Più spazio a produttività e decontribuzione
Correzioni al rialzo alla Camera - Sul patent box possibili modifiche in caso di perdite
pDopo il ripristino del premio di produttività e la conferma della decontribuzione per le nuove assunzioni effettuate nel 2016, nella legge di stabilità si lavora a parziali correzioni “al rialzo” per queste due misure. Contemporaneamente, sul fronte sviluppo, spunta anche una correzione al regime “patent box” sulla proprietà intellettuale.
Per quanto riguarda la produttività, la reintroduzione della cedolare secca sui premi fino a 2mila euro lordi (2.500 euro nelle aziende che hanno comitati paritetici), per i redditi fino a 50mila euro, potrebbe essere ritoccata all’insù: dal governo arrivano aperture in tal senso. Secondo il viceministro all’Economia, Enrico Morando, sono possibili aggiustamenti, anche se compatibilmente con le risorse disponibili. Un emendamento su cui Ap fa quadrato, proponendo di ripristinare a quota 5.500 euro (6mila euro per le aziende che coinvolgono pariteticamente i lavoratori) il tetto d’importo detassato. «Se vogliamo far crescere i salari dobbiamo affidarci ad essi affinché si colleghino con la produttività - sostiene Maurizio Sacconi (Ap) -. Ragione in più per alzare il plafond del salario detassato dai 2.500 euro previsti dalle legge di stabilità ai 6mila euro già vigenti fino al 2011».
Quanto alla decontribuzione per le nuove assunzioni con contratto a tempo indeterminato effettuate nel 2016, la legge di stabilità ha previsto l’esonero contributivo biennale (rispetto all’attuale durata triennale) per un importo pari al 40%, ovvero fino a 3.250 euro (rispetto agli 8.060 euro previsti per le assunzioni effettuate nel 2015). Per il Sud un emendamento del Pd chiede di confermare l’esonero contributivo fino a 8.060 euro annui per un biennio, in alternativa si sta ragionando su una conferma dell’attuale durata triennale per la decontribuzione nel Mezzogiorno. «È importante per noi - spiega Cesare Damiano (Pd) - che nella legge di stabilità sia riconosciuto che il Sud ha pagato un prezzo più alto della crisi, con il 70% dei disoccupati che sono meridionali». Tra gli emendamenti del Pd si chiede anche l’anticipo al 2016 della No tax area per i pensionati, e l’uscita anticipata per le lavoratrici che sarebbero state escluse dall’«opzione donna» che termina a fine anno.
Sono solo alcune delle proposte nella selva di 5.082 emendamenti presentati da maggioranza e opposizione in commissione Bilancio. Tra le novità che in queste ore si starebbero confezionando spunta anche un nuovo intervento (potrebbe essere presentato direttamente dal governo) per chiarire il regime di detassazione per redditi da proprietà intellettuale, il cosiddetto “patent box”. Il nuovo regime fiscale, a lungo atteso dalle imprese per beneficiare della detassazione dei redditi derivanti dalla concessione in uso e dall’utilizzo diretto di beni immateriali come brevetti, marchi e know how, appare ancora incompleto sotto alcuni aspetti regolamentari nonostante il decreto attuativo della scorsa estate. Da parte dello staff economico di palazzo Chigi ci sarebbe ancora qualche riserva sull’opportunità di un intervento legislativo, tuttavia al Tesoro spingono per un emendamento che faccia chiarezza sull’applicazione quando lo sfruttamento dei beni determina una perdita anziché un reddito agevolabile, ad esempio nel caso di brevetti che vengono sviluppati per fasi e che nel periodo iniziale fanno segnate solo costi di ricerca. Una delle ipotesi in corso di valutazione sarebbe consentire la deducibilità immediata delle perdite dal reddito d’impresa, ma facendo scattare un recupero del beneficio negli esercizi in cui vengono realizzati effettivamente i redditi agevolabili da patent box.
Sempre viva, poi, la possibilità che ricevano disco verde le proposte che per il Sud puntano sugli investimenti, in aggiunta alla decontribuzione rafforzata. Gli strumenti (tra loro però alternativi) sarebbero due: un’ulteriore maggiorazione dei superammortamenti sui beni produttivi (al 160% anziché il 140% previsto dalla manovra) o un credito d’imposta per gli investimenti da varare in versione light (forse il 10%) e con un perimetro molto ben definito delle spese agevolabili, ad esempio per creazione o ampliamento di stabilimenti o diversificazione produttiva.
I PREMI Potrebbe essere ritoccata al rialzo la cedolare secca che oggi è prevista sui premi fino a 2mila euro lordi (2.500 euro in caso di comitati paritetici)