Migliora la fiducia delle imprese e dei consumatori
Famiglie al nuovo massimo storico
pAppena cinque su cento. A prevedere lo scorso gennaio sorti positive per la nostra economia era una sparuta minoranza di italiani, mentre il 40% mostrava con convinzione pollice verso. Un“mo od” oggi completamente ribaltato, con gli ottimistimoltiplicati per cinque e l’ area del pessimismo cupo a ridursi mese dopo mese. Sensazioni raccolte per più indicatori, in una crescita corale che porta l’indice di fiducia dei consumatori registrato dall’Istat in progresso per il quinto mese consecutivo (118,4, da 117 di ottobre), ora al nuovo massimo storico, il top di sempre dal 1995, cioè dall’avvio della rilevazione. Se dipendesse solo dall’ottimismo, in effetti, saremmo a posto. Perchè la crescita di fiducia delle famiglie pare corale e compatta, diffusa a tutte le categorie prese in analisi: clima economico, personale, correntee futuro. Dati-è bene sottolinearlo-raccolti in gran parte nella prima metà del mese, e che dunque non possono “registrare” i contraccolpi del massacro di Parigi, e che sfruttano ancora l’onda lunga dei primi segnali di ripresa della domanda interna.
Il balzo più robusto dei giudizi riguarda appunto le stime sulla situazione economica dell’Italia, dove i pessimisti prevalgono ancora di 20 punti sugli ottimisti ma il dato è più che dimezzato rispetto alle valutazioni di un paio di mesi fa. Se poi dai giudizi si passa alle attese, alla previsione di ciò che accadrà, il quadro migliora ancora, con una crescente prevalenza di segni più rispetto alle ipotesi di calo (saldo positivo a quota 31). In deciso miglioramento è anche la visione prospettica del mercatodel lavoro, do vele previsioni di calo della disoccupazione si irrobustiscono, invertendo un trend negativo che durava da anni. Dal lato delle imprese il progresso medio dell’indice di fiducia è invece minimo, appena un decimale, con situazioni diverse all’interno dei settori: in calo per la manifattura, con previsioni di ordini meno brillanti, giù anche il commercio, mentre cresce l’ottimismo per costruzioni e servizi di mercato. L’indice globale si mantiene comunque al top dai livelli pre-crisi, in progresso per il terzo mese consecutivo. Dal lato delle costruzioni il clima complessivo resta negativo, seppure in miglioramento, con un saldo sulle attività di costruzione in rosso per nove punti, erano però più del doppio all’inizio dell’anno.
Da segnalare, per le imprese manifatturiere, il ritorno al saldo zero nelle attese sull’occupazione: ottimisti e pessimisti sono in perfetto equilibrio. Il che è già confortante, anche se per ridurre in modo sensibile il tasso di disoccupazione serviranno senza dubbio percentuali diverse.