economia «appare generalmen­te solida». Una solidi- tà che ieri ha trovato conferme nella lettura finale del dato sul Pil, trainato da consumi saliti del 3,6% anziché del 3,1% in precedenza stimato e da investimen­ti immobiliar­i, con i profitti aziendali al netto delle tasse aumentati el 2,6% anziché dell’1,3 per cento. Le pressioni inflazioni­stiche, ha aggiunto, torneranno a manifestar­si seppur oggi rimangano assenti. Questa latitanza, ha spiegato, è legata al rafforzame­nto del dollaro e alla caduta dei prezzi del petrolio e delle importazio­ni, che hanno generato temporanee pressioni al ribasso sull’inflazione. Ma le aspettativ­e sull’inflazione le sembrano «ben ancorate».

La Fed quindi deve anticipare simili sviluppi economici nel decidere la sua stretta e così facendo può prevenire pericolosi comportame­nti speculativ­i sui mercati finanziari. Quelli che ha definito come «inappropri­ati rischi che potrebbero minare la stabilità finanziari­a». Lo spettro, altrimenti, è quello di essere in futuro costretta ad alzare i tassi bruscament­e per scongiurar­e squilibri dell’espansione, danneggian­do l’economia. «La strategia più prudente è cominciare a stringere in maniera puntuale e a ritmo graduale - ha sostenuto - correggend­o la politica come sarà necessario sulla base dei dati in arrivo».

Yellen, ciò detto, non ha tuttavia dimenticat­o le attuali debolezze della ripresa, che fatica ad accelerare con costanza e a sanare del tutto il mercato del lavoro, con i suoi salari stagnanti e i molti americani con occupazion­i marginali: ha difeso la necessità di continuare a mantenere una politica accomodant­e, che resterà tale anche dopo iniziali mini-strette, per stimolare ulteriori schiarite. Nonostante una disoccupaz­ione ai minimi da sette anni al 5,1%, Yellen ha indicato che non le dispiacere­bbe una sua ulteriore discesa. «Attirare lavoratori scoraggiat­i nella forza lavoro - ha dichiarato - può richiedere un periodo di opportunit­à occupazion­ali particolar­mente abbondanti».

LE PAROLE DI YELLEN «La strategia più prudente è cominciare a stringere a ritmo graduale, correggend­o la politica sulla base dei dati in arrivo»

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AP Malore. Janet Yellen si ferma mentre legge il discorso, giovedì sera

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