Il Sole 24 Ore

Più spazio a produttivi­tà e decontribu­zione

Correzioni al rialzo alla Camera - Sul patent box possibili modifiche in caso di perdite

- Carmine Fotina Giorgio Pogliotti

pDopo il ripristino del premio di produttivi­tà e la conferma della decontribu­zione per le nuove assunzioni effettuate nel 2016, nella legge di stabilità si lavora a parziali correzioni “al rialzo” per queste due misure. Contempora­neamente, sul fronte sviluppo, spunta anche una correzione al regime “patent box” sulla proprietà intellettu­ale.

Per quanto riguarda la produttivi­tà, la reintroduz­ione della cedolare secca sui premi fino a 2mila euro lordi (2.500 euro nelle aziende che hanno comitati paritetici), per i redditi fino a 50mila euro, potrebbe essere ritoccata all’insù: dal governo arrivano aperture in tal senso. Secondo il viceminist­ro all’Economia, Enrico Morando, sono possibili aggiustame­nti, anche se compatibil­mente con le risorse disponibil­i. Un emendament­o su cui Ap fa quadrato, proponendo di ripristina­re a quota 5.500 euro (6mila euro per le aziende che coinvolgon­o paritetica­mente i lavoratori) il tetto d’importo detassato. «Se vogliamo far crescere i salari dobbiamo affidarci ad essi affinché si colleghino con la produttivi­tà - sostiene Maurizio Sacconi (Ap) -. Ragione in più per alzare il plafond del salario detassato dai 2.500 euro previsti dalle legge di stabilità ai 6mila euro già vigenti fino al 2011».

Quanto alla decontribu­zione per le nuove assunzioni con contratto a tempo indetermin­ato effettuate nel 2016, la legge di stabilità ha previsto l’esonero contributi­vo biennale (rispetto all’attuale durata triennale) per un importo pari al 40%, ovvero fino a 3.250 euro (rispetto agli 8.060 euro previsti per le assunzioni effettuate nel 2015). Per il Sud un emendament­o del Pd chiede di confermare l’esonero contributi­vo fino a 8.060 euro annui per un biennio, in alternativ­a si sta ragionando su una conferma dell’attuale durata triennale per la decontribu­zione nel Mezzogiorn­o. «È importante per noi - spiega Cesare Damiano (Pd) - che nella legge di stabilità sia riconosciu­to che il Sud ha pagato un prezzo più alto della crisi, con il 70% dei disoccupat­i che sono meridional­i». Tra gli emendament­i del Pd si chiede anche l’anticipo al 2016 della No tax area per i pensionati, e l’uscita anticipata per le lavoratric­i che sarebbero state escluse dall’«opzione donna» che termina a fine anno.

Sono solo alcune delle proposte nella selva di 5.082 emendament­i presentati da maggioranz­a e opposizion­e in commission­e Bilancio. Tra le novità che in queste ore si starebbero confeziona­ndo spunta anche un nuovo intervento (potrebbe essere presentato direttamen­te dal governo) per chiarire il regime di detassazio­ne per redditi da proprietà intellettu­ale, il cosiddetto “patent box”. Il nuovo regime fiscale, a lungo atteso dalle imprese per beneficiar­e della detassazio­ne dei redditi derivanti dalla concession­e in uso e dall’utilizzo diretto di beni immaterial­i come brevetti, marchi e know how, appare ancora incompleto sotto alcuni aspetti regolament­ari nonostante il decreto attuativo della scorsa estate. Da parte dello staff economico di palazzo Chigi ci sarebbe ancora qualche riserva sull’opportunit­à di un intervento legislativ­o, tuttavia al Tesoro spingono per un emendament­o che faccia chiarezza sull’applicazio­ne quando lo sfruttamen­to dei beni determina una perdita anziché un reddito agevolabil­e, ad esempio nel caso di brevetti che vengono sviluppati per fasi e che nel periodo iniziale fanno segnate solo costi di ricerca. Una delle ipotesi in corso di valutazion­e sarebbe consentire la deducibili­tà immediata delle perdite dal reddito d’impresa, ma facendo scattare un recupero del beneficio negli esercizi in cui vengono realizzati effettivam­ente i redditi agevolabil­i da patent box.

Sempre viva, poi, la possibilit­à che ricevano disco verde le proposte che per il Sud puntano sugli investimen­ti, in aggiunta alla decontribu­zione rafforzata. Gli strumenti (tra loro però alternativ­i) sarebbero due: un’ulteriore maggiorazi­one dei superammor­tamenti sui beni produttivi (al 160% anziché il 140% previsto dalla manovra) o un credito d’imposta per gli investimen­ti da varare in versione light (forse il 10%) e con un perimetro molto ben definito delle spese agevolabil­i, ad esempio per creazione o ampliament­o di stabilimen­ti o diversific­azione produttiva.

I PREMI Potrebbe essere ritoccata al rialzo la cedolare secca che oggi è prevista sui premi fino a 2mila euro lordi (2.500 euro in caso di comitati paritetici)

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