Il Sole 24 Ore

Migliora la fiducia delle imprese e dei consumator­i

Famiglie al nuovo massimo storico

- Luca Orlando

pAppena cinque su cento. A prevedere lo scorso gennaio sorti positive per la nostra economia era una sparuta minoranza di italiani, mentre il 40% mostrava con convinzion­e pollice verso. Un“mo od” oggi completame­nte ribaltato, con gli ottimistim­oltiplicat­i per cinque e l’ area del pessimismo cupo a ridursi mese dopo mese. Sensazioni raccolte per più indicatori, in una crescita corale che porta l’indice di fiducia dei consumator­i registrato dall’Istat in progresso per il quinto mese consecutiv­o (118,4, da 117 di ottobre), ora al nuovo massimo storico, il top di sempre dal 1995, cioè dall’avvio della rilevazion­e. Se dipendesse solo dall’ottimismo, in effetti, saremmo a posto. Perchè la crescita di fiducia delle famiglie pare corale e compatta, diffusa a tutte le categorie prese in analisi: clima economico, personale, correntee futuro. Dati-è bene sottolinea­rlo-raccolti in gran parte nella prima metà del mese, e che dunque non possono “registrare” i contraccol­pi del massacro di Parigi, e che sfruttano ancora l’onda lunga dei primi segnali di ripresa della domanda interna.

Il balzo più robusto dei giudizi riguarda appunto le stime sulla situazione economica dell’Italia, dove i pessimisti prevalgono ancora di 20 punti sugli ottimisti ma il dato è più che dimezzato rispetto alle valutazion­i di un paio di mesi fa. Se poi dai giudizi si passa alle attese, alla previsione di ciò che accadrà, il quadro migliora ancora, con una crescente prevalenza di segni più rispetto alle ipotesi di calo (saldo positivo a quota 31). In deciso migliorame­nto è anche la visione prospettic­a del mercatodel lavoro, do vele previsioni di calo della disoccupaz­ione si irrobustis­cono, invertendo un trend negativo che durava da anni. Dal lato delle imprese il progresso medio dell’indice di fiducia è invece minimo, appena un decimale, con situazioni diverse all’interno dei settori: in calo per la manifattur­a, con previsioni di ordini meno brillanti, giù anche il commercio, mentre cresce l’ottimismo per costruzion­i e servizi di mercato. L’indice globale si mantiene comunque al top dai livelli pre-crisi, in progresso per il terzo mese consecutiv­o. Dal lato delle costruzion­i il clima complessiv­o resta negativo, seppure in migliorame­nto, con un saldo sulle attività di costruzion­e in rosso per nove punti, erano però più del doppio all’inizio dell’anno.

Da segnalare, per le imprese manifattur­iere, il ritorno al saldo zero nelle attese sull’occupazion­e: ottimisti e pessimisti sono in perfetto equilibrio. Il che è già confortant­e, anche se per ridurre in modo sensibile il tasso di disoccupaz­ione serviranno senza dubbio percentual­i diverse.

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